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Logos – Magna Grecia Park Krotone

26 Giugno 2022

Parole…parole…parole.
Veloci o immote, potenti o subdole, altissime o pesanti, nebbia e confusione piuttosto che luce e spazi aperti.
Benedire o maledire è una scelta.
Ma occorre dire, e dire ancora, senza sosta, senza spazio e senza tregua, concorrere a un solo, unico racconto, senza trama e senza poesia, comporre un brusio ininterrotto e monocorde che ammette qualsiasi mossa e cancella le regole.
“Esserci” è il principio, “tutti contro tutti” il sottotitolo.

Questo è un “incipit” banale, penserete; e in effetti lo è, ma è anche vero come il sole che ancora sorge ogni mattina su questa società Meta-versatile e Tecno-Logica. Dunque è inevitabile per iniziare un ragionamento e proporlo a chi dice tutto e il suo contrario senza imbarazzo.
“Ragionare”. Id est, utilizzare la ragione o quanto meno provare a farlo, ricorrendo al “Logos”, all’elemento comune al genere umano intero, alla matrice universale della realtà che scorre senza sosta, proprio come corrono senza sosta le parole riversate nel meta-mondo da madri e padri senza nome: senza identità e quindi senza alcuna responsabilità.
Facile, facile – dunque – parlare e scrivere di tutto e su tutto, di tutti e su tutti.
Ma se parlare e scrivere sono azioni compiute, esse devono essere precedute necessariamente dal “pensare”, inteso come punto di partenza del ragionamento e risposta semantica al tema primordiale del Logos del “filosofo oscuro”.
Eraclito, l’interprete del connubio naturale tra significato e significante, il padre della ragione come legge primordiale vedrebbe oggi le sue idee testimoniate e negate al contempo da un’umanità multiforme, attraversata dalla comune compulsione a parlare e agire senza mai pensare prima.
“Panta rei”, tutto scorre (perdonate la banalizzazione, intenzionale…) così in fretta da tradire il senso più compiuto del Logos, l’equilibrio necessario tra la parola e l’ascolto, il dialogo.
In questo mondo tanto virtuale accade che pochissimi pensino, tutti parlino e nessuno ascolti.  Muore – dunque – il dialogo, il momento e lo spazio in cui anche gli opposti possono comporsi e trovare l’equilibrio.
Qualche settimana fa una giovanissima studente di un Liceo italiano ha “vinto” (singolare concetto, la vittoria, in un confronto tra pensieri e pensatori) un concorso per idee e filosofia semplicemente negando in toto l’esistenza del Logos Eraclitiano.
In altre parole, siamo arrivati a premiare l’ambiziosa conclusione del dissentire senza argomenti, del negare senza pensare, senza discutere e dialogare, del distruggere per partito preso. L’autodeterminazione del pensiero vince su tutto, purchè sia più veloce e abbia un palcoscenico e alcuni spettatori.
Vince – dunque – chi prima di tutto e prima di tutti parla…parla…parla.

Troppo alto ? Questo “ragionare” di opposti da comporre ? Macchè.

La digressione filosofica mi è stata utile per parlare (a volte lo faccio anch’io) di un evento apparentemente più concreto nel quale non ho meriti, se non quello di aiutare a costruire un cammino di emancipazione e rivoluzione.
Un cammino iniziato da altri, coraggiosi ed eretici, che insieme hanno pensato, ragionato e infine agito e che oggi sono alle prese con il fiume di parole che vorrebbe travolgerli e trascinarli con sé.

In Italia, nel suo meridione più lontano (non so da dove, ma suonava bene…) c’è una Regione orfana a povera come nessun’altra e in quella Regione ci sono una Provincia e una Città che vincono sempre (anche loro) un premio: quello poco ambìto di “ultime”.
Ultima Provincia e ultima Città: per qualità della vita, prosperità e benessere.
Che – a termini invertiti – corrisponde a vincere il titolo di prima Provincia e prima Città d’Italia: per la povertà e per il malessere; il luogo peggiore in cui vivere dicono.

I pazzi e i visionari di cui vi dicevo sono nati (come me) nel posto peggiore e avrebbero ben fatto a fuggire da lì senza voltarsi.
Invece hanno scelto quello che nessuno si aspettava e che nessuno prima aveva fatto: hanno pensato e hanno ragionato, poi hanno agito e infine hanno parlato e raccontato la loro idea a quella Città, ultima e peggiore.
Hanno messo in campo il Logos e il dialogo su un tema, hanno avanzato la proposta e chiesto il confronto sull’idea trasformata in un progetto reale e ambizioso (https://www.magnagreciapark.it).

Eraclito sarebbe contento.
Il mondo delle parole senza antefatto è sconcertato perché il flusso minaccia di rallentare la sua corsa, trattenuto dalla ragione e vinto dal Logos.
Potrebbe addirittura cambiare il suo scorrere e prendere una direzione nuova e differente, per merito – o per colpa – di questi folli che non si accontentano e osano pensare e progettare e dialogare.
Ma vi immaginate se riuscissero a generare interesse, a comporre gli opposti e a trovare consenso, a generare un’occasione e infine a cambiare il destino a cui tutti parevano essersi arresi ?
Sarebbe la fine del mondo che conosciamo da queste parti.
Perderemmo il primato (l’unico) che ci siamo guadagnati agendo senza pensare come abbiamo fatto finora, quello di ultimi, campioni della povertà e del malessere.
Non potremmo più maledire e saremmo costretti forse anche a giocare la partita per iniziare a ben-vivere.

Per adesso è ancora il tempo della parole contro, ma qualcosa è successo ed ha a che fare con il Fuoco di Eraclito. Il Fuoco è dentro le persone, tutte le persone, e una volta acceso consegna loro il Potere.
Di pensare, parlare e agire, di cambiare tutto.
“Il nostro mondo, che è lo stesso per tutti, nessuno degli dèi o degli uomini l’ha creato, ma fu sempre, è e sarà fuoco eternamente vivo che con ordine regolare si accende e con ordine regolare si spegne.”
Viva Eraclito quindi e viva il Logos.

Viva il Magna Grecia Park Krotone. Oggi il Fuoco è stato acceso da quei pazzi, quei visionari con il loro pensiero e la loro ragione senza schemi. Quelli che non hanno intenzione di fermarsi.
Il dialogo è aperto.
La ragione ci salverà.

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