Costume
Il gioco d’azzardo seduce in Italia un milione e 240mila studenti
Il gioco d’azzardo non lascia indifferenti i giovani e i giovanissimi italiani. Quelli che vanno dai 14 ai 19 anni e che non disdegnano affatto di tentare il ‘colpo’ con un Gratta e Vinci o con le scommesse sportive in agenzia e online. Oppure puntando sui pronostici di giochi a sfondo sportivo più ‘tradizionali’ come Totocalcio, Totip, Totogol. Sono stati 1.240.000 – durante l’anno scolastico 2015-2016 – quelli che hanno sfidato la sorte al gioco almeno una volta: il 49%. A mettere in fila i numeri del gioco d’azzardo giovane è lo ‘Young Millennials Monitor’, un osservatorio creato dal ‘pensatoio’ bolognese Nomisma – e sostenuto da Unipol – nato per analizzare attitudini e stili di vita dei ragazzi.
Dall’indagine condotta in collaborazione con l’Università di Bologna su un campione di oltre 11.000 studenti delle superiori dai 14 ai 19 anni – viene sottolineato in una nota del centro di ricerca emiliano – emerge chiaramente il fascino esercitato dal gioco sui ragazzini: il 21% inizia a giocare o scommettere per curiosità, il 20% per caso. Per divertimento il 18% mentre l’11% ha cominciato imitando amici e familiari e un altro 11% per la speranza di vincere una somma di denaro.
Consistente il numero di ‘giocatori abituali’: Il 17% ha giocato una volta a settimana o anche più spesso. L’11% degli studenti gioca con cadenza mensile e un altro 21% più raramente. I giochi più popolari il Gratta e Vinci (provato dal 35% degli studenti), le scommesse sportive in agenzia (23%), le scommesse sportive online (13%), i concorsi a pronostico a base sportiva come Totocalcio, Totip, Totogol (12%). La maggior parte dei giovani (il 27% sul totale) ha sperimentato uno-due tipologie di gioco l’11% ne ha sperimentati tre o quattro e un ulteriore 11% ha partecipato ad almeno cinque tipologie di gioco.
A giocare più spesso d’azzardo i maschi – 59% rispetto al 38% delle ragazze – in particolare al Sud e nelle Isole (53%) e al Centro (54%) rispetto al Nord (42%) mentre per quanto riguarda l’età il 53% dei giocatori è maggiorenne contro un 47% di minorenni. La propensione al gioco è maggiore negli istituti tecnici e professionali con il 58% e il 52% contro il 42% dei licei e nelle famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco (64% contro il 9% delle famiglie non giocatrici).
Dal rapporto di Nomisma emerge una fascia di giocatori per la quale il rapporto con il gioco d’azzardo assume contorni più critici che pesano in maniera negativa sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 36% dei giovani ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori, il 4% ha saltato impegni scolastici per giocare, mentre il gioco ha causato discussioni e litigi con familiari e amici o problemi a scuola nel 5% dei giocatori.
Nel suo lavoro l’istituto bolognese ha stilato, inoltre, una sorta di indice incrociando eventuali sintomi capaci di rivelare gli effetti negativi derivanti dal gioco sulla sfera psico-emotiva (ansia, agitazione, perdita del controllo) e su quella delle relazioni (familiari, amicali e scolastiche): la quota di ragazzi con approccio problematico al gioco, è emerso ancora, è del 5%; un ulteriore 9% degli studenti è etichettato come ‘a rischio’ mentre il 33% degli studenti, pur giocando, non evidenzia alcun segnale problematico, ponendosi con un approccio positivo al gioco.
Dal quadro complessivo, infine, emerge come il giocatore maggiormente problematico sia maschio, maggiorenne, frequenti istituti tecnici/professionali, abbia un rendimento scolastico basso e provenga dalle regioni meridionali, area in cui l’indice raggiunge i valori più alti.
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