Sanità

La Lombardia diventa zona rossa, mentre il vaccino antinfluenzale ancora non c’è

5 Novembre 2020

«L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Coronavirus ha reso indispensabile rafforzare la capacità di reazione in tempi brevi del sistema sanitario. In questo contesto, la vaccinazione antinfluenzale è un alleato importante e risulta fondamentale per le persone ad alto rischio, sia per la tutela della loro salute, sia per semplificare la gestione e le diagnosi tra i casi sospetti COVID-19 e i casi di influenza stagionale, i cui sintomi sono tra loro molto simili».

A dirlo è proprio Regione Lombardia, peccato che i vaccini antinfluenzali, proprio nella regione del Covid, sembrano non essere disponibili. Di sicuro non lo sono a sufficienza per vaccinare tutti i soggetti appartenenti alle categorie fragili, figuriamoci gli altri, disposti comunque ad acquistarli in farmacia (se ci fossero, perché anche lì non sono ancora arrivati).

«Ieri dopo 30 telefonate senza esito ho desistito. Oggi ci riprovo. Se ci fossero in farmacia lo comprerei come ho fatto tutti gli altri anni anche se avrei diritto a quello gratis», scrive Manuela su Facebook. «Anche a Cantù al momento non ci sono notizie, le farmacie non lo vendono, i medici per gli anziani ancora non chiamano, le asl per i docenti non si fanno sentire!», ribatte Lorenza.

Le vaccinazioni gratuite quest’anno sono erogate dai medici di base; presso i centri vaccinali delle ASST e nei luoghi dedicati, individuati dalle ASST anche con la collaborazione dei comuni. Nelle farmacie di Milano capita anche di sentire clienti che chiedono direttamente al bancone se ci sono novità. «Io ne ho procurate alcune dosi per poterle somministrare a me e ai dipendenti della farmacia» racconta la titolare di un presidio in zona Paolo Sarpi. «Ma non posso venderle a nessuno, nè tantomeno somministrarle, ammesso e non concesso che trovassi le dosi». Insomma, i farmacisti lombardi non possono vendere dosi e nemmeno fare i tamponi diagnostici, come era stato annunciato a suo tempo. Le esperienze si rincorrono. Chi, appartenendo alle categorie fragili, sta chiedendo al medico curante da settembre novità sull’arrivo del “proprio” vaccino si sente continuamente rinviare a data successiva. «Mi chiami il 3», che poi diventa il 10, il 16, e così via. Di che mese? Di un mese a piacere, la speranza è che si possa procedere almeno prima di Natale. Tardi, ma meglio che niente.

In provincia di Varese, veniamo a sapere proprio stamattina che in un comune dell’alto varesotto gli over 65 cominceranno a vaccinarli negli spazi scolastici il 19 novembre, gli over 60 verranno vaccinati dopo (ma solo se ci saranno abbastanza vaccini per tutti) e l’ATS però non ha ancora comunicato nulla ai medici di medicina generale. Poi c’è il problema delle vaccinazioni ai bambini: non sono infatti obbligati, i pediatri, a fare le vaccinazioni ai loro pazienti e le adesioni sono a macchia di leopardo. Proprio ieri il senatore del Pd Alessandro Alfieri ci aveva detto: «La Lombardia della ormai passata eccellenza sta facendo una figuraccia rispetto alle altre regioni. Soprattutto gli anziani vanno vaccinati per tempo. Al posto che porsi il problema delle battute alla Toti, quasi fossero gli anziani il problema e non invece persone da essere tutelate, si concentrino di più nel recuperare i vaccini e così proteggerli».

A Milano una signora di 85 anni, invalida al 100%, non sa ancora se e come riuscirà a vaccinarsi. «Il medico di base non ha aderito alla campagna vaccinazione, perciò martedì 3, giorno di apertura delle prenotazioni, sono stata attaccata al numero verde regionale senza riuscire a concludere nulla», ci racconta la figlia Elena. «Poi ho provato con il sito, ma ricevevo in risposta un messaggio di mancanza di disponibilità, salvo andare molto in là con le date». Alla fine, il medico di famiglia si è reso disponibile ad effettuare la vaccinazione «se voi comprate il vaccino in farmacia»: sempre che il vaccino si trovi. Per fare prima qualcuno consiglia ai pazienti di provare ad andare fuori città. «Io devo andare a Melegnano a farlo, a Milano non c’è più vaccino. Il 16 di questo mese devo andare a Melegnano, vergogna e ho settantasei anni», ha scritto il signor Angiolino su Facebook.

«Le dosi ci sono e stiamo rispettando il cronoprogramma», continua ad affermare l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, che non ha mai ammesso il pasticcio sui vaccini antinfluenzali, causato da ritardi e gare perse. Qualcuno dice che il Pirellone avrebbe 2.450.000 dosi a disposizione, ma solo la platea di persone che hanno diritto al vaccino gratuito è di 3,2 milioni.

A smentire le rassicurazioni di Giulio Gallera però è un messaggio inviato via Whatsapp da Viviana Beccalossi, ex collega di Gallera nella giunta Maroni e oggi consigliera regionale della maggioranza che sostiene l’attuale governatore Fontana, riportato da il Fatto Quotidiano. «Mia suocera, 89 anni, è un mese che vorrebbe fare il vaccino antinfluenzale senza riuscirci», ha scritto Beccalossi sabato scorso in una chat intitolata “Aggiornamento Covid 19”, utilizzata dai capigruppo e dai presidenti di commissione del Pirellone per scambiarsi informazioni sulla pandemia. «Il suo medico di base – continua – dice che non ce l’ha e nemmeno in farmacia a pagamento è riuscita a trovarlo. E così rompe i coglioni a me. Sto pensando di darle il cellulare di Gallera e, conoscendola bene, lo chiamerebbe tutti i giorni fino a quando non la accontenterebbe. Magari sarebbe la volta buona che si dimette!».

Ad essere arrabbiata non è solo la suocera di Viviana Beccalossi ma moltissimi cittadini che esprimo la loro rabbia anche attraverso  i social network.

«Dietro consiglio del mio cardiologo – scrive Corrado – , avendo io subito un intervento di plastica valvolare, ho richiesto il vaccino antinfluenzale e il vaccino pneumococco. Risposta: i vaccini non ci sono. In Emilia Romagna, i due vaccini sono somministrati tramite la regione». «Parlare con il centralino è impossibile, è perennemente occupato. Sul sito prenotasalute.regione.lombardia “non sono state trovate disponibilità per i criteri di ricerca selezionati” per mia mamma 81 anni con patologia cronica. La chiudo in casa e forse la faccio uscire in primavera… tanto è vecchia non è indispensabile anzi è un costo per la società», scrive Kate.

«Domani mio papà (87enne con Parkinson) non potrà fare la vaccinazione perché il medico ha terminato le dosi: gliene sono state consegnate 15!!! Appuntamento tra una settimana, sperando nel frattempo di ricevere una quantità sufficiente di dosi», racconta Barbara. «Malata oncologica e 66enne. Medico di base non effettua vaccinazioni. Non riesco a prenotare…», dice Linda.

«Ho prenotato la vaccinazione per me e mia moglie oltre un mese fa. Il medico di famiglia mi disse che saremmo stati vaccinati a fine ottobre. Oggi è il 3 novembre. Credo che avremo prima la vaccinazione anti covid», argomenta Giuseppe. E ancora «Mio padre, 70 anni e cardiopatico, quest’oggi si è rassegnato e ha dovuto prenotarlo privatamente per 60 euro. Il suo medico curante è furibondo», conclude Simone.

Ma prendendo ad esempio uno dei tanti centri privati che possono erogare il vaccino antinfluenzale si scopre che «presso le sedi di Auxologico viene offerta la prestazione vaccinale con Influvac Tetra, vaccino tetravalente (protegge da 4 varianti di virus influenzale)» al costo di 50 euro. La somministrazione del vaccino antinfluenzale è partita il 15 ottobre 2020 nelle sedi di Auxologico a Milano, Meda, Pioltello e Cusano ed è destinata a persone adulte dai 18 anni. Peccato che «a seguito delle numerose richieste pervenute è possibile che la prestazione di somministrazione del vaccino antinfluenzale non risulti momentaneamente prenotabile con il regime Plus/Privato».

Intanto, il Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo Da Vinci” di Milano, dopo la chiusura al pubblico imposta dal nuovo Dpcm, si è trasformato in un centro per le vaccinazioni (ovviamente a pagamento). Da lunedì, nella sala “Biancamano” sono state allestite quattro postazioni per la vaccinazione antinfluenzale gestita dall’ospedale San Giuseppe (Gruppo MultiMedica). La campagna è rivolta alla popolazione maggiorenne, in particolare alle categorie non coperte dalla vaccinazione gratuita della Regione Lombardia. La profilassi antinfluenzale costa 60.

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