America

Terre Rare: l’Ucraina spalanca le porte agli ‘amici’ americani

(Notizia delle 11:57 – la mossa strategica di Kiev)

4 Marzo 2025

“L’Ucraina è pronta a firmare in ogni momento l’accordo sulle terre rare con gli Stati Uniti.” Lo ha annunciato oggi, in conferenza stampa, il primo ministro Denys Shmygal. Un accordo strategico che, oltre il lessico diplomatico, segna un nuovo capitolo nella guerra silenziosa per il controllo delle risorse del futuro.

Batterie al litio, auto elettriche, energia rinnovabile: la rivoluzione green promette un mondo più sostenibile, ma si regge ancora sulla vecchia logica delle materie prime e delle sfere d’influenza. L’Ucraina, con i suoi immensi giacimenti di minerali critici, è uno dei teatri principali di questo scontro economico e geopolitico. Con il 40% delle sue riserve sotto occupazione russa, il conflitto in corso non riguarda solo i confini, ma il controllo delle risorse essenziali per la transizione ecologica dell’Occidente.

Dietro le dichiarazioni di sostegno all’Ucraina si nasconde un altro gioco di potere: gli Stati Uniti vogliono sottrarre il monopolio delle terre rare alla Cina, che oggi raffina il 90% di questi materiali. Trump, da sempre ossessionato dal dominio cinese, vede nell’Ucraina una possibilità di accedere a risorse critiche senza dover dipendere da Pechino. Ma mentre le superpotenze si contendono il controllo delle materie prime, la domanda resta: a chi giova realmente questa corsa?

Eppure, ci raccontano che sarà il nostro riscatto, la fine dell’era delle ciminiere, il momento in cui smetteremo di avvelenare l’aria. La transizione ecologica è il sogno ripulito del futuro: più verde, più etica, più giusta. Ma sotto la patina di sostenibilità, dietro le parole che rassicurano e le statistiche che confortano, si nasconde la logica di sempre. Dietro il mito della sostenibilità si nasconde la stessa filiera di sfruttamento: risorse contese, lavoro minorile e guerre economiche mascherate da progresso.

Nel Congo, uno dei paesi più poveri e instabili del pianeta, migliaia di bambini scavano a mani nude in gallerie per estrarre il cobalto, un minerale essenziale per le batterie delle auto elettriche e per la transizione energetica dell’Occidente. Secondo l’Unicef, oltre 40.000 bambini sotto i sette anni lavorano nelle miniere per pochi centesimi al giorno, mentre il cobalto che estraggono viene venduto a centinaia di euro nel mercato occidentale. Le mani che sporcano la terra non sono quelle che stringono accordi. Gli investitori parlano di innovazione, i governi di progresso, ma nelle profondità delle miniere il futuro si scava con la stessa disperazione di sempre.

 

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