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La Pace in Ucraina : Orban e Meloni protagonisti della dottrina Trump

Italia ed Ungheria le nazioni chiave per la pace in Ucraina

19 Gennaio 2025

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, attraverso un messaggio su Telegram, ha sottolineato l’urgenza di un maggior supporto militare per fronteggiare gli attacchi russi. “Questa settimana l’esercito russo ha utilizzato circa 550 droni d’attacco, quasi 60 missili di vario tipo e oltre 660 bombe aeree”, ha dichiarato Zelensky, aggiungendo che le forze di difesa ucraine sono riuscite ad abbattere 33 missili, compresi quelli balistici, e 311 droni d’attacco. Inoltre, altri 136 droni, impiegati per colpire quotidianamente le infrastrutture ucraine, non hanno raggiunto i loro obiettivi.

Zelensky ha ribadito che un incremento della fornitura di missili Patriot è essenziale per salvaguardare le vite degli ucraini: “Più Patriot per l’Ucraina significa maggiore protezione delle vite umane. Maggiore capacità a lungo raggio per l’Ucraina garantisce maggiori possibilità di fermare la guerra russa”.

Negli ultimi giorni, Zelensky sembra aver assunto una posizione più conciliatoria, accostandosi a quella che viene definita il “Piano Trump” per l’Ucraina, ossia il piano di Kellogg per la pace. Questo progetto mira a utilizzare la fornitura di armi come leva per spingere Kiev al tavolo delle trattative. In tale contesto, emergono come strategiche tre nazioni chiave: l’Ungheria guidata da Viktor Orbán, l’Italia del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la Romania, punto nevralgico della NATO in Europa orientale.

L’Ungheria, storicamente in buoni rapporti con Mosca, ha mantenuto un canale di dialogo aperto con il Cremlino, assumendo una posizione più neutrale rispetto agli altri Stati membri dell’Unione Europea. L’Italia, dal canto suo, ha sempre ribadito la necessità di evitare un’escalation del conflitto, opponendosi all’utilizzo di truppe sul campo e all’estensione della guerra in territorio russo. Giorgia Meloni ha inoltre evidenziato l’importanza di soluzioni diplomatiche piuttosto che militari per la risoluzione del conflitto.

La Romania, invece, rappresenta un avamposto strategico per la NATO, grazie alla sua posizione geografica e alla sua funzione di baluardo orientale dell’Alleanza Atlantica. In questa prospettiva, il ruolo della Romania sarà fondamentale non solo per contenere eventuali escalation, ma anche per garantire stabilità nella regione durante i negoziati di pace.

Un segnale della crescente rilevanza di queste nazioni nel contesto del piano di pace è l’assenza, nelle prossime inaugurazioni diplomatiche, dei leader di Francia e Germania, tradizionalmente protagonisti negli affari europei. Al contrario, sarà dato maggior risalto all’Italia e all’Ungheria, che sembrano destinate a giocare un ruolo di primo piano nei tentativi di riportare la pace in Ucraina.

In questo complesso scenario, la rielaborazione di strategie e alleanze mostra un chiaro obiettivo: utilizzare la diplomazia e le leve fornite dalla cooperazione internazionale per fermare un conflitto che continua a provocare distruzione e sofferenze in Ucraina. Il futuro delle trattative sembra sempre più dipendere dalla capacità di queste nazioni di conciliare interessi geopolitici e necessità umanitarie, puntando a una soluzione sostenibile per entrambe le parti coinvolte.

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