Musica

“Top Jazz”, Enrico Rava musicista superstar

22 Gennaio 2025

MILANO _ E’ Enrico Rava, il protagonista senza rivali del jazz italiano. Il popolare e raffinato trombettista triestino, uno dei pochi musicisti europei ad essere stimato anche in America, a “Top Jazz” il referendum della storica rivista “Musica Jazz”nella cui giuria prendono parte diversi critici musicalisi aggiudica il primo posto come disco migliore dell’anno, con l’album “Fearless Five”, conquistando anche la prima posizione come formazione, con il suo quintetto Fearless Five, dalle cui file, giusto per non farsi mancare niente, ha espresso anche il miglior nuovo talento sul jazz italiano: il trombonista Matteo Paggi.

Enrico Rava che viaggia verso le 86 primavere, si conferma non solo apprezzato strumentista a livello mondiale, ma soprattutto indomito ricercatore, aperto e curioso sperimentatore in grado di raccogliere il giusto consenso per lo spirito di contemporaneità che contraddistingue da sempre la sua opera. Raffinato conoscitore sia del jazz come della musica popolare moderna -ma anche la lirica – Rava in ogni suo disco costruisce spesso percorsi inediti, pervasi di energia e ispirito di innovazione.

Come accade nell’ultimo “Fearless Five”, registrato alla Casa del Jazz di Roma a febbraio dello scorso anno e pubblicato a luglio dall’etichetta Parco della Musica Records (“The Fearless Five” si intitolava un brano che Rava aveva composto alla fine dei Settanta per il quartetto con Aldo Romano, Roswell Rudd e Jenny Clark). Inutile dire che anche in questo caso Enrico Rava si è circondato da un gruppo di giovani e talentuosi musicisti. Va ricordato “en passant” che il trombettista ha tirato su come musicisti affermatisi -è il caso dei pianisti Stefano Bollani e Giovanni Guidi, e di recente il chitarrista Francesco Diodati ad esempio- a livello nazionale e internazionale. Anche stavolta quindi ha messo insieme con il solito intuito una formazione che non a caso ha conquistato anche il primo posto nel settore della formazione dell’anno di “Top Jazz”.

La formazione dei Fearless Five con Enrico Rava, Matteo Paggi, Francesco Ponticelli ed Evita Polidoro in concerto all’Auditorium di Roma (Fotografia Riccardo Musacchio)

A questo proposito Rava ha dichiarato: “Con questo gruppo mi sento come su un’isola ideale, dove ognuno dà e ognuno ricevere quello di cui ha bisogno. C’è grandissima libertà ma rispetto reciproco, ognuno è in ascolto dell’altro, come in una democrazia perfetta che solo il jazz può rappresentare. I musicisti hanno tutti questa grande capacità, quasi telepatica, di ascoltare e interagire agli input. Ma ci vuole anche coraggio per stare su quest’isola. Circondata a volte da un mare minaccioso, a volte meno, visti i tempi così difficili che stiamo vivendo, rimane pur sempre la mia isola ideale dove amo vivere e suonare”.

I Fearless Five sono composti, oltre a Rava, dal fedele chitarrista Diodati, Francesco Ponticelli al contrabbasso, la batterista e cantante Evita Polidoro e dal giovane Matteo Paggi al trombone che lo stesso Rava ha “scoperto” nei seminari di Siena Jazz. Quest’ultimo è stato scelto dalla giuria del referendum come miglior nuovo talento italiano per l’anno 2024. Da anni residente ad Amsterdam, Matteo Paggi ha pubblicato lo scorso febbraio “Words”, suo debut album, un progetto di composizione istantanea. E, giusto per chiudere, Rava è arrivato pure al secondo posto anche nella votazione per il musicista dell’anno che ha vincitore il bravissimo sassofonista Roberto Ottaviano, qualche settimana fa eletto presidente della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano al posto di Ada Montellanico. L’ultima incisione di Ottaviano è “Eternal Love” pubblicato da Dodici Lune all’inizio del 2024. Nel disco hanno suonato con Ottaviano: Marco Colonna al clarinetto basso, Alexander Hawkins al pianoforte, Giovanni Maier al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria.

Il sassofonista Roberto Ottaviano è il musicista dell’anno più votato dalla giuria di “Top jazz”. Al secondo posto Enrico Rava e Franco D’Andrea al terzo (foto di Bluè)

Per conoscere la classifica nella sua interezza occorre andare alle pagine della rivista “Musica Jazz” diretta da Luca Conti che questo numero in copertina ha indicato come “Man of the Year” il geniale pianista Keith Jarrett celebrato con la riproposizione di una intervista realizzata nel 1971 dal critico Franco Fayenz.

Tornando a “Top Jazz”, dopo “Fearless Five” , nella categoia di miglior disco si sono piazzati al secondo posto “Axes” di Andrea Grossi Blend 3 e Jim Black e “Mundus Inversus” dell’Ottetto di Federico Calcagno. Per la categoria “Formazione” al secondo posto, dopo i Fearless di Rava è arrivata Archipel Orchestra e al terzo Federica Michisanti quartet. Per il “Nuovo talento italiano” dopo Paggi a pari merito si sono piazzati al secondo posto: Giuseppe Venezia, Andrea Grossi e Monique Chao. Al terzo, a pari punti: Bruno Montrone, Francesco Cavestri ed Evita Polidoro.

Per il “Disco dell’anno internazionale” al primo posto “Words Unspoken” di John Surman seguito da Charles Lloyd con “The Sky Will Still Be There Tomorrow” e Patricia Brennan con “Breaking Stretch”. Terna di sassofonisti nelle prime due posizioni per il “Musicista dell’anno internazionale”. Sul podio, al numero uno c’è Immanuel Wilkins seguito al secondo posto da John Surman e Charles Lloyd a pari merito, mentre al terzo si posiziona la strepitosa vibrafonista Patricia Brennan.

Per il “Nuovo talento internazionale” vittoria per due: Patricia Brennan e l’emergente chitarrista inglese Rob Luft. In seconda posizione  il creativo pianista americano Micah Thomas e al terzo infine, l’altosassofonista Patrick Bartley. “Inedito storico dell’anno”: “The Old Country” del Keith Jarrett Trio. Per la ristampa vince infine Sonny Rollins con “Freedom Weaver”.

Nella foto il trombettista Enrico Rava accanto al trombonista Matteo Paggi, nuovo talento italiano per “Top Jazz” in concerto con i Fearless Five (Foto Riccardo Musacchio)
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