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Il bene contro il male
Fin da quando questo conflitto ha avuto inizio la truppa dei suoi cantori ufficiali non fa che narrarci di una guerra in cui il Bene combatte strenuamente contro il Male.
Trattandosi di questo chi sta dalla parte del Bene può, naturalmente, permettersi tutto; dire e fare ciò che vuole, come vuole, mentire per la gola, mettere in atto qualunque bassezza. Perché il fine, si sa, giustifica i mezzi e qui, il fine, è il Bene Assoluto.
Per essere dei reietti non è neppure necessario che ci si schieri con la parte oscura.
Basta semplicemente ritenere infantile, sciocca o ipocrita questa contrapposizione becera e manichea per diventare dei fiancheggiatori di Dart Fener e come tali meritare, quanto meno, l’ostracismo.
Al contrario se per caso un farabutto conclamato o un criminale passato in giudicato si trova a militare momentaneamente dalla parte giusta lo si accoglie a braccia aperte e la sua fedina penale ritorna per incanto immacolata.
Non è molto divertente, ma è istruttivo, assistere allo spettacolo di arte varia quotidianamente in cartellone che vede legnose vetero femministe, bronzei sostenitori dell’antifascismo d’antan e marmorei sionisti, sgolarsi in fantasmagorici peana per quei meravigliosi eroi del Battaglione Azov che le femmine le stuprano, gli antifascisti li sgozzano e gli ebrei li gasano.
Si chiama economia di guerra: ci si arrangia con quello che si ha a disposizione e per adesso questo passa il governo.
Nel campo del Bene Assoluto gli eroi son tutti giovani e belli, anche se ci hanno la rogna e truffano le vecchiette.
Bisogna farseli piacere.
E, soprattutto, gli eroi non si arrendono mai.
Al massimo evacuano.
Così, mentre il Bene Assoluto, mette alla pubblica gogna – in un processo farsa, costruito in maniera a tal punto indecente da provocare il vomito – un ventenne, al quale è stato messo in mano un fucile e ordinato di sparare pena la fucilazione…al Male Assoluto non dobbiamo assolutamente consentire – e porco qui e porco là – di processare dei tagliagole volontari che per anni hanno assassinato, stuprato, torturato non perché qualcuno glielo ordinava ma solo perché farlo, per loro, era un pacchia.
Ma non c’è affatto da meravigliarsi.
E’ così che vanno le cose dalle nostre parti.
E sono sempre andate così.
Quando il Padre Nobile di tutti i nostri liberali ruspanti e d’allevamento, dopo il delitto Matteotti, votò la fiducia a Mussolini lo fece perché in quel momento, i teppisti in camicia nera si trovavano a passare dalle parti del Bene Assoluto.
E quel Padre Nobile si chiamava Benedetto Croce, non si chiamava Pif e non si faceva intervistare con la panza di fuori.
Ma i tempi, vivaddio, cambiano.
p.s.
Allego appunto il link di un’intervista (evidentemente post prandiale) con Pif.
Un signore che viene considerato, ormai da anni, una icona intoccabile dal progressista medio.
A riprova del fatto che l’uomo, alla fine della fine, è sempre ciò che mangia.
Spero venga apprezzata per la sua straordinaria eleganza.
Dura dieci minuti ma non è affatto necessario vederla tutta.
Può bastare solo il primo minuto per farsene una idea compiuta:
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