Calcio

Ludopatia, anche il fantacalcio può esserlo

7 Dicembre 2015

Perdere di mezzo punto. Rodersi per un gol di troppo subito al 95esimo. Farsi un fegato così se il proprio attaccante, solitamente infallibile, sbaglia un calcio di rigore nella partita decisiva. E magari giocarci (e perderci) tanti soldi. E magari farlo nel contesto di un cattivo rapporto col gioco a tutti i livelli, contribuendo ad accrescere il malessere psicologico ed economico.

Anche il fantacalcio può essere ludopatia. Negli Stati Uniti lo ha stabilito persino un giudice, che ha dichiarato illegale l’equivalente statunitense “fantasy football” (o basketball, o baseball) in tutto lo Stato di New York. Lo conferma in Italia Paolo Giovannelli, psichiatra, psicoterapeuta e direttore del centro ESC, specializzato in diagnosi e cura delle dipendenze da Internet e dunque anche da giochi online.

“Per certi versi il fantacalcio può essere considerato gioco d’azzardo – racconta il medico dell’università di Milano -: diciamo che non è un problema in sé, ma può far parte del problema generale, che è sicuramente quello di una diffusione troppo ampia di possibilità di giocare, da una decina di anni a questa parte”. Fondato nel 2010, il centro ESC ha avuto finora in cura mezzo migliaio di pazienti per le patologie più disparate legate a internet (anche la social network addiction), di cui un centinaio affetto da problemi specifici legati al gioco d’azzardo. “Quella che in Italia chiamiamo impropriamente ludopatia, ma che si definisce internazionalmente gambling”, spiega Giovannelli, che ammette anche di “non aver mai avuto pazienti col problema specifico del fantacalcio: ci è però capitato di avere in cura persone che tra i tanti giochi facevano anche il fantacalcio”.

Il gambling tecnicamente, a differenza della ludopatia tout court che non è altro che una generica fissa per il gioco, scaturisce quando l’accanimento per il gioco inizia a diventare un problema. Di tipo mentale e poi, soprattutto, economico. “Secondo la nostra tesi una persona non dovrebbe spendere più del 3% di quello che guadagna: dunque se uno per esempio guadagna 1.000 euro al mese, deve spenderne massimo 30 in tutte le attività di gioco”. Il fantacalcio è di solito al riparo da certi rischi, poiché le cifre giocate sono genericamente inferiori. “Infatti non è una di quelle attività che consideriamo più a rischio, ma non va neanche sottovalutata perché affascina molto gli adolescenti, che per la loro struttura mentale sono più impulsivi e meno propensi a essere razionali, e può indurli a sviluppare un cattivo rapporto col gioco”.

Il gambling, o ludopatia che dir si voglia, scatta infatti quando si palesano due elementi: “Quando si spendono troppi soldi e quando si ha un rapporto ossessivo col gioco”.  Se un teenager può facilmente andare “in fissa”, altrettanto facilmente spenderà troppi soldi, visto che non lavorando dovrebbe chiederli ai genitori. E non è affatto detto che la quota d’iscrizione sia simbolica, come accade il più delle volte: si può trattare anche di centinaia di euro, tant’è vero che il giudice di New York ha tenuto a specificare che non sono tutti i fantasy game ad essere illegali, ma solo “una particolare declinazione, quella che prevede l’iscrizione a tornei a pagamento, sfide contro altri giocatori e premi in denaro per il giocatore vincente”. Proprio come la maggior parte dei fantacalci all’italiana.

In Italia ci sono milioni di persone (di tutte le età) che giocano al fantacalcio, e tra di loro ci potrebbero essere le centinaia di migliaia affetti da ludopatia. Secondo le stime del Ministero della Salute, oltre metà della popolazione italiana gioca: una percentuale compresa tra l’1,3 ed il 3,8% della popolazione generale è considerata “problematica”, mentre il totale di giocatori “patologici” varia fra lo 0,5 ed 2,2 %. “Il pericolo maggiore – spiega Giovannelli – rimane quello che viene dai giochi da casinò, dalle slot machine (in Italia ce n’è una ogni 150 abitanti, ndr) e in generale da tutti quei giochi che sono disponibili sempre, 24 ore su 24, a maggior ragione se online, come è andato di moda per il poker e per le scommesse sportive, ma anche per le versioni online dei videogiochi e per il cybersex”.

Come vengono curati i pazienti? “Ci vuole un lavoro di diversi mesi: prima con un confronto cognitivo-comportamentale con i pazienti, individualmente o in gruppo, e poi coinvolgendo il sistema familiare, che spesso è il più colpito dall’aggravarsi della patologia, che porta la persona affetta a contrarre debiti pesanti e nei casi peggiori a manifestare intenzioni suicide. Nei casi più gravi la terapia è accompagnata anche da farmaci, per lo più anti-depressivi”.

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