Italia

L’adrenalina della piazza. Dopo Roma, ancora (ma in fretta che poi è Pasqua)

Da Roma alla prossima piazza, prima che scemi l’attenzione.

19 Marzo 2025

C’era una piazza gremita per l’Europa, a Roma. Cinquantamila persone, sindaci in prima fila, ovazioni e discorsi appassionati. Lasciamo stare che le piazze stracolme sino a un decennio fa si calcolavano in milioni: uno, due, cinque. Ora, cinquantamila è manna dal cielo. Poco importa che ognuno la pensava per sé. “L’Europa” era il centro. Poi, se era armata, disarmata, centro di equilibrio con il Mediterraneo o penisola tra le isole, è affare per politologi. La piazza è energia pura. Adrenalina. Finita una, bisogna farne subito un’altra. Perché poi il tempo passa, e se va bene c’è da andare al mare, da seguire con attenzione i debiti scolastici dei figli e, con ancora più attenzione, i propri. Ma per il parterre di questi consessi i debiti sono un concetto astratto, come la solidarietà ai tavoli del brunch. Insomma, bisogna replicare subito prima che scemino le interviste sui giornali, prima che l’ego scivoli nel buio dell’oblio.

Eppure, tra le tante figure istituzionali pronte a scattare selfie e a sfoderare dichiarazioni d’impegno, due illustri assenze hanno fatto notizia: Matteo Lepore e Sara Funaro, rispettivamente primi cittadini di Bologna e Firenze.

Giustificati, per carità. Il maltempo che ha flagellato Toscana ed Emilia-Romagna imponeva una presenza locale. E così, mentre a Roma si parlava di sogni europei, Lepore e Funaro erano chini su bollettini meteo e piani di emergenza. L’acqua saliva, le strade si allagavano e il messaggio implicito era chiaro. Prima di costruire ponti con Bruxelles, meglio occuparsi di quelli che rischiano di crollare sotto casa.

Ma guai a pensare che il vento – e la pioggia – abbiano spento lo spirito politico dei due sindaci. Superata l’emergenza, anche Bologna e Firenze vogliono contribuire al dibattito sull’Europa. Si parla di un’iniziativa comune prima di Pasqua, perché niente unisce più di una vigilia della resurrezione di Cristo.

E mentre si delineano questi nobili intenti, spunta un’altra data da segnare in rosso: il 29 marzo. Sarà il giorno del convegno della CGIL, un altro immancabile appuntamento di riflessione, impegno e parole solenni. Si prevede un dibattito su grandi temi sociali, in cui i leader sindacali spiegheranno ancora una volta perché la rivoluzione è necessaria, ma preferibilmente dal lunedì al venerdì, perché il weekend è sacro e potrebbe esserci anche una piazza ad attenderli.

Dunque, tra una piazza e l’altra, tra un palco e un convegno, l’importante è esserci. Con lo sguardo rivolto all’Europa, ma senza mai guardarsi davvero negli occhi. Cinquantamila persone e nessuno d’accordo su nulla. Ma il bello della politica è che, alla fine, conta più la foto di gruppo che l’idea di fondo.

 

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