Scuola
L’importanza delle fiere per l’editoria: parola a Peppino Piacente
Essere editori oggi significa essere sempre sul pezzo, aggiornarsi costantemente ed anticipare le necessità di un pubblico di lettori e studenti sempre più vasto. Lo sa bene Peppino Piacente, storico editore della SECOP Edizioni che anche quest’anno è stata fra le protagoniste di alcune fiere nazionali ed internazionali. Nata nel dicembre 2004 a Corato (BA), la casa editrice privilegia la pubblicazione di opere ricche di esperienze esistenziali e di sentimenti forti delle molteplici voci di chi vuole “scrivere” la letteratura del XXI secolo, pluralistica e svincolata da ogni schiavitù economica e da ogni angusta visione settoriale della vita, attraverso specifiche linee editoriali improntate alla cura dettagliata, contenutistica e formale, di ogni singolo libro. Piacente è anche tra gli ideatori di una scuola unica per il suo genere in Italia: “La tridimensionalità della parola”. Ce ne parla in questa intervista, dopo aver raccontato le ultime esperienze di editore.
Cosa significa per un editore partecipare ad una fiera? Quali opportunità offre?
La SECOP edizioni sin da subito ha iniziato a partecipare alle Fiere dedicate all’Editoria. In particolare, ricordo la prima partecipazione al Salone del Libro di Torino, avevamo solo due anni e ci misero nel noto INCUBATORE. Esperienza indimenticabile. Lì capimmo che esserci significava “esistere”. Oggi significa soprattutto “confrontarsi”. L’opportunità è la possibilità di “verificare”, su vasta scala, la qualità delle scelte fatte. Una Fiera, soprattutto una Internazionale, è una prova di coraggio: sapersi mettere in gioco a 360°.
Partecipare a DIDACTA vi ha permesso di porre le basi per progetti futuri?
Sì, abbiamo seminato tantissimo. Avevamo partecipato già a due edizioni di DIDACTA ITALIA, a Firenze, in qualità di “ospiti” nell’ambito di Eventi dedicati ad alcune nostre pubblicazioni. Farlo da protagonisti è stato diverso non solo per lo sviluppo di iniziative future, ma anche perché abbiamo potuto interagire con un vasto pubblico, attento e interessato, che ha apprezzato le nostre proposte editoriali, i nostri Progetti Didattici e le nostre iniziative formative.Ora stiamo lavorando per consolidare le collaborazioni nate durante i giorni della Fiera.
SECOP ha partecipato anche alla Fiera di Francoforte: quali differenze hai riscontrato tra Italia ed estero?
La concomitanza di questi due importanti appuntamenti ha messo a dura prova la nostra Casa Editrice, ma siamo riusciti ad ottenere risultati davvero notevoli ad entrambi, proprio perché si trattava di due Fiere molto differenti tra loro sia per tipologia, che per finalità. Per quanto riguarda l’estero noi partecipiamo anche alla Fiera di Belgrado e anche lì assistiamo ad una attenzione speciale che viene riservata ai libri come forma di costume direi, molto più radicata che da noi. La Fiera di Francoforte, poi, dove c’è stato mio figlio Nicola, rappresentando la sede più prestigiosa, a livello mondiale, per gli scambi dei diritti tra case editrici, è stato il punto nevralgico, il perno d’interesse più alto dell’intero anno di lavoro per quanto concerne il “prodotto” libro; DIDACTA è stata sicuramente il momento più importante nel contesto scolastico.
In che modo SECOP cerca di avvicinare i giovani alla lettura?
Questa è una vera scommessa per una Casa Editrice. Trovare gli argomenti e lo stile che riescano a catturare l’attenzione dei giovani non è facile. Ci sono ambiti d’interesse molto più dinamici di un libro. Noi non ci stanchiamo di contribuire intanto a dare voce ai giovani talenti che vogliono scrivere, anche per offrire una possibile strada per affascinare i giovani lettori e aumentarne le sacche. Sicuramente, ha un ruolo illuminante anche la scuola in questo campo, anche se non può essere l’unica. La lettura può essere contagiosa, ma deve vivere oltre la moda. Io sono convinto che si debba avere il coraggio di “rinnovare” le proposte, non esautorando i classici, ma affiancandoli. È una sfida che bisogna affrontare e soprattutto vincere!
Quali sono le principali difficoltà, oggi, per il settore dell’editoria?
La prima difficoltà è la mancanza di “regole”. Per esempio, in Puglia non esiste una Legge sull’Editoria, una Legge dedicata alla “filiera del Libro”, che vada a specificare i ruoli e le funzioni del settore. Continuare a “stampare” libri, soprattutto in autopubblicazione o con “editori a pagamento” contribuisce ad ingolfare la gestione della “promozione editoriale”, creando solo un calo delle vendite per le Case Editrici che lavorano per pubblicare titoli di qualità.
Sei anche tra i docenti e fondatori di una Scuola di formazione editoriale per la transizione digitale: come è nato questo progetto?
Volevo lavorare sul “potere della Parola”, in un tempo profondamente segnato dallo sviluppo tecnologico, e soprattutto di fronte alle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale. Sono convinto che l’intelligenza umana debba puntare sulla padronanza del sistema lingua per poterne potenziare le funzioni e il suo ruolo imprescindibile nelle relazioni sociali autentiche. Così, con l’Associazione Culturale FOS, abbiamo partecipato al Bando TOCC promosso dal Ministero della Cultura nell’ambito di NextGeneration EU PNRR, dedicato agli operatori della cultura per gestire la transizione digitale, e abbiamo proposto la creazione di una Scuola dedicata al mondo dell’Editoria, partendo dalla “Parola”: la “Parola Scritta”, quella “Letta” e quella “Parlata/Comunicata”. Stanno partendo i primi Corsi di Scrittura Creativa, e ci auguriamo di vedere i primi frutti di questo percorso di formazione nella primavera del prossimo anno.
Quali sono le principali competenze che un giovane aspirante editore dovrebbe acquisire?
Le competenze più ce ne sono e meglio è. Poi, però parlerei di “passione” per il mondo dei Libri. Frequentare la nostra Scuola “La Tridimensionalità della Parola” può servire a conoscere le tecniche sia di scrittura, ma anche di gestione tecnico/amministrativa di una Casa Editrice. Ma tutto questo funziona se alla base c’è l’amore per un mestiere straordinario, che ti permette di conoscere tante persone, di viaggiare con le loro storie, di scoprire i loro mondi, di vivere in piena libertà. Ed io, ogni giorno, cerco di lavorare per raggiungere questi obiettivi.
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