Costume
Il tedescometro, ovvero quanto c’è di tedesco dentro di noi
Dai tedeschi, pardon, berlinesi (è tutta un’altra cosa), ho imparato diverse cose, che ora sono mie, proprie mie e che non mollerò mai più e che quindi forse mi impediranno di tornare felicemente in Italia. O forse me ne starò comodamente a cavallo delle Alpi, col sedere bagnato di neve, un piede di qua e uno di là (è vero, sì, quella in cui avrei il piede destro sarebbe l’Austria, che è un’altra cosa, verissimo, i tedeschi amano gli austriaci ma NON sono ricambiati, ma questa è una metafora approssimativa e i chilometri volano).
Di questi tempi in cui va di moda fare giochi che testano le proprie credenze e aspettative per capire davvero CHI SEI e COSA PENSI, come se uno non sapesse in partenza cosa vuole essere (essere è una scelta o una predisposizione?) sento il bisogno di non lasciare i test di autoanalisi solo a Michela Murgia, che con la sua ottima idea, ci ha fatto scoprire che pensare una scemenza va bene, ma pensarne tante e tutte insieme ti rende una cosa con un nome impronunciabile, come Tu-sai-chi di Harry Potter, che inizia per F e ha al suo interno una difficile SC e finisce per A (sì, anche se sei maschio).
Credo che il Fascistometro non basti, eccheccahio, ci sono tanti altri aspetti da sondare. Tante cose che forse siamo senza saperlo. Non solo le inclinazioni politiche. Forse amiamo il fantasy e non lo sappiamo. Forse ci piacciono le donne e non lo abbiamo mai considerato a causa di un contesto culturale patriarcale. Forse…
Vuoi scoprire se sei tedesco e non lo sapevi? Se sei nato proprio a Berlino e poi adottato da genitori del Sud?
Scegli quali di queste affermazioni ti rappresenta, più ne spunti più il tuo livello di berlinesitudine è alto.
- Ami il buio
- Ami vestirti tecnico come se stessi andando in montagna, anche in città
- Metti il casco in bici e il tuo casco ha una luce rossa incorporata molto tecnica
- Non metti il casco in bici perché i dreadlocks non ci stanno
- Hai diverse assicurazioni
- La sera mangi cose fredde, una specie di pic nic sul tavolo da pranzo
- Quando vedi passare dei bambini con delle lanterne accese non resisti e canti Laterne Sonne Mond und Sterne con loro.
- La nudità altrui non ti spaventa
- La tua nudità nemmeno
- Ti senti un vichingo ma sotto sotto sei triste perché sai che sei solo un germanico e non sono i tuoi antenati ad avere attraversato l’oceano e scoperto le Americhe
- Ami i tatuaggi, la musica metal e i monili del Nord Europa
- Ami Fantaghirò e le gonne di pannolenci
- I tuoi nonni bevevano birra, tu bevi una Friz Kola
- Ti sai arrabbiare
- L’abbinamento dei colori è un sistema capitalistico patriarcale e tu non lo seguirai neanche morto
- Sì ai sandali e sì ai calzini
- Cerchi di risparmiare andando nei discount e poi spendi 4 euro per latte macciato con cannella e noci pekan. O un toast all’avocado. O un etto scarso di formaggio bio di pecora
- Ti lamenti borbottando tra te e te
- Scuoti la testa senza accorgertene
- Ti lamenti e cerchi di cambiare le cose
- Fai petizioni per salvare cose che ti ricordano la tua infanzia (una vecchia Knipe che sta per essere abbattuta), il mondo di prima, il socialismo (partecipando alla manifestazione contro MacDonalds), la giustizia sociale (come la recente manifestazione Unteilbar) e altre battaglie perse in partenza
- Sei serio
- Ma quando c’è la neve sei il primo ad uscire con uno slittino
- Lasci correre il tuo mini figlio nudo al parco giochi perché credi che così si rafforzi
- Non usi l’aerosol
- Non ti depili o forse ti depili ma non lo fai per gli altri, che sono genericamente dei portavoce di un sistema legato estetica neocapitalista ma lo fai per te, se c’hai voglia
Nel mio caso, sono riconoscente ai berlinesi per avermi fatto amare il buio, qui è più buio che in Italia e parlo di lampioni non di ore di luce e la festa delle lanterne che si festeggia nel giorno di San Martino. Sono grata per avermi insegnato a essere aggressiva e aver smesso di sentirmi cenerentolabiancaneve e le altre principesse multicigliate. Ora il mio livello di ruvidità è vicino a quello della lingua di una giraffa (per gli interessati posso mandare tutte le informazioni che spiegano perché so “per esperienze diretta” mica “per sentito dire” quanto è ruvida la lingua di una giraffa adulta).
Sto cedendo anche sui sandali coi calzini ma se li mettono le mie figlie. Che forse è pure peggio.
L’immagine è di Pixabay, Alexas_Fotos
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