Costume

La formazione a distanza tra scuole e webinar per professionisti

16 Marzo 2020

Se non fate parte del mondo della scuola e più in generale della formazione, la sigla FAD forse non vi dice nulla. Eppure in questo periodo, con un Coronavirus che ha cambiato la nostra vita, se si procede con i programmi scolastici e corsi, è proprio grazie alla formazione a distanza. Questo sta a significare l’acronimo FAD e infatti è tutto un pullulare di piattaforme che, grazie a Internet, permettono di interagire e andare avanti. Ma dietro l’esaltazione del digitale come soluzione a tanti problemi, c’è molto di più.

Ci sono storie di resilienza, di professori che vincono le loro resistenze (chi ha 65 anni non è detto sia internettiano come un quarantenne), di chi si trova a lavorare dalla mattina alla sera per comunicare con i bimbi piccoli, così come di professionisti che regalano tempo e competenze “perché siamo tutti in emergenza”.

L’esperienza con Padlet della scuola elementare di Saronno

 

Nella quarta elementare, così come in tutta la scuola Pizzigoni di Saronno (provincia di Varese) si resta in contatto con i bambini con Padlet. E grazie a docenti come Erika Torello che si è reinventata le sue lezioni di storia, italiano, geografia, arte e musica. “La didattica per i più piccoli non può essere ambiziosa e non basta la piattaforma per raggiungerli”, precisa subito l’insegnante. “Abbiamo scelto Padlet, una sorta di ‘muro’ fatto a mattoncini su cui si caricano i contenuti, raggiungibile da qualsiasi device. Non tutti hanno un computer e c’è un’alta percentuale alta di extracomunitari, ma in generale il cellulare ce l’ha chiunque”.

La piattaforma è colorata e intuitiva: “Abbiamo suddiviso tutto in colonne e per materie, la prima da sinistra ha la programmazione della settimana, dopo si scorre di giorno in giorno e quella che i bambini vedono più in alto per ogni colonna è l’attività più recente. Riescono ad accedere da soli, anche se all’inizio hanno avuto bisogno di aiuto”.

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La piattaforma Padlet usata dalla scuola elementare di Saronno

Le attività riguardano audiolezioni in cui si spiegano gli aggettivi numerali o passi di storia, brevi video di saluto, suggerimenti di disegni da fare e tanto altro. Nella sezione “Attività facoltative perditempo”, Erika inserisce programmi culturali da guardare, libri e audiolibri, indovinelli, ricette da fare con i genitori per dare spunti su “come passare il tempo libero. Per i bambini restare agganciati alla voce dell’insegnante è fondamentale, ne hanno bisogno”. E il venerdì ci si “vede”: “In call alle 17.30 in modo che ci siano anche i genitori”. E i bimbi, si legge dai commenti su Padlet, non vedono l’ora, perché si sentono un po’ soli e mancano loro le maestre.

Ovviamente non è tutto semplice: “A volte la rete è sovraccarica, quindi spesso la piattaforma non si aggiorna o si chiude da sola”. Per non parlare dell’impegno in più. “All’inizio i bimbi mi inviavano via mail i loro compiti a tutte le ore del giorno. Si sono dovuti abituare che non sono sempre disponibile, anche se lavori di più perché devi progettare ogni cosa mentre in classe ti concedi la battuta, a volte improvvisi… Ma noi vogliamo bene ai bambini: l’idea che si possano annoiare ha spronato un po’ tutti”.

La scuola media punta su Google Meet

 

Anche Katia Trimarchi è una docente della provincia di Varese. Insegna inglese in 6 classi a ragazzi dagli 11 ai 14 anni. Nella sua scuola la piattaforma utilizzata è Google Meet, fa parte di quella Google Suite che Big G ha deciso di dare gratis agli istituti fino all’1 luglio.
“Basandoci sul registro online, il nostro strumento di comunicazione, abbiamo pensato che, oltre a lasciare i compiti, potevamo creare dei momenti di incontro con i ragazzi. Anche perché, da mamma, so quanto sia controproducente assegnare attività senza una interazione”.

Ma non è stato tutto immediato: “Ho iniziato incontrando online tutte le classi per dare le prime indicazioni. Ma non tutti sono indipendenti e spesso neanche i genitori cui ho dato aiuto. Consegno a ragazzi materiali supportati da video esterni, assegno esercitazioni ma è importante il confronto. Mi serve per spiegare una struttura complessa come il Present Perfect ma anche per dedicarmi alla correzione chiarendo regole e dubbi. Il nostro lavoro, però, in questo periodo va oltre i programmi” spiega Katia.

“Qualche giorno fa, mi sono svegliata, ho ascoltato una canzone in inglese e l’ho inviato ai miei alunni ricevendo riscontri positivi. Hanno bisogno di avere contatti, manca la realtà quotidiana e noi insegnanti ci sentiamo investiti di un ruolo ancor più importante”.

Katia lo ricorda: “Il nostro è un lavoro di relazione, con gli allievi ma anche tra gli insegnanti e non è una piattaforma a risolvere tutto. Lavori di più anche per avere la percezione di cosa stanno facendo”.

Ma se riusciamo a fare tutto questo è grazie anche ai ragazzi che si stanno dimostrando responsabili e a tutti i colleghi. Una di 65 anni non sapeva usare Internet, pur di esserci, e nonostante una grave malattia, ci ha messo tutto il suo impegno”.

Alla Civica di Milano lezioni serali con Microsoft Team

 

Alla Scuola Civica di Milano Luchino Visconti, per il corso di Social videomaking, l’iniziativa di fare le lezioni online è partita il 26 febbraio grazie all’insegnante di social media, Cristina Simone. La scelta è ricaduta su Microsoft Teams, un tool a pagamento.

“Ma è solo uno strumento che consente di stare connessi. Alla base ci deve essere l’impegno del docente nel ridisegnare la lezione. Non hai l’aula davanti, non vedi i ragazzi (anche per non sovraccaricare la banda) ed è più difficile chiedere dei riscontri su come sta andando. Ognuno è a casa sua, pertanto soggetto a distrazioni così come c’è chi non ha uno spazio per sé e si trova nella stessa stanza con la mamma e la sorella. Con non poco imbarazzo”.

Le lezioni, per ragazzi dai 18 anni in su, come prima in aula, si tengono online dalle 18 alle 21.30. “Orario non facile, ecco perché bisogna assegnare mini-esercizi o puntare su un social come Twitter. È ideale per avere notizie dirette dai ministeri, le regioni, da Conte e verificare le fake news che girano. Per creare una lezione più interattiva, abbiamo fatto anche social TV con live tweeting in diretta di una trasmissione”.

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La lezione online alla Civica di Milano con Microsoft Teams

Altre tecniche sono quelle della flipped classroom, classe rovesciata, come spiega Massimo Benedetti, che insegna visual storytelling: “Prima di incontrarsi online si dà un’esercitazione grossa, senza spiegare molta teoria e facendo sì che gli allievi la “cerchino” da soli. Poi quando ti “vedi” raccogli quanto hanno fatto: ognuno racconta il suo percorso. Quando tutti hanno dato il proprio riscontro, l’insegnante chiude il cerchio. Per me, che ho lezioni laboratoriali, è cambiato molto. Sono abituato a usare la lavagna con i fogli, i post it, adesso io faccio la parte del cartellone e i ragazzi fanno da post it umani. E questo permette loro di parlare senza pensarci più di tanto”.

Le lezioni, poi, sono un momento importante della giornata, aggiunge Cristina Simone:

“Sono più reattivi e per chi è abituati a uscire sempre, avere un appuntamento quotidiano è vitale”.

Formazione a distanza per i professionisti: webinar e video gratuiti

 

Online si formano non solo studenti ma anche professionisti. La stessa Cristina Simone ha organizzato diversi webinar gratuiti su LinkedIn, influencer marketing e a breve ne farà su Facebook e Instagram (basta seguire i suoi canali per sapere quando). “Dato che il mio lavoro si è ridotto, ho voluto mettere a disposizione le mie competenze, dando così una mano ai freelance ma anche ai piccoli commercianti. Ho scelto come piattaforma GoToMeeting che dà una prova gratis di 7 giorni”.

Andrea Romoli e Fabrizio Faraco, facilitatori, organizzano vari incontri live che prevedono la metodologia del Lego Serious Play®, ma in questi giorni hanno pensato, insieme ad altri,  di fare un webinar dal titolo “Come lavorare da remoto con il tuo team”. Appuntamento il 17 marzo alle 11 per sapere come “prepariamo i nostri seminari remoti, quali strumenti utilizziamo e cosa bisogna usare per fare tutto al meglio. Ci rivolgiamo sia a chi organizza webinar che a chi lavora a distanza come manager, freelance. Tra gli speaker ci sarà anche Sabrina Goerlich che ha già fatto esperienze di questo tipo in Germania”.

Anche le associazioni si attivano in tal senso, tra queste c’è l’associazione Freelance Network Italia che in questo periodo organizza webinar aperti a tutti i liberi professionisti, non solo agli associati. “C’è ancora più bisogno di rimanere connessi”, spiega Barbara Reverberi, presidente, “specie con persone che vivono la stessa esperienza. Ecco perché organizziamo pillole formative online per chiunque si iscriva al gruppo Facebook del Freelance Network. Oltre a vederle in diretta tramite la piattaforma Zoom, sono sempre a disposizione. Prossimo appuntamento mercoledì 18 alle 15 con Maria Letizia Russo e il personal branding con LinkedIn”.

C’è poi chi usa Telegram e YouTube come Andrea Ciraolo che aiuta chi fa didattica a distanza a usare al meglio alcuni strumenti come Trello, le mappe mentali e tanto altro.
Perché anche chi fa formazione ha bisogno di formazione. A distanza, of course.

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