Costume
Nella “battaglia” tra famiglie i single si dimenticano
Se davvero si guardasse al core business politico e sociale oggi bisognerebbe puntare sui single. I grandi esclusi di questi giorni nella grande battaglia di “primato” tra le famiglie.
Se è vero che a Milano superano di gran lunga tutti gli altri tipi di nuclei ditemi voi chi li ha mai rappresentati. Ammesso che loro stessi (noi stessi) per primi non abbiamo o non vogliamo diventare forza sociale.
Il single è un mononucleo che si autogestisce la vita, nella gioia e nel dolore come recitava la vecchia formula matrimoniale. Ha una casa generalmente, esce la mattina per andare a lavorare, torna la sera, provvede a tenerla pulita ed a gestirla – bollette, chiamate di emergenza all’idraulico, riunioni di condominio, spesa. Ritira le giacenze in posta, che se non c’é nessuno in casa in qualche modo si deve fare. E per farlo, naturalmente, arriva tardi al lavoro
Nel retaggio ancora vigente al sud è una sorta di semifallito: il matrimonio, a certe latitudini è ancora uno status sociale. Se hai un indirizzo di casa o un numero di telefono a cui rispondi poco importa: sarai sempre una persona a metà. Si chiederà a mamma e papà come stai, perché tu, come mononucleo non conti nulla.
Il single per molti aspetta Godot: è in una terra di nessuno. Quanto durerà? Qualche tempo fa durante una cena un amico mi ha fatto una domanda balzana ma tuttavia spesso strisciante: “Ma tu sei single perché tale vuoi essere?”. Non c’é una risposta: un single è tale perché è qui ed ora ed è questa la prospettiva in cui deve vedersi forza sociale.
Intanto per una questione di welfare: i single non spariranno dalla società. Anzi, invecchieranno, e, contando che spesso sono figli del post boom economico, quindi sono figli unici, come li gestiremo?
Salvo per la tassa sulla spazzatura, che ha comunque negli ultimi anni subito una impennata per lo scarico su di essa delle necessità dei comuni con le casse in rosso, non esiste nessun genere di agevolazione per chi vive da solo. Non negli affitti, non nelle tasse che paga. E dire che la crisi economica ha colpito anche questa categoria sociale, e, con tutto il rispetto per chi deve dare da mangiare ai propri figli, non è che un licenziamento per un mononucleo o una cassa integrazione non sia proprio un problema da nulla.
Ora si fa leva sul welfare familiare: tanto mamma e papà hanno solo te, se chiedi ti aiutano. E qui io francamente vedo le peggio cose, ma a raccontarlo si entra nel campo del giudizio morale: i single son figli del post boom, hanno insegnato loro ad aspettare il Sol dell’Avvenire e, aspettando aspettando, han cominciato a vedere ingrigire i loro capelli. E non li vedo particolarmente attrezzati nel dire: “la vita è mia e me la gestisco io, che cosa chieda o non chieda di supporto alla famiglia di origine rientra nell’ambito della mia sfera privata”.
In conclusione i grandi esclusi un po’ si autoescludono. Quanto durerà questo esilio?
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