Costume
La notte dei morti viventi della cultura italiana
L’Annuario Statistico Italiano 2016, reso pubblico dall’ISTAT il 29 dicembre scorso e ripreso dai principali media nostrani, ha gettato una luce preoccupante sulle abitudini culturali degli italiani. La pubblicazione del rapporto fa il paio con il dato diffuso dall’AIE (Associazione Italiana Editori) a margine di “Più libri, più liberi“, la fiera nazionale della piccola e media editoria svoltasi a Roma dal 6 al 10 dicembre scorsi. L’AIE rende noto che oltre un quinto della popolazione (21,1%) vive in un comune con più di diecimila abitanti nel quale non è presente una libreria. Tradotto, l’8,6% dei comuni non ha una libreria, percentuale che sale al 15,1% nelle isole e addirittura al 33,3% nel sud.
Tornando all’Annuario Istat 2016, non stupisce dunque che il 57,6% dei nostri connazionali non abbia letto nemmeno un libro negli ultimi dodici mesi, dato che se consideriamo le isole sale al 66,2%, e nel meridione al 70,7%. Difficile non trovare una correlazione tra assenza di librerie e scarsa propensione alla lettura, commenta l’AIE.
Ma non finisce qui. Le abitudini culturali italiane sono sprofondate in una sorta di “notte dei morti viventi” dove lo zombie è quell’italiano su cinque (18,6%) che non si è coninvolto in nessuna attività culturale – nessuno spettacolo fuori di casa, nessun quotidiano, nessun libro. Regge ancora il cinema, mentre raggiungiamo percentuali bulgare tra chi non si è recato ad un concerto di musica classica (89,7%), altri concerti (77,2%) e siti archeologici e monumenti (73,2%). E meno male siamo il “bel Paese”!
Un commento a margine: tra i (pochi) lettori la qualità dell’impegno è scarsa, in quanto il 45,1% ha letto tra uno e tre libri, mentre solo il 14,1% dodici o più (almeno uno al mese).
Se guardiamo agli altri paesi si capisce come la nostra situazione sia davvero drammatica. In Europa (dati Eurostat) – tanto per citare qualche esempio – l’82% dei lussemburghesi si è cimentato nella lettura di un libro nell’ultimo anno, così come il 75% dei tedeschi e il 73% finlandesi. Nemmeno oltreoceano si scherza: il 72% dei cittadini statunitensi dichiara di aver letto un libro o un ebook negli ultimi dodici mesi.
Regge la televisione – il 92,2% la guarda abitualmente – e cresce internet: colpisce soprattutto la crescita sensibile dell’uso quotidiano, in quanto si è passati dal 51,5% del 2011 al 57,5% del 2014. L’italiano sceglie dunque una modalità passiva di intrattenimento, terreno fertile per la crescita di quell’analfabetismo funzionale che, offuscando la capacità di distinguere il vero dal falso, diventa complice della diffusione delle tanto vituperate fake news.
Non c’è dubbio: di fronte a quelle che Umberto Eco duramente definiva “legioni di imbecilli” anche George Romero impallidirebbe.
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