Costume
Gli italiani a tavola: tra rito pagano e iper-comunicazione, per la maggioranza resta un piacere equilibrato
Cosa pensano gli italiani del cibo? Le nostre scelte in ambito alimentare fotografate da CSA.
Con l’anno nuovo ampiamente iniziato, nel balletto dei nuovi propositi degli italiani c’è sicuramente quello di recuperare il peso forma. Abbiamo salutato il 2024 con un interesse tutto speciale alla tavola. Il valore della tradizione, grande idolo sull’altare delle crisi multiple incombenti, si esprime proprio così, mangiando, come emerge da tanta filmografia recente e passata.
CSA ha fotografato le pratiche dei festeggiamenti all’interno di uno scenario socioculturale sulle scelte degli italiani in ambito alimentare.
Ne rileviamo, prima di tutto un investimento che sfiora il vero e proprio culto pagano, incrociato con la sommità dei valori religiosi, la ritualità e l’impareggiabile piacere della comunicazione. Ecco a noi il valore che mette tutti d’accordo: mangiare. Tra i primati italiani, c’è senz’altro questo edonismo contagioso, che scatena un florilegio creativo di dispositivi reattivi di contenimento, dalla sublimazione della grande tradizione culinaria regionale, alla moltiplicazione di regole, divieti e sanzioni dello stare insieme a mangiare a bere.
In questo magmatico terreno incandescente, abbiamo tratteggiato tre tipologie che compongono la popolazione italiana, monitorata dall’istituto CSA.
Il gruppo più esiguo, una minoranza del paese intorno al 20%, è costituito dal gruppo dei SALUTISTI tutti orientati SOPRATTUTTO al controllo. Togliere calorie, zuccheri, alcol, fino alle radicalizzazioni patologiche dell’anoressia, nella versione tragica della clinica grave ma an che nei tratti modaioli dei nuovi digiunatori. Nei cibi che mangio tendo a ridurre al minimo i grassi lo afferma l’88 % dei salutisti rispetto al 57% totale POPOLAZIONE.
Ma la vera matrice italiana è lo zoccolo duro di italiani che coltiva con il cibo un rapporto intenso e equilibrato, trasformando culturalmente gli istinti più profondi in scelte consapevoli, elaborate, condivise socialmente. Lo descrive il gruppo maggioritario, il 50 % della popolazione, che abbiamo chiamato EQUILIBRATI, per sottolineare la loro, la nostra, capacità di conciliare piacere e dovere.
Gli italiani si siedono a tavola per consumare pasti veri e cucinati, di cui il simbolo più vistoso è la pasta. La pasta è uno dei cibi che amo maggiormente dichiara il 64 % del nostro campione. Se la pizza, altro cibo più amato nel mondo, si combina al fuori casa e alla snackettizzazione degli stili alimentari, la pasta riporta le persone al ritmo lento e celebrato del pasto.
Mangiare è sempre molto di più che solo mangiare e per gli italiani, leader al mondo negli stili alimentari, la passione per il cibo ‘ buono e gustoso’ si combina naturalmente con l’attenzione alla salute e all’affettività relazionale. Credo di essere un vero buongustaio dichiara il 62 % della popolazione, rispetto a valori molto inferiori registrati negli altri paesi, indagati dai monitor longitudinali di CSA.
Al vertice di questa competenza di vita, vero e proprio tratto socioantropologico degli italiani, si collocano la coscienza e la cognizione del primato del fresco. Il cibo, in Italia, come sa chiunque confronta il proprio paese con l’estero, è prima di tutto un atto, un gesto che passa direttamente dalla natura alla persona.
L’attenzione maniacale alla qualità degli ingredienti, l’imperativo quasi morale a nutrirsi di alimenti appena cucinati, fa dell’esperienza del mangiare in Italia una combinazione di leggerezza e bontà in cui è racchiuso un segreto di buona cucina, anche quando semplice, riconosciuto e ricercato nel mondo. Un valore che si sposa con l’attenzione ai territori e si traduce in termini socialità, di sincronizziazione delle esperienze e di incontro con gli altri, a partire dai famigliari. A casa mia si va a tavola più o meno sempre alla stessa ora afferma il 69% della popolazione.
Quando un italiano si mette a tavola, sa che qualcuno ha cucinato per lui e si sta occupando di lui. Che sia la madre, il padre o il compagno o un amico o sia un ristoratore, il pasto racchiude la dimensione della cura che si celebra con altri commensali. E’ un’esperienza reale, che non a caso scatena così tante fotografie nella speranza, vana, di catturarla e trattenerla al di là della sua realizzazione concreta e presente.
Nella mia alimentazione cerco di mangiare il più possibile cibi freschi/non conservati lo afferma il 72 % degli italiani, rispetto a valori molto inferiori registrati in altri paesi del mondo.
La passione italiana per il fresco è tutta qui, in una tradizione che si combina costantemente con l’innovazione trasmettendo nuovi saperi. La cura si declina immediatamente con l’edonismo. Amo particolarmente la cucina saporita e gustosa, lo afferma l’80% degli EQUILIBRATI, il gruppo maggioritario della popolazione.
In questo paese con un così forte radicamento nella tradizione, non mancano spinte innovative e incursioni in nuovi territori della cultura alimentare. Il gruppo del restante 30% della popolazione , che abbiamo denominato SPERIMENTATORI, restituisce un’ apertura al cambiamento che va dall’interesse della tecnologia applicata alla cucina, al cibi stranieri e al mangiare fuori casa.
Gii SPERIMENTATORI sono prevalentemente più giovani e inclini a destrutturare l’agenda alimentare, con concessioni di golosità e autoindulgenza anche nel cuore della notte. Ma anche queste forme estreme di destrutturazione convivono con il grande interesse e investimento nella cucina.
Una tendenza che mette d’accordo tutti, SALUTISTI, EQUILIBRATI e SPERIMENTATORI è racchiusa nel turismo enogastronomico, in cui si combinano la passione per il cibo con quelle, in crescita esponenziale in questo decennio, per i viaggi. ‘La cosa che mi piace di più fare quando viaggioi è assaggiare nuovi cibi e conoscere nuove cucine’ è un’affermazione che raccogliamo costantemente nei nostri gruppi di ascolto qualitativi sul turismo. Il turismo enogastronomico è una chiave che consente di comprendere e esprimere bisogni e potenziale sia l’offerta che la domanda.
Viaggiamo per conoscere sapori, ricette, persone. Al tempo stesso, fare il ristoratore, in tutta la sua difficoltà, è uno dei mestieri da sogno anche per le nuove generazioni. In un futuro tutto da scoprire.
MANGIARE BENE E’ UNO DEI PIACERI PIU’ IMPORTANTI DELLA VITA lo pensa il 76%. Quali sono gli altri? Ne parleremo presto.
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