Costume
Il dramma del gioco d’azzardo e la colpevole mancanza di una Legge che lo regola
D. Abbiamo chiesto al dott. Pasquale Riccio, protagonista del volontariato a Napoli, la situazione dell’ azzardo in Italia ed in particolare in Campania ai tempi del Covid e cosa pensa dell’incremento del gioco on line.
R. La situazione di questi ultimi due anni ha fatto registrare una diminuzione del gioco in presenza ed un incremento di quello on line. Entrambi i fenomeni hanno una chiara spiegazione nella momentanea chiusura delle sale gioco. Questa ha dimostrato la veridicità del nostro assunto: la riduzione dell’offerta porta ad una automatica riduzione dell’azzardo. Di contro la crescita del gioco on line tra fasce sempre più giovani della popolazione è stata determinata dalla chiusura delle sale gioco e dalla pubblicità sui mezzi di comunicazione. Lo Stato, nonostante il divieto imposto, continua a tollerare tutte le pubblicità indirette nei campi di gioco ed on line e quelle ingannevoli quali: “Giocate con moderazione” (è ipotizzabile che un giocatore compulsivo abbia la capacità di moderarsi?) oppure scaricate l’app “Gioco sicuro” (di sicuro ci sono solo le perdite).
D. Quindi i giovani preferiscono l’azzardo on line?
R. No. L’azzardo tra i giovani è in forte aumento e le racconto una storia di dipendenza, di usura e di camorra recentemente accaduta in un gruppo di amici tra i 18 ed i 22 anni, nella nostra città. Uno di questi ragazzi, che chiamerò Ciro per comodità di racconto, un bel giorno viene assalito dal disturbo d’azzardo patologico e diventa un giocatore compulsivo. Ben presto perde i suoi risparmi e comincia a chiedere agli amici soldi, raccontando loro che ha un investimento sicuro che produrrà molti utili. Una parte dei soldi raccolti viene giocata e persa e l’altra viene restituita come anticipo utili di modo da spingere gli amici ad investire di più. La faccenda si ripete per tre, quattro volte, le richieste sono sempre maggiori e si auto coinvolgono altri giovani, sempre della stessa età, attirati dalla possibilità di facili guadagni e, tra questi, compare qualche usuraio. La cosa sconcertante è che questi giovani movimentano pacchi di decine di migliaia di euro, rigorosamente in contanti, e che nessuno abbia mai chiesto a Ciro a cosa servissero veramente i soldi. Ad un certo momento il pagamento dei presunti utili si blocca per la perdita di tutto il danaro e cominciano le pressioni, prima appena accennate, ma ben presto diventano pressanti minacce.
D. Come è finita la storia?
R. Ciro si ravvede, capisce che il gioco è diventato più grande di lui e, finalmente, cerca aiuto in famiglia, la quale ricorre alle associazioni di volontariato contro l’azzardo che avviano il giovane ad un programma di recupero con interventi di sostegno sociale e medico sanitari, e, attraverso le esperienze e competenze accumulate nel tempo dai volontari, riesce ad evitare problemi giudiziari al figlio ed a tutti gli altri giovani attraverso gravose e pesanti transazioni extra giudiziarie. Questa storia dovrebbe insegnare ai giovani che gli investimenti che offrono maggiore profitto sono i più rischiosi e di non credere di essere capaci di riuscire a modificare le regole del mercato. Dovrebbe anche impegnare lo Stato ad elaborare un progetto sul tipo di società che intende proporre alle nuove generazioni, approvando, finalmente, una Legge che regoli l’intera materia stabilendo limiti alle giocate ed interventi puntuali ed immediati per evitare che le persone finiscano nella dipendenza patologica.
D. Ma non era stata approvata nella precedente Legislatura una Legge in Commissione?
R. No. Il documento cui si riferisce era una proposta di Legge approvata dalla Commissione della Camera dei Deputati, non trasformata in Legge per lo scioglimento anticipato del Parlamento. La nuova Legislatura non ha ancora trovato il tempo per discutere quella proposta nonostante: le pressanti conclusioni esposte nella ultima Relazione sui lavori della Commissione Antimafia sull’argomento; e la costante e perenne contraddizione di uno “Stato biscazziere” che dichiara lotta alle mafie nel tentativo di riaffermare la legalità sul territorio e, contemporaneamente, le alimenta, con diversi miliardi, in maniera “legale” attraverso le concessioni delle sale d’azzardo, e consente loro la possibilità, attraverso l’azzardo, di ripulire danaro illecito e di trasferirlo nei paradisi fiscali.
D. E le altre Istituzioni cosa hanno prodotto nel frattempo?
R. Alcune Regioni ed alcuni Comuni, con i limiti loro imposti dai legami con il territorio, nel tentativo di arginare il dramma della dipendenza che oggi è una vera e propria “epidemia dimenticata” (le persone con DGA superano i due milioni e mezzo), si sono attivate con Leggi e Regolamenti proponendo soluzioni diverse, secondo le diversità del territorio e del partito dominante, riuscendo, così a creare una situazione di caos generalizzato in cui diventa difficile orientarsi. E, come se non bastasse, le normative più stringenti vengono attaccate a seconda dei cambiamenti politici (es. Piemonte e Lazio). Come se una epidemia possa essere di destra o di sinistra!
D. Qual’è la situazione in Campania?
R. Il Comune di Napoli, nel dicembre 2014 ha approvato un ottimo Regolamento entrato in vigore a gennaio 2015 con un termine di cinque anni per permettere alle sale gioco insediatesi, nel frattempo, a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, di spostarsi per rispettare la norma. Gli spostamenti sarebbero dovuti avvenire, quindi, dal gennaio 2020; il 10 febbraio 2020 la Regione ha approvato una Legge che al contrario stabilisce che le case gioco, precedentemente insediatesi all’interno dei luoghi sensibili, non dovessero spostarsi, salvo insignificanti eccezioni. Ad oggi, la Legge, dopo 22 mesi, non è ancora applicata nonostante una previsione tempistica molto stringente ed a nulla sono valsi gli interventi sui mass media e le richieste di incontri da parte della Campagna “Mattiamoci in Gioco”, che aveva partecipato alla stesura ed alla discussione della proposta di Legge in sede preventiva e che, oggi, pur non condividendo alcune norme approvate, ritiene, comunque, utile e necessario l’attuazione di quanto deliberato. L’unico risultato prodotto ad oggi è la inapplicabilità del Regolamento Comunale di Napoli!
D. Quindi pensa ad un complotto?
R. Non credo ai complotti. Credo, invece, che analizzando le date, ci sia una precisa posizione dei gestori del gioco d’azzardo, che, appoggiata, non su loro richiesta, ma pesantemente, dalla malavita organizzata, cerchi di congelare la situazione. Sospetto che la Legge Regionale sia stata approvata solo per motivi elettorali, vista la scadenza della primavera del 2020 e che non si voglia fare una vera e profonda lotta alla malavita organizzata che nel gioco d’azzardo guadagna e ricicla. Se ancora una volta lo Stato e la Regione non si attiveranno per riaffermare la legalità, i dubbi diventeranno certezze!
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