Cibo

La Guida ai Ristoranti d’Italia 2018 de L’Espresso

23 Ottobre 2017

La settimana scorsa è stata presentata alla Stazione Leopolda di Firenze la Guida ai Ristoranti d’Italia 2018 de L’Espresso. Più di 2.800 locali tra ristoranti, trattorie e osterie selezionati, 700 dei quali premiati con il simbolo del cappello da cuoco (si va da un minimo di un cappello per i locali con buona cucina a un massimo di cinque per i locali che rappresentano il meglio in assoluto), 30 premi assegnati alle categorie gastronomiche d’eccellenza: questi sono i numeri della Guida diretta e curata da Enzo Vizzari, che quest’anno taglia il traguardo dei suoi primi quarant’anni (la prima Guida uscì nel 1978), e festeggia l’avvenimento con un’edizione “deluxe” impreziosita da un breve racconto della ristorazione italiana degli ultimi quattro decenni narrato da Vizzari attraverso i nomi, i volti e i piatti dei suoi protagonisti; questo racconto permette di fare un interessante viaggio nella storia dell’enogastronomia del nostro Paese e dei suoi attori principali, partendo dai tempi di Gualtiero Marchesi e Angelo Paracucchi per arrivare agli chef “massmediatici” dei giorni nostri (da Gianfranco Vissani a Massimo Bottura, da Carlo Cracco ad Antonino Cannavacciuolo), passando per figure meno note al grande pubblico ma non per questo meno importanti come (tanto per citarne alcuni, in rigoroso ordine alfabetico) Massimiliano Alajmo, Vittorio Cerea e i suoi figli, Alfonso Iaccarino, Aimo e Nadia Moroni e Nadia Santini.

Quest’anno sono cinque i locali che hanno ottenuto il punteggio massimo: Casadonna Reale a Castel di Sangro (L’Aquila), Le Calandre a Rubano (Padova), Osteria Francescana a Modena (che secondo la Guida «era e rimane il miglior ristorante al mondo, oltreché il migliore d’Italia di sempre»), Piazza Duomo ad Alba (Cuneo) e Uliassi a Senigallia (Ancona). La novità della Guida 2018 è costituita dal cappello d’oro, assegnato a quei ristoranti che, come afferma Vizzari nell’introduzione, «hanno contribuito in misura decisiva a cambiare il volto della cucina italiana». I ristoranti con cappello d’oro sono dieci: Caino a Montemerano (Grosseto), Colline Ciociare ad Acuto (Frosinone), Dal Pescatore a Canneto sull’Oglio (Mantova), Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli), Enoteca Pinchiorri a Firenze, Lorenzo a Forte dei Marmi (Lucca), Marchesi alla Scala a Milano, Miramonti l’Altro a Concesio (Brescia), San Domenico a Imola (Bologna) e Vissani a Baschi (Terni). Per quanto riguarda gli altri riconoscimenti, ne riportiamo alcuni: Premio Zonin 1821 per il maitre dell’anno a Vincenzo Donatiello del ristorante Piazza Duomo, Premio Ferrari al sommelier dell’anno ad Alfredo Buonanno del ristorante Krèsios di Telese Terme (Benevento), Premio Veuve Clicquot per la cuoca dell’anno a Gaia Giordano del ristorante Spazio di Milano, Premio Lilia per il giovane dell’anno allo chef del ristorante Materia di Cernobbio (Como) Davide Caranchini, Premio Coca Cola alla novità dell’anno al ristorante Borgo Egnazia – Due Camini di Fasano (Brindisi) e al ristorante Il Portico di Appiano Gentile (Como). Non bisogna infine dimenticare l’inserto dedicato alle migliori pizzerie d’Italia, con il Premio Petra Molino Quaglia per il giovane pizzaiolo di talento andato a Gennaro Battiloro del ristorante-pizzeria La Kambusa sul Lago a Massarosa (Lucca).

(Nell’immagine di copertina tratta da Masterchef.it: Enzo Vizzari)

 

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