Musica
La censura del nulla
Toni F, l’ingaggio, la censura, le polemiche, il capodanno.
Posso dire ad altissima voce, rivendicandolo con orgoglio, ma chi se ne frega di Tony F e della “censura” che sarebbe stata operata nei suoi confronti? Casomai la censura avrebbe dovuto essere operata ben prima che si fosse scelto Tony F per un concertone di Capodanno.
Ai miei tempi, ossia ai tempi di Sissi e di Cecco Beppe, il Concerto di Capodanno era quello al Musikverein di Vienna, tra polke veloci e valzer viennesi, dirette da mostri sacri come Kleiber, Muti, Abbado, mentre il corpo di ballo della Staatsoper volteggiava nei saloni del Belvedere sulle note del Danubio Blu. Oggi, sembra che il top della “musica” capodannica sia in piazza con Toni F e altri suoi contemporanei.
Tony F. Come spesso ripeto, citando Paolo Poli, la nostra epoca è maestra del rendere il nulla qualche cosa. Il punto sta lì. Ed è una cosa che coinvolge tutto e tutti, qualsiasi manifestazione che preveda un’esibizione pubblica, dalla presentazione di un libro a un talk show televisivo, dalle esternazioni di Giorgia alle polemiche di Sanremo, dal film natalizio alle censure parigine di Ultimo Tango cinquant’anni dopo. Tutto diventa show, tutto diventa pretesto per polemica, tutto diventa esibizione inutile di qualcosa che non esiste. Diventa show perfino la disgrazia, sia bombardamento, sia sparatoria in una scuola, sia terremoto, sia l’asteroide che buca il tetto della sciura Cunegonda e finisce la sua corsa in giardino nella cuccia del cane, uccidendo la povera bestia durante il sonno, sia la mancata esibizione di Tony F al concertone di Capodanno.
Ma chi se ne frega? Ma chi è Tony F?
Mi corre l’obbligo di andare a ricercarlo per poterne parlare. Lo scopro, pertanto, andando a curiosare su youtube. E la prima cosa che si apre è il video di Taxi sulla Luna, in coppia con Emma Marrone. Ebbene sì, lo confermo è il nulla elevato allo 0. Un ragazzo che bofonchia qualche parola, parlando di quanto è bello scoparsi due fighe (ma se sono consenzienti e adulte, come appare dal video, ambientato in una festa di giovani ricchi, chi se ne frega) mentre Emma si sdilinquisce ogni tanto, facendo notare che in una “canzone” bonfonchiata esisterebbe anche una melodia, che sarebbe la parte in cui interviene lei. Come per molte altre esibizioni anodine di “artisti” contemporanei non credo che resterà traccia nel futuro di codeste inutilità “artistiche”.
Ma la levata di scudi nei confronti di Tony F, sia da parte della Marrone sia di altri, anche quelli che avrebbero dovuto esibirsi insieme a lui, come Mamhood, il quale forse ha qualcosa in più da dire, ed effettivamente la sua canzone vincitrice “Soldi”, qualche cosa era, e Mara Sattei (ma chi minchia è? Sono andato a verificare, il nulla anche lei) è veramente incomprensibile. Incomprensibile come le parole che tutti costoro vomitano senza che sia possibile comprenderle. Se cantare, così come ballare, così come recitare, è comunicazione, se non si capiscono le parole che comunicazione sarebbe? Qual è il “prodotto” artistico? Tony F, ma chi se lo fila? Ma per favore!
È il sistema di marketing a essere guasto. E questo, come accennavo prima, vale per tutto. Vale per le migliaia di libri superflui “prodotti” ogni anno, come tutte le stucchevoli produzioni di celebri conduttori televisivi, o le biografie di politici tipo “Io sono Giorgia” et similia, o che vincono anche premi prestigiosi, o ritenuti tali, come quelli con animali parlanti che vinsero il Campiello tempo addietro, ma ce n’è un sacco e una sporta. Vale per la caterva di sciocchezze che la Bestia suggeriva a Salvini, il quale le avrebbe dette probabilmente anche senza l’intervento della suddetta e infatti continua a dirle, vale per chi suggerisce alla biondina di Palazzo Chigi le sue reazioni fumine ma assolutamente superflue (forse, lì, c’è un bricolage fatto da sé, sempre seguendo, però, il modello dominante), vale per gli interventi televisivi di personaggi come i politici di turno che parlano sopra gli altri, sentendosi superiori, inondando di vacuità l’etere, vale per gli influencer, grado zero di utilità, vale per persone che non hanno assolutamente niente da aggiungere se non la propria nullità.
L’esaltazione del nulla, magnificata per il concertone di Capodanno, e pure pagata con soldi pubblici, solo per dare l’occasione in piazza al popolo di festeggiare l’anno che viene colla speranza che sia migliore, potrebbe essere suggellato con musica vera, non quel rigurgito di versi gutturali del Taxi sulla Luna di Tony F.
Chi lo ha suggerito al Comune di Roma? Chi lo ha ritenuto meritevole di un’esibizione per chiudere un anno e aprirne un altro? Chi se ne frega dei versi misogini di Tony F se poi pure Emma Marrone, la quale certamente è femminista, ci fa una canzone insieme? Ma pure chi censura, ma si rende conto?
Sono i criteri di valutazione il nocciolo della questione. Chi valuta, sia un redattore, sia un direttore artistico, sia una commissione di un concorso, ormai sembra far valere la regola che basta che se ne parli, bene o male non importa, l’importante è fare rumore. E il rumore di fondo è sufficiente per appagare la paura del silenzio che sembra attanagliare quest’epoca di caciara imposta e debordante. E, sicuramente, questa levata di scudi collettiva, alla fine, risulterà orchestrata per dare risalto a Tony F, ossia il nulla, e per rilanciarlo.
A volte bisognerebbe ricordare una famosa canzone, cantata dai grandi della canzone italiana e che è un brano che continua ad avere un certo successo nonostante sia del 1968: ci sono cose in un silenzio che non mi aspettavo mai, vorrei una voce. Una voce, appunto, una voce VERA.
Taxi sulla Luna, l’anno prossimo, sarà ritrovato colle microplastiche nell’Oceano Pacifico. Perché è solo spazzatura, la “canzone” e pure il video, insieme a tutte le cose che il nulla accomuna e di cui ho parlato, e mi scuso se ne ho omesse tante altre.
Fate una cosa, prendete tutti un torpedone per la Luna, magari finanziato da Elon Musk, il quale non vede l’ora di raggiungere Marte, pure lui a bordo del torpedone, e smettetela di romperci i cabbasisi, per dirla con Montalbano. O, più aulicamente, con Shakespeare: Much Ado But Nothing, Molto rumore per nulla.
Felice anno nuovo.
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