Costume
Marte sgarrupato: una sceneggiata bellica
In questo preludio alla terza guerra mondiale – che in verità è piuttosto già un incipit – Marte, il dio della guerra, si presenta in scena vestito da buffone. Non ha rinunciato alla sua abituale ferocia ma le movenze con cui la mette in atto sono farsesche, da Arlecchino, e le sue battute fanno ridere.
Non so dire se altrove è lo stesso che in Italia (per il poco che vedo, veramente, temo di sì…) ma qui la rappresentazione alla quale assistiamo o partecipiamo come comparse non ha niente della tragedia annunciata in cartellone e ha tutto, invece, della farsa.
Ma non si soffre? Non si muore? Certo che sì!
Solo che per il momento a crepare sono gli altri e, di conseguenza, il coraggio è quello cui ci hanno abituato i film americani : battuta pronta e sorriso sulle labbra.
Anche i corifei, e perfino i coristi, fanno ridere: per quello che dicono, per come lo dicono o per come si conciano. Però è l’insieme, non esclusa la scenografia, a risultare esilarante. Da decenni non avevamo a disposizione un tale parterre di cuor di leone, ciascuno disposto, senza neppure muoversi da casa o dallo studio televisivo di cui è un habituè, a dare eroicamente la vita pur di difendere la sacra libertà di un popolo del quale, fino a qualche mese prima, a stento conosceva l’esistenza.
La trama della farsa non è, per la verità, originalissima.
In breve consiste in questo: dei governanti corrotti e irresponsabili accorrono eroicamente in aiuto di altri governanti corrotti e irresponsabili che, a causa della propria corruzione e irresponsabilità, sono in guerra con i governanti, corrotti e irresponsabili, di un altro reame.
Per farlo conducono il paese da loro governato nel baratro di una guerra inutile, suicida e sostanzialmente criminale: il tutto nel clamore assordante e con il tifo idiota prodotto da mass media ugualmente corrotti e irresponsabili.
Un tourbillon di corruzione, criminalità, idiozia e irresponsabilità.
Ho detto che la trama non è originale? Avrei piuttosto dovuto dire che è un plagio.
Non abbiamo ancora coperto lo spazio di una vita umana da quando nello stesso Paese altri governanti (padri o nonni degli attuali) identicamente corrotti e irresponsabili (forse solo un po’ meno ipocriti…) hanno condotto i loro governati alla catastrofe di una guerra altrettanto suicida e criminale.
Dal momento che la guerra attuale, come la precedente, non ha motivazioni confessabili si tirano ovviamente in ballo gli eterni Sampaoloni di cartapesta per portarli in processione parati a festa: LA LIBERTA’! UN POPOLO CHE RESISTE ALL’AGGRESSORE E DIFENDE I SACRI CONFINI DELLA PATRIA! UN EROE CONTRO UN MOSTRO SANGUINARIO! Ecc.
Davide e Golia diventano carne di porco e ogni commensale ci mette del suo.
Anche la retorica è sostanzialmente uguale a quella di ottant’anni prima ma, siccome il tempo non passa mai invano, i figli e i nipoti di chi allora declamava in orbace adesso concionano in giacca e cravatta oppure – la parità di genere ha fatto passi da gigante – in tailleur.
Ai bei tempi un gerarca in camicia nera – che s’era arricchito lucrando sui poveracci – si affacciava al balcone in atteggiamento statuario e ordinava a quei poveracci che derubava di dare l’oro alla patria.
Ora un politicante, un professore, un conduttore televisivo o un giornalista in tenuta da amministratore delegato – che viaggia in suv e talvolta in jet privato, ha la villa con piscina riscaldata a 28 gradi e va in crociera con lo yacht – spiega sobriamente a chi campa con mille euro (o anche meno) che deve smettere di darsi alla pazza gioia e cominciare a risparmiare l’acqua, la luce e il gas. Perché, aggiunge (contrariamente al gerarca, la cui faccia tosta non arrivava a questo) è in gioco la LIBERTA’: quella dei governanti, irresponsabili e corrotti, di quel paese lontano ed eroico di continuare a lucrare, farsi corrompere e sfruttare i poveracci…non importa a quale prezzo: tanto a pagarlo sono sempre gli ultimi o, al massimo, i penultimi. E la vittoria finale è certa adesso come lo fu ottant’anni fa.
Devi imparare a odiare e ad avere paura
Devi imparare di anno in anno
Deve risuonare nel tuo caro piccolo orecchio
Devi essere educato con cura
Educato ad avere paura
Delle persone i cui occhi sono fatti in modo strano
E delle persone la cui pelle ha un colore differente
Devi essere educato con cura
Devi imparare prima che sia tardi
Prima che tu abbia sei, sette o otto anni
A odiare quelli che i tuoi congiunti odiano
Devi essere educato con cura
Educato con cura.
(Rodgers/Hammerstein)
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