Costume

È finito il decennio dei social network. Inizia quello… dei social network!

2 Gennaio 2020

Ci sono tanti modi per descrivere il decennio che ci lasciamo alle spalle, un comune denominatore è stata la velocità con cui sono avvenuti dei veri e propri cambiamenti radicali. Protagonisti incontrastati di alcuni di questi sono stati i big tech. Grandi non a caso. Il Guardian ha riportato che lo scorso anno le entrate di Apple sono state maggiori del prodotto interno lordo del Vietnam. Poche società controllano il mercato e parlare di concorrenza è impossibile. Facebook e Google occupano il 60% di tutta la pubblicità online. Negli Stati Uniti, ogni dieci dollari spesi online, quattro vanno ad Amazon. Non è solo una questione di mercato. La società di Menlo Park vanta 2,4 miliardi di utenti. In pratica, quando accediamo a questo social network, è come se fossimo potenzialmente in compagnia della popolazione di un enorme continente virtuale.

Molteplici sono le contraddizioni dei colossi tecnologici. C’è chi punta il dito sulla gestione dei dati degli utenti, chi si preoccupa della mancanza di concorrenza nel mercato. C’è chi pensa alle condizioni di lavoro dei dipendenti o dell’impatto che queste società hanno sul sistema informativo. È tuttavia indubbio il loro ruolo nell’aver cambiato radicalmente le abitudini di tutti noi.

Il Pew Research Center ha riportato un grafico a dir poco sorprendente. A ull’asse delle ascisse sono indicati gli anni, su quello delle ordinate la popolazione di americani adulti in percentuale. Nel grafico c’è una curva che riporta l’uso di Internet, un’altra dei social media, poi dei telefoni cellulari e degli smartphone, dei computer e dei tablet. Ciascuna di queste curve schizza verso l’alto al passare degli anni. Internet nel 1994 era usato solo dal 6% della popolazione americana adulta, oggi lo usano otto persone su dieci negli Stati Uniti. Più di otto su dieci hanno uno smartphone, tra i millennial la percentuale arriva al 93%. Questi dispositivi servono anche per usare i social media. Ebbene il 2018 è stato l’anno in cui per la prima volta questi ultimi hanno superato i giornali stampati come fonte di informazioni e notizie.  Nel 2005 solo il 5% usava i social media, oggi si parla del 72%. Sembra non si possa fare più a meno di una connessione e delle piattaforme. Più di sette americani su dieci usano Facebook e oltre la metà utilizza questo social network per tenersi aggiornato. Tuttavia il social dell’informazione per eccellenza è Twitter. Solo il 23% degli americani usa la piattaforma con i cinguettii da 280 caratteri ma la quasi totalità (17%), lo fa per sapere cosa accade intorno a sé. Non si tratta solo di un elenco di percentuali ma della descrizione delle abitudini degli americani e non solo, di persone che solo fino a pochi anni fa trascorrevano il proprio tempo svolgendo altre attività ma che ora lo fanno online o compiono azioni inimmaginabili agli albori del vecchio decennio.

Parlavamo di aspetti contraddittori della tecnologia e infatti eccone un altro. L’uso del tempo. Secondo Zenith, l’utente medio degli Stati Uniti, durante l’anno che si è appena concluso, ha passato circa quattro ore al giorno con i media online. Nel 2019 un americano in media ha trascorso 264 minuti davanti alla televisione ogni giorno, cento minuti ad ascoltare la radio, la metà davanti a un desktop ma ben 208 minuti su Internet attraverso un dispositivo mobile. Diversi studi ipotizzano conseguenze negative sulla salute fisica e psicologica legate all’eccessivo uso della tecnologia digitale. È nato addirittura un movimento che mira a ridurre eventuali dipendenze e che prende il nome di Time wellspent. Che uno dei buoni propositi per il nuovo anno sia proprio quello di ridurre l’utilizzo dei dispositivi e social media? Battute a parte, appare poco verosimile che l’uso di dispositivi tecnologici e piattaforme possa ridursi, piuttosto si diversificherà e cambierà forme e la vera sfida sarà essere al passo con i tempi.

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