Costume

Grazie mille, Miss Italia

23 Settembre 2015

Quando ho saputo della vicenda di Alice Sabatini e del suo bizzarro desiderio di vivere durante la Seconda Guerra Mondiale “perché tanto sono una donna e sarei rimasta a casa”, mi è subito venuto in mente questo video, realizzato dalla Cgil Milano, in cui alcuni studenti rispondono alla domanda: “Cosa è accaduto il 12 dicembre 1969 qui a Piazza Fontana?”. Le risposte sono incredibili, vanno da “forse c’entrano i comunisti…” a “un attentato di mafia!” Una ragazza azzarda, anche in tono piuttosto convinto: “Credo c’entrino le Brigate Rosse, quindi più o meno il periodo è quello che va dal 1935 al 1945.”

L’ignoranza storica nel nostro paese non è una prerogativa di Miss Italia. Tuttavia, l’ingenuità di questa ragazza conforta il nostro senso civico, e grazie a lei ci siamo sentiti tutti più intelligenti, saggi, e politically correct per un pomeriggio.

Più che condannare una diciottenne per una cavolata detta in TV (perché di questo si tratta: di una delle tante idiozie uscite dalla bocca di un personaggio pop, destinata a diventare virale su internet), mi sono chiesta: davvero le pagine e pagine di libri sulla Seconda Guerra Mondiale di cui Alice parla non citano il ruolo avuto dalle donne nel periodo bellico? Davvero si pensa ancora al ruolo femminile in guerra come passivo? E le partigiane, le infermiere, le donne che mandavano avanti le attività produttive mentre gli uomini erano sui campi di battaglia, che con il loro lavoro  hanno creato le basi della ricostruzione di un’economia di pace? Se i libri di storia non danno valore a questo apporto, perché ci aspettiamo che lo faccia una ragazza all’ultimo anno di liceo intervistata da Claudio Amendola durante una finale di un concorso di bellezza?

Ma oltre a coccolare il desiderio di superiorità intellettuale dell’uomo della strada, l’uscita pubblica della nuova miss ci ha stuzzicato anche perché è esattamente quello che ci si aspetta da una ragazza giovane e attraente che partecipa a un programma nazional-popolare: che sia tutto sommato un po’ scema  (anche se, mi preme sottolineare: a mio parere non si è trattato di nient’altro che di ingenuità, sicuramente non di stupidità o ignoranza). Immaginatevi se Alice avesse risposto: mi sarebbe piaciuto vivere all’inizio del Novecento per partecipare al dibattito sui principi unificanti della fisica insieme ad Albert Einstein. Si sarebbe scatenato un putiferio sul web perché, si sa, una donna che sia bella – e che ne sia consapevole a tal punto da candidarsi a Miss Italia- non può essere anche brillante o acculturata – o per lo meno non può aspettarsi che qualcuno la prenda sul serio. Quindi ci fa molto più comodo così: grazie Alice, per averci fatto sentire cittadini e cittadine migliori per qualche giorno. Ora possiamo tranquillamente continuare a pensare che Miss Italia e i concorsi di bellezza siano sfilate di bamboline senza cervello e che tali debbano restare nei secoli dei secoli. E a pensare che Piazza Fontana sia opera delle Brigate Rosse del 1935, senza porci più di tanti problemi.

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