Società
Cliccare senza leggere, uguale: votare senza capire
Questa mattina, mentre mi trovavo a una interessante conferenza su migranti e corretta informazione, ho ricevuto due messaggi Whatsapp (da due persone diverse, che non si conoscono e con cui ho solo rapporti di lavoro) in cui mi si invitava a firmare una petizione contro lo ius soli, con questa motivazione: «Perché se prendono la cittadinanza italiana voteranno per il partito islamico già esistente in Italia dal 2 luglio 2017, ed avremo leggi islamiche».
Linguisticamente, il messaggio è interessante per le sue ellissi. Manca il soggetto: chi sono coloro che, se prendono la cittadinanza italiana, voteranno per il partito islamico?
Il Nemico, ovviamente. Il Male. Colui che non deve essere nominato. Tu-sai-chi.
L’inciso con la data di fondazione del partito islamico (si riferisce forse alla Costituente Islamica di Hamza Piccardo), serve a dare sostanza alla paura: sono già qui, sono tra noi.
L’altra ellissi è il salto logico «voteranno per il partito islamico … ed avremo leggi islamiche». Salto illogico, evidentemente: ammesso pure che i nuovi cittadini fossero tutti musulmani, chi dice che voterebbero quel partito? E se anche votassero quel partito, chi dice che avrebbe la maggioranza in parlamento? E se anche il partito avesse la maggioranza in parlamento, chi dice che farebbe leggi islamiche?
Lo scenario, peraltro, crolla alla prima ipotesi: uno studio della Fondazione Moressa, citato da Repubblica, ha analizzato «un campione di 815mila ragazzi, che in buona parte coincide con i potenziali beneficiari della riforma», e ne è emerso che «complessivamente la maggioranza degli alunni stranieri (44%) è di religione cristiana».
Andiamo quindi a leggere la petizione su Change.org. Il testo della lettera indirizzata al Presidente Mattarella è sintetico: «gli Italiani dicono NO allo Ius Soli».
Prolissa e confusa è invece la descrizione della petizione: dice che lo ius soli creerà un vulnus costituzionale e aprirà un contenzioso presso l’Alta Corte (quale?) e che la Corte ristabilirà lo ius sanguinis (quindi? problema risolto?). No, perché «nel momento in cui vinceranno i ricorsi anche i genitori diverranno cittadini italiani» (ma quali ricorsi?).
Non è chiaro. È chiaro però che la strategia elettorale è quella di «accalappiare gli 800mila che già votano». Ma se già votano, che c’entrano le nuove cittadinanze? Peraltro, «si stimano un milione e duecentomila voti persi in varie liste». Si stimano come? con quali metodi? e perché dovremmo avere paura degli ottocentomila di qua e non del milione e duecentomila di là?
In ogni caso, da quella che Quintiliano nel De causis corruptae eloquentiae avrebbe potuto definire una perfetta supercazzola sembra di capire che la legge sullo ius soli sia manovrata da questo neonato ma già potentissimo partito islamico.
Andiamo ad approfondire sul sito del promotore della petizione, Filippo Sciortino, presidente dell’Unione Movimenti Liberazione. Qui è più chiaro. Il Nemico è il governo. Anzi, ancora il governo Renzi. E comunque il PD.
Non si capisce però perché il PD dovrebbe architettare questa manovra per consegnare ottocentomila votanti al partito musulmano e il Paese all’Islam, ma in ogni caso trovate nella schermata successiva il numero della Poste Pay per supportare il movimento.
La petizione è attiva da due mesi, promossa dalla pagina Facebook del movimento, ma finora aveva raccolto duemila adesioni. Negli ultimi tre giorni, presumibilmente da quando è iniziata la campagna Whatsapp, sembrerebbe aver superato quota centomila.
Le conclusioni sono tre:
1. Non occorre saper argomentare per convincere, anzi.
2. Per il viral marketing, Whatsapp funziona meglio di Facebook.
3. In Italia ci sono almeno centomila persone che firmano senza (saper) leggere.
Il problema è che, presumibilmente, loro sono già tra quelli che votano.
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