Costume
Dopo Capitol Hill: italiani favorevoli alla chiusura degli account social
Anche l’opinione pubblica italiana si unisce alla presa di distanza dall’assalto alla Casa Bianca, definito un attacco terroristico e attribuito alla regia di Trump. Colpisce l’auspicio a norme di controllo e alla chiusura di account social che ne possano diffondere lo spirito.
Le immagini che ci hanno tenuti incollati alla televisione, con le reazioni che hanno prodotto nell’opinione pubblica, contengono segnali importanti dal punto di vista della comunicazione. Evidenziando fenomeni nuovi. Proprio la natura spettacolare, un tempo capace di fascinazione, ne ha stemperato il carattere realistico: immagini con un impatto narrativo ma poca capacità di sollevare consenso e seguito.
Azzardiamo l’ipotesi che la narrazione si sia finalmente del tutto spostata nei luoghi, legittimi, nelle scorpacciate di serie televisive, lasciando spazio a una normalità da preservare e coltivare. A partire dalle istituzioni e in generale dal senso del limite. Anziché a una deriva delirante abbiamo assistito a un episodio di frattura del mito poietico che dalle fake news arriva alla fantasia della manipolazione totale, nel liquido dei social media dove tutto si può trasformare in realtà. Ma la realtà ora è che proprio quelle immagini suscitano condanna diffusa, anche su una parte di votanti di centro destra teoricamente affini alla base repubblicana.
Ed è proprio da questa condanna che emerge un altro passaggio decisivo di questo strano inizio d’anno, all’insegna della ricerca di equilibrio proprio a partire dalla comunicazione. Il consenso generato dal silenziamento delle pagine potenzialmente inneggianti alla rivolta chiama in causa molti fattori, non scontati. Il timore dei meccanismi virali di cui si è parte, l’esigenza di regole e di governo a tutti i livelli, la richiesta di non neutralità e di una visione con cui schierarsi.
Non al prezzo della libertà ma in una nuova di libertà realizzata, ancora tutta da capire.
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