Costume
Italiani pazzi per il meteo: “premiati” con un festival
Tanto tuonò che piovve. Se il 63 per cento degli italiani, secondo le ultime statistiche Ipsos, dà un’occhiata ogni giorno alle previsioni del tempo, e addirittura 77 italiani su 100 le tengono in debita considerazione prima di avviare le proprie attività, prima o poi doveva accadere. Cosa? Che a qualcuno venisse l’idea di dedicare al meteo un festival.
La prima edizione del Festival della meteorologia, organizzato dall’Università di Trento, si terrà il 16 e il 17 ottobre prossimo a Rovereto. Sbaglia, però, chi pensa che sarà un cenacolo riservato ai soli addetti ai lavori. Alle sessioni della kermesse potranno accedere anche privati, aziende, associazioni.
Dopotutto, basta vedere con quanto accanimento e passione – sui social, nei telegiornali, sotto gli ombrelloni, in metro – si parla in questi giorni di Caronte che continua a cuocere l’Italia, e si aspetta Circe che arrivi a rinfrescarci.
Se la politica divide, lo sport crea contrapposizioni, è il meteo, in fondo, l’unico vero collante degli italiani: l’anticiclone è un argomento di cui si disquisisce con apparente cognizione di causa al Nord come al Sud, elimina le barriere sociali e culturali, non ha bisogno di Twitter per diventare trending topic.
La passione degli italiani per il meteo è un fenomeno al quale il festival pensato e organizzato dall’Università di Trento darà finalmente dignità di “sistema” .
“Il Festivalmeteorologia”, si legge nella presentazione, “rappresenta un’occasione unica per favorire l’incontro, la conoscenza reciproca e l’interazione tra le diverse realtà della meteorologia italiana. La manifestazione riunisce gli operatori dei servizi meteorologici, istituzionali e privati, i professionisti e le aziende che operano nel settore, i ricercatori, gli utenti dei servizi e dei prodotti meteorologici, gli appassionati di meteorologia, ma anche docenti e studenti delle scuole di ogni livello, e il grande pubblico in generale”.
“Fulcro del Festival”, spiegano gli organizzatori, “sarà un ricco programma di interventi divulgativi, scientifici e tecnici, che accenderanno il dibattito su temi di grande attualità collegati alla meteorologia. Una fiera della strumentazione e dei servizi meteorologici e una variegata proposta di attività culturali e ludico-ricreative a tema contribuiranno ad accendere i riflettori sulla meteorologia e sulle profonde e pervasive influenze del “tempo che fa” sulle attività quotidiane”.
Nonostante tutti gli italiani si sentano un po’ metereologi, “il Festivalmeteorologia si propone di contribuire alla diffusione e al consolidamento di una cultura meteorologica di base, attualmente carente in Italia, ma sempre più necessaria per poter comprendere e interpretare la mole di informazioni meteorologiche quotidianamente diffusa dai vari mezzi di comunicazione”.
Digitando nella barra di ricerca di Google “meteo in Italia”, le voci che vengono indicizzate dal motore di ricerca sono 57 milioni e 700mila: si va dai tanti siti specializzati alle previsioni pubblicate dai giornali ai widget meteo di siti internet di natura più diversa.
A Matteo Innocenti, magazziniere pistoiese, per esempio, la passione per il meteo è venuta da bambino quando dal suo paese in montagna, Campotizzoro, vedeva dalla finestra cadere la neve. Oggi che ha 34 anni ha deciso di creare un sito, www.meteocapotizzoro.it, cliccatissimo: “Mi sono documentato in internet”, ha detto in una intervista alla Nazione, “soprattutto sui forum di settore. Grazie alla rete ho imparato i fondamentali: come si legge una carta previsionale. Già da anni raccoglievo i dati della zona grazie a una stazione non professionale. Poi ho deciso di comprarne una professionale e ho fatto partire il sito”.
Come lui, altre centinaia di appassionati hanno fatto lo stesso.
La passione per il meteo un tempo era appannaggio quasi esclusivo degli inglesi, mentre in Italia i primi segnali di un’attenzione risalgono alla mitica trasmissione “Che tempo fa” condotta dal colonnello Edmondo Bernacca e dal colonnello Andrea Baroni (morto nel 2014 a 97 anni, nella foto). Gli strumenti si sono perfezionati, le previsioni sono diventate più precise, e come disse proprio Baroni in una intervista televisiva, “rimangono pur sempre previsioni, altrimenti le chiameremmo certezze”.
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