Società

Cauto, il consorzio compie vent’anni e festeggia sbarcando a Expo2015

25 Luglio 2015

Tre milioni di chilogrammi di cibo recuperato. Ventimila tonnellate di materiali trasportati ogni giorno. Una bella storia di volontariato, cittadinanza attiva e lavoro. Questo è principalmente Cauto – Cantiere Autoalimentazione, impegnato dal 1995 nella riduzione degli sprechi e nella gestione dei rifiuti, attraverso percorsi di inclusione sociale. Percorsi ai quali, coerentemente con la storica attenzione per chi si occupa di sociale, ha voluto dare spazio il gruppo Intesa Sanpaolo, nell’anno di Expo 2015, presso il padiglione The Waterstone, ospitando l’associazione che si occupa, con soluzioni concrete e sostenibili, sia ecologicamente che economicamente, anche del problema dello spreco alimentare.

Nel 1991, nel bresciano e provincia, un gruppo di giovani, fonda Cauto, con l’intento di far fronte all’emarginazione e al disagio sociale presenti nel territorio. Attraverso l’attivazione del progetto Dispensa Sociale, l’associazione comincia a recuperare sistematicamente alimenti invenduti e scartati, presso l’ortomercato, distribuendoli, grazie all’impegno dei volontari, agli enti benefici della zona di Brescia. Nel 1995, l’associazione si trasforma così in una vera e propria cooperativa sociale e consolida le proprie attività di gestione e recupero, anche creativo, dei rifiuti. Il sogno che ormai Cauto porta avanti da vent’anni è quello di coniugare inclusione sociale ed ecologia, dimostrando che l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate è anche economicamente sostenibile, sfruttando però le opportunità del settore ambientale.

La cooperativa oggi opera su un territorio che comprende undici province e una trentina di comuni, collaborando con altre cinque realtà e avvalendosi dell’aiuto dei servizi sociali. I percorsi di integrazione sociale e lavorativa hanno permesso a più di un centinaio di persone, che si trovavano in situazioni di vita difficili, di rendersi autonome economicamente e affrontare il problema dell’emarginazione, non certamente superato nel nostro paese. I principali settori di intervento di Cauto riguardano il ciclo dei rifiuti. Quest’ultimo comprende la raccolta, il trasporto e la gestione degli stessi, oltre che al trattamento e allo stoccaggio, anche di quelli pericolosi. Recentemente la cooperativa ha infatti inaugurato un nuovo impianto per il trattamento e lo stoccaggio rifiuti, e ha ampliato la propria sede, con il fine di riunire le varie anime che la compongono.

Ma tra i tanti servizi che Cauto offre figurano anche la vendita di beni usati, abiti, apparecchiature mediche, gestione, consulenze e interventi nel campo della piccola edilizia, e attività di formazione ed educazione ambientale che coinvolgono, con progetti attivi, come Gira e Ricicla, le scuole. Fino al mese di maggio la cooperativa ha realizzato, proprio attraverso Gira e Ricicla, incontri laboratoriali formativi e conoscitivi sui temi del riciclo, recupero e risparmio delle risorse. Settantacinque classi, tra Brescia e provincia, hanno creato dei Grandi Libri Artistici, usando materiali di recupero e partecipando ad un concorso che ha visto premiato il miglior libro.

Un modo per stimolare i ragazzini, ma anche gli adulti, alla riflessione, per una società che evolva in un progresso realmente sostenibile. Oggi Cauto è una realtà di eccellenza regionale e non solo conosciuta e studiata come modello di efficienza organizzativa e produttiva, fino a diventare una vera e propria Rete che aggrega le cinque cooperative nate in questi vent’anni, tutte attive in diversi progetti di inclusione. La quantità e la qualità dei servizi offerti sono frutto di una lunga esperienza ma soprattutto di una scelta di responsabilità maturata attraverso l’implementazione di un sistema di gestione della qualità, che ha portato al conseguimento di certificazioni ambientali, etiche e per la sicurezza sul lavoro. Due decenni in cui il progetto sociale di alcuni giovani è diventato una realtà consolidata, e da Brescia è arrivato a Expo2015.

(Contenuto sponsorizzato) 

 

 

 

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