Scuola

Insegnanti da rottamare o genitori da formattare?

11 Giugno 2015

Leggendo l’articolo apparso su Gazzetta di Modena intitolato “Appello dei genitori agli insegnanti: non bocciate i nostri figli” c’è poco da stare allegri.

http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/cronaca/2015/06/10/news/il-caso-i-genitori-scrivono-agli-insegnanti-1.11589916

Siamo arrivati al punto che i genitori abbiano la presunzione di chiedere, alla fine dell’anno scolastico, poco prima degli scrutini, che i loro figli non siano bocciati, mandando lettere agli istituti scolastici?

Secondo questi genitori, i loro ragazzi non è che non abbiano voglia di studiare, no. La colpa non è loro, ma degli insegnanti delle scuole medie, mediocri docenti che non hanno inculcato loro le nozioni di base.

I genitori si lamentano e chiedono agli insegnanti delle Scuole Superiori, in particolare degli Istituti Tecnici e Professionali, dove la selezione al primo anno è più severa, indulgenza.

Non sono loro stessi i primi responsabili, se non controllano il rendimento scolastico dei propri figli e li lasciano uscire ogni sera della settimana o quasi? Siamo all’apoteosi dell’assurdo o al capovolgimento della società?
Invece di fare loro una bella ramanzina e prepararli a un’estate di lavoretti estivi per guadagnarsi i soldi per i loro sfizi, i genitori preferiscono giocare allo scarica barile… Con le scuole medie!

Scaricare  le proprie responsabilità sugli insegnanti, sulla Scuola o su chiunque non sia il soggetto in questione è più comodo.
Con ciò può accadere anche che ci siano casi (residuali) in cui sussistano corresponsabilità anche da parte dei docenti, ma se si giustificano sempre pigrizia e nullafacenza, che lezione daranno questi padri e queste madri ai loro figli?

Che anche se dovresti essere bocciato ci penseranno mamma e papà a non farti provare la vergogna della bocciatura”?

Nella vita questi ragazzi non avranno sempre chi rimedierà ai loro errori. Sarebbe anche ora di cominciare a crescere.

Lo studio è il compito dello studente. Non vi pare che sia arrivato il momento che ognuno si prenda le proprie responsabilità?

A partire dai genitori, ai quali evidentemente va benissimo che invece di studiare i loro figli saltino la scuola, vadano al centro commerciale o in centro e bivacchino in giro, con l’eterno iPhone ultimo modello in mano e uno zainetto semivuoto sulle spalle.

Parimenti saranno d’accordo anche che i loro figli se invece vanno a scuola, siano maestri nell’arte suprema di “scaldare il banco e la sedia”, per poi raccontare tornati a casa, che non comprendono le lezioni, dando ogni responsabilità al professore incapace: genitori che pur di non ammettere di avere per figlio uno studente svogliato e pigro, danno la colpa a chiunque altro e si bevono (o fanno finta di bersi) qualunque storia per non affrontare la realtà: non c’è nemmeno più la vergogna di sapere di avere per figlio uno sfaccendato!

Questo “buonismo di maniera” è diventato senza controllo, ormai.

E pensare che fino a pochi anni fa se si tornava a casa con un votaccio eri punito dai genitori con la proibizione di uscire , niente paghetta e via dicendo.

Oggi si apre il giornale e si legge  di genitori che  inviano lettere per far promuovere i figli in aspettativa di bocciatura perché ritengono che alle scuole medie abbiano avuto insegnanti mediocri.
In tutte le materie o quasi?! Perché si sappia che con un solo debito non si viene bocciati.

Non è una lezione utile da insegnare ai propri figli, quella che “se non ti dai da fare, gli altri andranno avanti e tu rimarrai indietro”?
Tralasciando poi che in questo modo si penalizzano ingiustamente gli studenti che si sono impegnati per essere promossi senza gli “aiutini” e le suppliche dell’ultimo minuto di papà e mamme.

Mi auguro davvero che gli Istituti che hanno ricevuto queste lettere, non si facciano intimidire da queste richieste e che tirino dritto per la propria strada.
Gli istituti professionali e tecnici in sé non hanno niente di meno dei Licei: semplicemente ti preparano a un percorso diverso.
Incolpare gli insegnanti per non ammettere i propri errori e non fare i conti con la realtà, denota una povertà di valori culturali che probabilmente concorre in buona parte allo scarso rendimento dei figli.

Occorre recuperare la dignità della figura dell’insegnante e anche della figura di genitore, che si assuma con consapevolezza l’impegno di educatore e non solo di “generatore biologico” di figli.

Così magari prima di “scrivere appelli e fare richieste” i genitori si faranno un serio e onesto esame di coscienza invece di prendersela con il prossimo. La dura verità è quella che vedete davanti ai vostri occhi: far finta di non vedere non sarà di aiuto né per loro né per voi.

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