
Cibo
Cara Pasqua!
Puntuale come ogni anno, l’arrivo della primavera porta con sé le celebrazioni della Pasqua. Manca ormai poco alla data e fremono i preparativi a 360°, dalla tavola alle uscite fuori porta, sono numerosi gli spostamenti degli italiani in vista delle prossime vacanze e ponti annessi, approfittando del calendario propizio per concedersi una vacanza e far visita ai parenti. Le famiglie si preparano per festeggiare la sacralità del momento, una delle festività più sentite, celebrata ogni anno attraverso riti intimi o collettivi che intrecciano enogastronomia locale e funzioni religiose scenografiche e secolari, alcune rimangono un mistero irrisolto, altre affondano le radici nella cultura cristiana e pagana, diverse da regione a regione. Tuttavia le notizie negative non mancano, perché tra dazi e pesanti aumenti, gli italiani che si spostano lungo la Penisola, devono sottostare a rincari speculativi delle tariffe che aggravano la spesa per i trasporti e, come se non bastasse, gli aumenti sui simboli pasquali per eccellenza, fanno esitare sugli acquisti più golosi e le prelibatezze da condividere in famiglia.Uova di cioccolato, fiori e pulcini invadono da sempre le case e non stupisce che l’uovo di Pasqua sia al centro dei festeggiamenti, simbolo millenario di fertilità e di rinascita in tutte le culture, nella tradizione cristiana allude alla Resurrezione di Cristo. Ma uovo di cioccolato, colombe, pastiere e decorazioni primaverili che da sempre occupano scaffali e vetrine dei negozi e di casa, spiccano non solo per le decorazioni che rallegrano le tavole imbandite del periodo e per “i contenuti originali”, nell’ultimo periodo sono oggetto di malumori per gli aumenti nei passaggi di filiera. Uova di Pasqua e colombe a peso d’oro viste le quotazioni del cacao alle stelle, a ricordo degli Aztechi che usavano i semi di cacao come valuta. Il cioccolato era considerato più prezioso dell’oro, gli antichi Maya e gli Aztechi bevevano cioccolato ai banchetti regali, lo offrivano ai soldati come ricompensa in caso di vittoria in battaglia, attribuendone un valore mistico-religioso e come panacea per tutti i mali. Anche le colombe, registrano incrementi di prezzo non indifferenti che impattano unicamente sul portafogli dei consumatori, perché produttori e grande distribuzione possono contare sul fatto che questi dolci non possono mancare a Pasqua sulla tavola degli italiani, e le marche, con licenza di logo legata a società sportive, cartoni animati, bambole e serie tv, amate da “piccoli e grandi” sono certe della vendita pur con i prezzi alle stelle.
Nella grande distribuzione, così come nelle pasticcerie artigianali la vendita di uova di ogni dimensione, peso e prezzo, con le versioni più gourmet, dilaga. Spesso non sono presenti nel supermercato sotto casa perchè realizzate da pasticcieri artigiani con materie prime di altissima qualità, per di più a tiratura molto limitata, ma a cominciare da un prezzo ragionevole, per poco meno di 180 euro, chi non acquisterebbe l’opera realizzata dal mastro Massari per scoprire un coniglio di cioccolato che fuoriesce da un uovo di cacao? C’è chi ambisce al Golden Egg, realizzato da maître chocolatier più famosi del mondo, al prezzo di 8.500 euro, perché impreziosito con foglioline di oro alimentare. Per i più abbienti e i palati più esigenti, non potrà mancare l’uovo da 32mila euro realizzato con cioccolato belga extralusso o il dolce pasquale più costoso: un coniglio di cioccolato di 40 cm di altezza e 5 kg di peso, il prezzo di 50.000 euro è giustificato dagli occhi del dolce coniglietto, “due diamanti purissimi”. Bisogna prendere coscienza del reale valore delle uova di Pasqua, non più un semplice dolce festivo, ma un vero e proprio prodotto di lusso che non tutti possono soddisfare, se non fosse per l’emozione e le aspettative riposte nella sorpresa, incentivate dalle campagne pubblicitarie e le narrazioni coinvolgenti degli influencer.
A qualsiasi età, scartare le decorazioni delle uova è un momento solenne non tanto per addentare il cioccolato quanto per scoprire il regalo che non sempre, si è rivelato gradito, in alcuni casi il gadget ha richiesto veri e propri riti scaramantici! Qualche tempo fa, la nota agenzia di pompe funebri Taffo, per pubblicizzare il proprio brand e raccogliere fondi da destinare ai Medici senza Frontiere, aveva proposto l’uovo di cioccolato con bara-portachiavi. Poi peluche di animali investiti con tanto di segni di pneumatici e quale sorpresa per i più piccoli, trovare nell’uovo il foulard della nonna! Ma le sorprese non mancano: la collana porta pizza a forma di spicchio e la spazzola per calvi. I nostalgici della politica britannica, avranno custodito a mò di reliquia, il gadget pasquale, con lo schiaccianoci di Margaret Tatcher. Ma forse l’esperienza edonistica più impareggiabile, per i collezionisti del kitsch, la t-shirt con pancia e schiena maschile coperta di peli, per i timorosi della ceretta.
Ma in risposta ai rincari e sorridendo in compagnia dinanzi alle sorprese gradite e sgradite dell’uovo, le famiglie per ridurre le spese si mostrano sempre più prudenti, non rinunceranno certo alle celebrazioni ma portando a tavola la sempre beneamata preparazione casalinga di dolci tradizionali e piatti tipici, puntando su prodotti a km 0 e, anche senza possedere banconi di marmo dei maître chocolatier su cui temperare masse di cioccolato con le apposite spatole, qualcuno si potrà cimentare con uova di Pasqua home made. E il fai da te non si limita alla cioccolata: macarons, cupcake e biscotti decorati, oltre a rivisitazioni della pastiera, proposta quest’anno al cioccolato o all’arancia. Giunti all’ultima settimana di digiuni e astensioni quaresimali, attendiamo quindi la Pasqua per l’esperienza mistica che attende anche a tavola, con il campionario di piatti da consumare in lentezza ed abbondanza di porzioni dove, teglie di lasagne, capretti e taralli glassati, faranno certamente dimenticare il costo dell’uovo che, costi quello che costi e nonostante colmi di ogni specialità, troverà spazio negli stomaci preparati alla maratona culinaria.
Perchè seppur con differenti tradizioni geografiche e regionali, da città a città, da paese a paese, il menù della festa è simbolicamente sacro, la tradizione non rappresenta per l’uomo il fine destinato alla sola nutrizione, non è solamente un’esperienza gastronomica, la sacralità religiosa si suggella nel cibo che allude alla vita, alla rinascita, alla fecondità, a soddisfare i bisogni dello spirito e, l’abbondanza condivisa a tavola, ha funzione propiziatoria e benaugurale. E anche se la contemporaneità sembra poter fare a meno degli arcaici motti, per perseguire gli obiettivi di sicurezza e di benessere, le tradizioni e gli antichi formulari continuano a non cessare mai di fornire il loro scudo rassicurante dinanzi alle incognite del futuro e alle traversie dell’esistenza. Sebbene i cambiamenti nello stile di vita moderno, l’essenza di “a tavola non s’invecchia” rimane attuale, perché in un mondo dove gli impegni quotidiani sono sempre più frenetici, prendersi il tempo per sedersi a tavola e condividere il pranzo abbondante della festa è rinvigorente per la psiche, riunirsi attorno alla tavola per godere del buon cibo della nostra cucina italiana, non rinunciando anche al gusto e alla qualità della colomba, di uova di cioccolato e di pastiera.
E citando Susanna Tamaro:” Il periodo che precede la Pasqua è il periodo in cui la vita si muove nuovamente verso la sua pienezza – in senso lato – e questa sua forza, spinge anche noi a rinnovarci, ad abbracciare con una nuova visione lo scorrere incerto della vita”. Auspicando di procedere con coraggio e determinazione nella giusta direzione della vita, viviamo la Pasqua con la speranza di un mondo migliore e l’augurio di non sentirci pieni come un uovo, sopravvivendo ai pranzi in famiglia…l’eccesso da indigestione, si potrà curare omeopaticamente, con un buon amaro della tradizione enogastronomica a cui tutto lo stivale è legato, da nord a sud, rispecchiando i tempi moderni: il Lucano Americano!
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