Cinema

Ritorna nelle sale “Fantozzi” eroe dei nostri tempi

Nelle sale cinematografiche sta tornando la prima puntata della saga di “Fantozzi”, un film che, a distanza di cinquant’anni, mantiene intatta la sua attualità. Nulla è cambiato: la società continua a essere dominata da servilismo, conformismo e dinamiche oppressive.

8 Febbraio 2025

Nelle sale cinematografiche sta tornando la prima puntata della saga di “Fantozzi”, un film che, a distanza di cinquant’anni, mantiene intatta la sua attualità. Nulla è cambiato: la società continua a essere dominata da servilismo, conformismo e dinamiche oppressive. Fantozzi rimane un eroe dei nostri tempi, un personaggio che, pur subendo continue umiliazioni, non si piega alle logiche di potere e servilismo che caratterizzano il mondo del lavoro e, più in generale, la società.

Fantozzi è l’unico tra i suoi colleghi che svolge realmente il proprio dovere, senza cercare di compiacere i superiori con adulazioni ipocrite. Per questo motivo viene emarginato, escluso sia dai dirigenti sia dagli stessi colleghi, che preferiscono adattarsi al sistema pur di trarne qualche vantaggio personale. Il servilismo, una delle caratteristiche più comuni della natura umana e particolarmente evidente nella cultura italiana, emerge con forza nel film.

Una delle scene più emblematiche in questo senso è la famosa partita a biliardo, in cui Fantozzi si oppone al conformismo e osa sfidare il capo, rifiutando di perdere di proposito come invece fanno tutti gli altri.

Oggi ricorrono anche gli ottant’anni dalla liberazione dei campi di concentramento. Perchè inserisco questo nel contesto del cinquantesimo del film di “Fantozzi” perché entrambi riflettono la stessa mentalità , seppur in forme più sottili e apparentemente meno crudeli.

Nei film di Fantozzi esistono i carnefici, coloro che per ottenere una posizione migliore o un riconoscimento eseguono senza discutere gli ordini del superiore, e le vittime, coloro che, pur volendo solo fare il proprio lavoro vengono annientate psicologicamente e moralmente. Non vi è alcuna differenza, nel compotamento dei colleghi di Fantozzi e le dinamiche e il mobbing, termine moderno che descrive la sistematica distruzione dell’individuo attraverso umiliazioni, pressioni e isolamento.

Fantozzi è un raro esempio di resistenza contro il conformismo, un personaggio che, pur subendo costantemente ingiustizie, conserva la propria dignità e si oppone alla logica dell’asservimento. Paolo Villaggio ha creato un vero e proprio eroe, capace di mettere in discussione il sistema anche a costo della propria carriera.

Emblematico è il momento in cui riesce a battere il Direttore nella partita a biliardo, dimostrando che si può vincere anche senza scendere a compromessi. Tuttavia, attorno a lui regna l’opportunismo: i colleghi tifano per il capo, non per sincera ammirazione, ma per convenienza e paura.

Anche la politica, che dovrebbe proteggere i “Fantozzi” della società, si dimostra spesso simile al sistema che li opprime.

Quando nel 1975 “l’Unità” recensì il film, lo definì un’opera frammentaria, riconoscendo solo alcune scene come pungenti e divertenti e giudicandolo girato “alla meno peggio”. Questo atteggiamento rifletteva la distanza di una certa sinistra dall’ideale di difesa dei lavoratori: invece di schierarsi con i “Fantozzi”, già allora si stava avvicinando ai “Megadirettori”. Lo stesso si può dire della destra, che ha perso la propria vocazione sociale e si è lasciata distrarre da temi secondari, trascurando la difesa delle persone reali e delle loro condizioni di vita.

Fantozzi rappresenta quindi un archetipo, un’eroe  senza tempo: l’uomo comune che lotta per la propria dignità in un mondo che premia la mediocrità e punisce l’onestà. Eroe dei nostri tempi, che non conosce confini geografici e supera il tempo

Nonostante le angherie subite, il personaggio rimane un simbolo di resistenza contro il conformismo e il servilismo, caratteristiche che, ancora oggi, continuano a dominare la società.

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