Coronavirus e analfabetismo funzionale. Come uscirne?
Il 47% degli italiani tra 16 e 65 anni rientra nei casi di analfabetismo funzionale (ultimi dati nello Human Development Reports).
Credo sia inutile dilungarsi nello spiegare l’importante correlazione della diffusione del panico, delle psicosi e dei danni socioeconomici che può comportare il racconto e l’approccio (ammettiamolo: clamorosamente sbagliato da parte di chi doveva occuparsene) del coronavirus.
Ora, lungi da me ergermi in inutili cattedre, chiedo soltanto una grande mano sulla coscienza a chi si occupa di comunicazione (io in primis mi metto in prima linea), soprattutto nei media tradizionali e non: raccontate i fatti, non le storie.
Raccontate che si può guarire, raccontate che non è una pandemia. Raccontate la verità, per piacere. A rischio c’è una nazione intera, non tre regioni. Ascoltatemi.
Dobbiamo volerci bene. E comunicare in modo chiaro, veritiero e preciso vuol dire voler bene ai propri connazionali; bisogna anzitutto assecondare anche chi non è in grado di comprendere bene un testo. Non è uno scherzo né una trovata radical chic classista, è un problema serio, serissimo. E dovremo affrontare anche l’analfabetismo funzionale dopo questa crisi, perché è grave e siamo terzultimi nei 33 paesi del cosiddetto “primo” mondo.
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