Costume
L’altalena del Sud
L’ombrellone non regge il vento che sa di Magna Grecia. Andiamo dal ferramenta che vende tutto. Al bancone tre uomini discutono in un dialetto che frigge, capisco bene solo il ‘sutta’, poi tocca a noi, crostacei in infradito: chiediamo un po’ di corda, per puntare l’ombrellone. L’uomo annuisce, si sposta, srotola un bel cordone, chiede i metri, dico al volo quattro. Mi ero preparato. Quant’è? Niente. Come niente? Niente. Ci saluta con uno sguardo dove c’è scritto che un pezzo di corda si regala. Non siamo abituati. Su, si paga tutto. Nel prato di fronte, la stessa corda sostiene una sedia. L’antenata dell’altalena. Un signore seduto sulla soglia del grande negozio a far sudare il tempo vede la mia curiosità, si alza, e viene a equilibrare la lunghezza del tiraggio, perché pende in avanti. Sono stati i ragazzini, dice. Quando la sedia è dritta, mi invita a farci un giro. Salgo, e come avessi sei anni, faccio il gambe su e indietro, su e indietro, arrivando a dondolare alto. L’altalena regge bene. E non vorrei più scendere.
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