Costume
“Biagina”, la borsa della mia fortuna
Mia madre, che mi adorava, appena mi laureai nel 1991 mi diede il peculio per comprarti.
Sono passati più di trent’anni e mi hai fatto sempre compagnia.
Oggi sei rattrappita, sgualcita, hai le rughe di una pelle consunta e disfatta, graffiata, scolorita, con piegature che non ritornano più dritte.
In molte parti del tuo sfibrato e grinzato tessuto si notano rammendature e rattoppi.
Ma hai retto. Sei sempre funzionante.
Hai trasportato codici, fogli, cartelline, fotocopie, produzioni di parte, come diciamo noi avvocati, cioccolatini e caramelle, delle quali sono ghiotto, ma soprattutto libri.
Quando stavi con i libri ti gonfiavi, come se avessi mangiato un pantagruelico pranzo.
Eri soddisfatta e felice, satolla.
Hai frequentato giudici di pace, preture, tribunali di tutta Italia, Corti di Appello e ti sei divertita con me quando andavamo in Cassazione.
Altri avvocati hanno borse di Louis Vuitton, The Bridge, Montblanc, tu sei stata comprata in un negozio di Napoli dalle parti di Castelcapuano se non ricordo male, nella lunga strada della via dei Tribunali.
Allora ti sussurrai : “starai con me, fin quando avrò la forza di scrivere e parlare”.
Sei stata maltrattata, buttata su sedili di metropolitane e treni regionali, in aerei low cost, in cappelliere ove sfiguravi, perché accanto a te c’erano le borse dei Ceo, manager, direttori di aziende, amministratori delegati.
Nelle “Frecce Rosse” sei anchilosata, vecchiume.
Ma tu sei orgogliosa. Hai frequentato biblioteche. Lì ti sentivi a tuo agio, perché ti disponevi a raccogliere fotocopie di libri introvabili, di riviste dottrinali di prestigio.
Sapevi che dovevi custodire l’oro.
I computer non c’erano e quando ti prendevo tu mi facevi trovare i fogli sempre ordinati.
Nelle tue teche c’era e c’è di tutto: sigari, accendini, ma soprattutto matite, colori, pastelli, evidenziatori, giornali ritagliati e tanto altro che non possiamo rivelare e che abbiamo in segreto solo noi due.
Oggi ti raggomitoli con computer, caricatori portatili.
Ti ho perduta molte volte, ma ti ho sempre ritrovata.
I cancellieri dei Tribunali sapevano che eri la compagna dell’avvocato Riccio, sempre a leggere, sottolineare, scrivere e ti mettevano da parte in attesa della mia trafelata venuta: “ avvocato qui c’è la sua borsa: se la dimentica sempre”.
“Biagina”: hai visto piangere e sorridere clienti. E quando abbiamo perduto le cause ci siamo sentiti dei cani bastonati, ma quando abbiamo vinto ci siamo commossi.
Invecchierai con me: per sempre.
Mi hai dato e mi porti tanta fortuna.
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