Costume
L’amour toujours
“Avrei imparato la lingua di nonna, avrei risolto parole crociate americane, avrei avuto scarpe e gelati di marca laggiù. Insisto con le scarpe e i gelati perché ricordavo quelle parole in inglese, un resto perdute di altre”.
Che cos’è l’amor? Se l’è chiesto Capossela e tutti i poeti, cantanti, scrittori, registi che volevano ideare trame appassionanti. L’amore è uno di quei temi più usati e abusati di cui si è parlato, si è detto quasi tutto sull’amore eppure il tutto non basta, è una categoria riduttiva quando si parla dell’amore al punto che è sempre e ancora tema di dibattito espresso in varie forme. La pittura, l’arte più silenziosa, non si è certo risparmiata e ha fatto sentire la sua voce potente per immagini; come si fa a non restare estasiati davanti alla poesia dei quadri di Chagall che abbraccia Bella, si fa condurre da lei, lei insieme a Vitebsk è il cuore pulsante di quella terra che ha lasciato. E la pittura metafisica di De Chirico? Ettore ed Andromaca, sebbene abbiano l’aspetto dei moderni cyborg con quadricipiti e teste più sviluppati del resto del corpo, in quell’avvicinarsi del capo ben esprimono la sofferenza amorosa. Ettore figlio del re di Troia Priamo e di Ecuba, Andromaca è la principessa di Tebe Ipoplacia che implora l’amato di abbandonare la guerra per evitarle il penoso stato di vedova e madre di un orfano.
L’amore desiderato, l’amore agognato, sognato, maltratto, l’amore incapace di amare. Tanti tasselli, tante sfumature di un unico quadro, sullo sfondo l’incapacità di amare.
Cosa amiamo quando amiamo l’altro? L’immagine che vorremmo imprimere di noi, quasi specchio riflesso di ciò che siamo, e quindi i nostri gusti, le nostre passioni, le nostre distorsioni, o l’altro, una persona diversa da noi, con peculiarità proprie.
Spesso confondiamo gli amori con la semplice passione. La passione è un elemento essenziale del rapporto; quando si incontra una persona la chimica rappresenta un elemento fondamentale, i feromoni vengono secreti dal nostro corpo come richiamo sessuale. Proprio come il regno animale proviamo pulsioni verso certi tipi di persone. Se è vero che la chimica ha il suo peso maggiore in giovane età, è pur vero che non si estingue fortunatamente col passare degli anni. Ma la chimica non è amore. La chimica è un ingrediente dell’amore, quando rimane legata ad una pura attrazione fisica, come i giorni di vacanze godute, si estingue. La chimica non è amore.
In un mondo in cui tutto è misurabile, apprezzabile, stimabile, nel senso che si appone un prezzo ad ogni cosa, dal costo del lavoro al compito in classe svolto emeritamente, anche la prestazione sessuale diventa oggetto di discussione. Quanto sono bravo? Una domanda fatta tra le righe o esplicitamente. Il riconoscimento della bravura a letto aumenta la stima di un maschio. Un maschio che non ama riduce solo a quel tipo di stima, di misurazione, il desiderio che lo lega alla donna. La chimica è qualcosa che coinvolge anche il cervello, non inteso solo come intelligenza pura, ma l’intero cervello preposto alle diverse aree e funzioni. Chimica è fiducia in qualcuno, è complicità di pensiero che spesso porta alla risoluzione più immediata nell’insorgere di un problema, chimica è soccorrere nel momento del bisogno senza neppure che si chieda una mano, chimica è silenziosa intesa. Chimica è, ancora, sentire l’altro come se stesso e quindi a meno che non siamo autolesionisti e ci infliggiamo volontariamente del male, significa sentire l’altro nella stessa misura in cui sento me stesso.
È difficile definire l’amore, un esercizio che può aiutarci nell’arduo compito è definire il non amore. La sua negazione la scorgiamo immediatamente. Non è amore vedere l’altro soffrire e non alzare un dito, non è amore continuare una guerra insensata, non è amore mettere alla berlina una persona a cui si ambisce, non è amore presentarla come una pornostar ad amici e parenti, non è amore far girare sul social un’immagine di lei poco veritiera. Ma la verità per qualcuno ha lo stesso valore di un capo firmato. Non è amore non conoscere affatto una persona e volerla costringere con la forza a diventare a propria immagine. Anche Narciso finì per innamorarsi di se stesso guardando l’immagine riflessa in uno specchio d’acqua, nella leggenda viene mutato in un fiore.
Oggi, il narcisismo e più in particolare il quadro di disturbo narcisistico della personalità, viene definito come una struttura di personalità molto complessa. Il soggetto che ne soffre sviluppa una vera e propria sorta di fissazione per l’immagine che rimanda agli altri. Presta infatti enorme attenzione a quelli che sono i feedback su di essa da parte delle persone con cui il narcisista intesse relazioni più o meno strette.
L’amore non è attrazione per la forma è amare la sostanza, una forma attiene non all’aspetto fisico, ma al modo in cui ci si pone verso l’altro e ci si espone in pubblico. Il tempo in cui Cappuccetto veniva mangiata dal lupo mentre portava in un cestino provviste alla nonna malata, sono tempi superati da un pezzo. La scrittura femminile ha ribaltato le fiabe, le ha riscritte, perché una donna che si mantiene in forma correndo in un bosco non è una buona a nulla. Forse lo è chi insulta edificando piani malefici, chi considera una tastiera l’accompagnamento musicale ideale per sciorinare la grande cultura di cu è depositario.
In foto: Battistiello Caracciolo
Fanciullo che porta un cestino
gesso rosso su carta verde
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