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A.I.
Ecco come si combatte e cosa comporta la nuova Guerra Fredda dell’Intelligenza Artificiale
L’intelligenza artificiale è diventata il nuovo campo di battaglia tra USA e Cina, con implicazioni geopolitiche e finanziarie enormi. Due progetti si stanno scontrando per il predominio del settore: DeepSeek, un modello AI sviluppato in Cina con risorse limitate, e Stargate
L’intelligenza artificiale è diventata il nuovo campo di battaglia tra Stati Uniti e Cina, con implicazioni geopolitiche e finanziarie enormi. Due progetti si stanno scontrando per il predominio del settore: DeepSeek, un modello AI sviluppato in Cina con risorse limitate, e Stargate, un’iniziativa da 500 miliardi di dollari sostenuta da Donald Trump per rafforzare la leadership tecnologica americana.
DeepSeek: La svolta inaspettata
DeepSeek ha colto di sorpresa l’industria tecnologica con un potente modello AI sviluppato con un budget ristretto. Questo evento rappresenta un avvertimento per i giganti americani del settore e segna un cambiamento epocale nell’AI. Nonostante le restrizioni statunitensi sull’export di semiconduttori, la Cina ha dimostrato di poter sviluppare modelli competitivi sfruttando risorse alternative. Il CEO di DeepSeek ha evidenziato che la principale difficoltà è l’accesso limitato alle risorse computazionali, motivo per cui si sospetta che l’azienda abbia utilizzato chip Nvidia H100 invece degli H800 conformi alle restrizioni americane.
Trump e la contromossa Stargate
Durante la prima amministrazione Trump, furono imposte restrizioni all’esportazione specificamente dirette a Huawei e ZTE Group. Tuttavia, Trump le sfruttò come leva per ottenere condizioni migliori in un accordo commerciale, arrivando persino a revocare le sanzioni contro ZTE dopo un intervento diretto con Xi Jinping. Questo precedente suggerisce che, se rieletto, Trump potrebbe evitare di inasprire le restrizioni contro l’AI cinese, a differenza dell’attuale amministrazione Biden, che ha introdotto nuove limitazioni molto criticate dal settore tecnologico americano. Per rispondere alla crescita cinese, Trump ha promosso il progetto Stargate, una colossale infrastruttura per l’AI in collaborazione con OpenAI, SoftBank e Oracle. L’obiettivo è creare un ecosistema tecnologico che rafforzi la supremazia americana nel campo dell’intelligenza artificiale. L’iniziativa ha ricevuto forti investimenti iniziali, con l’obiettivo di raggiungere i 500 miliardi di dollari in pochi anni. Trump ha anche revocato l’ordine esecutivo di Biden che obbligava le aziende a condividere informazioni sui loro modelli AI con il governo federale e ha incaricato David Sacks, venture capitalist della Silicon Valley, di sviluppare un piano d’azione per l’AI nei primi 180 giorni del suo mandato.
È questo un momento Sputnik?
L’impatto di DeepSeek ha sollevato interrogativi sulla posizione di leadership americana nell’AI. Marc Andreessen ha paragonato il lancio del modello open-source R1 al “Momento Sputnik dell’AI”, un riferimento al satellite sovietico del 1957 che scatenò la corsa allo spazio. Alphabet, con la sua presidente Ruth Porat, ha riconosciuto i progressi della Cina, avvertendo che potrebbe essere in vantaggio nella diffusione delle capacità AI di base. Tuttavia, gli Stati Uniti mantengono una posizione dominante nei chip AI grazie a Nvidia. Il sistema GB200 NVL72, con 36 GPU interconnesse, rappresenta una potenza computazionale senza precedenti, fornendo comunicazioni a bassa latenza a 130 terabyte al secondo per carichi di lavoro di AI e calcolo ad alte prestazioni.
Strategie opposte: grande scala contro specializzazione
Negli Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha adottato un approccio basato su modelli AI sempre più grandi, giustificando l’uso di enormi risorse computazionali con la necessità di risultati migliori. In Cina, invece, per limitazioni computazionali e strategiche, si è scelto di sviluppare modelli più piccoli e specializzati, focalizzati su settori industriali mirati. La questione ora è se Trump adotterà un regime ancora più severo di restrizioni alle esportazioni. Il suo entourage è composto in gran parte da esponenti che diffidano della crescita tecnologica cinese. Tuttavia, la possibilità di un nuovo accordo commerciale con Pechino, simile a quello negoziato con ZTE, non è da escludere.
I giganti tecnologici cinesi nel mirino
Oltre a DeepSeek, aziende come Huawei, Alibaba e Baidu continuano a sviluppare chip avanzati per AI. Se le restrizioni americane non fermeranno il loro sviluppo, gli Stati Uniti potrebbero adottare nuove misure per limitare il potere tecnologico cinese. Un’analisi di Foreign Affairs suggerisce che Washington potrebbe estendere i controlli commerciali per colpire giganti tecnologici come Alibaba, Baidu e Tencent.
Alibaba ha recentemente presentato il modello Qwen2.5 Max, dichiarando che le sue prestazioni sono equivalenti o superiori a quelle di OpenAI, DeepSeek, Google e Meta. Inoltre, Baidu ha sviluppato un sistema che integra GPU da diversi fornitori per ridurre la dipendenza dalla tecnologia americana.
La corsa ai Data Center
La competizione tra Stati Uniti e Cina si estende anche alle infrastrutture necessarie per supportare l’AI.
Entrambi i paesi stanno cercando di costruire data center ad alta intensità energetica in Medio Oriente e Asia. Il progetto Stargate include MGX di Abu Dhabi tra i suoi investitori strategici.
Secondo Jared Cohen, esperto di tecnologia e sicurezza, paesi come Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Unitistanno diventando “stati swing geopolitici” nell’AI, giocando un ruolo chiave nelle alleanze strategiche globali.
In conclusione, l’intelligenza artificiale è diventata il fulcro di una nuova competizione tecnologica e geopolitica. DeepSeek ha dimostrato che la Cina può sfidare il dominio americano nonostante le restrizioni, mentre Stargate rappresenta la risposta degli Stati Uniti per mantenere il predominio. Le manovre politiche di Trump hanno già dimostrato che le restrizioni all’export possono essere strumenti di negoziazione commerciale. Il “Momento Sputnik” dell’AI segna l’inizio di una nuova era di competizione globale. Nonostante le tensioni, esistono spazi per la cooperazione, specialmente su temi globali come il cambiamento climatico e la sicurezza sanitaria. Tuttavia, l’AI richiede enormi quantità di energia, e la questione dell’efficienza energetica rimane cruciale. Il futuro dell’intelligenza artificiale sarà definito dal confronto tra Cina e Stati Uniti. Nvidia e Oracle potrebbero trarre vantaggio dall’aumento della domanda di infrastrutture AI, mentre gli investitori monitorano da vicino le evoluzioni del settore. La sfida è aperta e il dominio tecnologico del prossimo decennio è ancora tutto da conquistare.
Verso una nuova strategia energetica: Il ruolo chiave degli SMR
Il Progetto Stargate solleva una questione fondamentale: come garantire un futuro ad alta intensità tecnologica rispettando al contempo gli obiettivi climatici? La risposta risiede in una strategia energetica che integri fonti rinnovabili, soluzioni avanzate di accumulo e reattori nucleari modulari di piccola scala (SMR). A differenza delle centrali nucleari tradizionali, gli SMR offrono un design modulare e flessibile, consentendo implementazioni scalabili e vicine ai centri di domanda. Ciò garantisce una fornitura energetica continua, efficiente e sicura. L’impegno di OpenAI nel rifornire i data center del Progetto Stargate con energia pulita potrebbe accelerare l’adozione degli SMR, rafforzandone il ruolo rispetto alle fonti rinnovabili tradizionali. Tuttavia, l’accesso all’energia resta un ostacolo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Lo scorso novembre, una commissione federale ha bloccato il piano di Amazon di collegare direttamente un data center a un reattore nucleare in Pennsylvania, imponendo il mantenimento del collegamento alla rete elettrica tradizionale. Le recenti dichiarazioni di Donald Trump indicano, tuttavia, una possibile svolta. La sua amministrazione potrebbe favorire modelli di generazione elettrica off-grid per i data center AI, permettendo loro di bypassare la rete convenzionale. Indipendentemente dalla fonte energetica utilizzata – nucleare, rinnovabile o fossile – questa politica accelererebbe la costruzione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo su larga scala dell’intelligenza artificiale.
Trump, Musk e il Dilemma del Potere Industriale
L’intreccio tra politica, tecnologia e affari assume una nuova rilevanza con l’influenza di Elon Musk nelle strategie industriali degli Stati Uniti, in particolare sotto l’amministrazione Trump. Musk, a capo di un conglomerato che comprende Tesla, SpaceX, Neuralink e X (ex Twitter), è al centro di iniziative strategiche per il Paese. Tuttavia, la sua vicinanza alla Casa Bianca solleva interrogativi su possibili conflitti di interesse, soprattutto nel caso in cui le politiche federali favorissero direttamente le sue aziende. Il nodo centrale riguarda il suo ruolo nel DOGE, l’ente istituito per ridurre sprechi e inefficienze nella gestione dei fondi pubblici. Analisti e osservatori politici mettono in dubbio la tenuta a lungo termine del rapporto tra Musk e Trump, specialmente dopo alcune dichiarazioni del magnate sulla solidità finanziaria dei protagonisti del Progetto Stargate.
L’elemento distintivo tra il primo e il secondo mandato di Trump è proprio la presenza di Musk, il cui approccio imprenditoriale, spesso in contrasto con la burocrazia, lo rende una figura percepita da alcuni come un “presidente ombra” non eletto. Trump, almeno pubblicamente, non sembra preoccupato da questa dinamica.
Ma chi detiene realmente il potere? Se in passato Trump ha demolito avversari politici con un semplice post su Truth Social, oggi deve confrontarsi con una figura altrettanto influente. Musk, forte di una base di potere indipendente, potrebbe non accontentarsi di rimanere nell’ombra. La vera sfida per Trump sarà mantenere il controllo, evitando che Musk si trasformi in un attore ingovernabile, paragonabile a una “creatura di Frankenstein” sfuggita al proprio creatore.
(Tratto da Trend Positioning Research)
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