Sanità

Sistema Sanitario Nazionale in crisi: disuguaglianze, sovraffollamento e sfiducia

Il Rapporto annuale del Censis analizza la crisi del Sistema Sanitario Nazionale italiano, evidenziando l’aumento della spesa sanitaria privata rispetto a quella pubblica, il calo delle retribuzioni dei medici e le difficoltà di accesso alle cure

6 Dicembre 2024

Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) italiano sta vivendo un periodo di profonda crisi, segnata da disuguaglianze economiche e difficoltà di accesso alle cure. A metterlo nero su bianco oggi è il Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese.

Nel decennio che va dal 2013 al 2023, i dati mostrano un aumento significativo della spesa sanitaria privata, con un incremento del 23,0% in termini reali per il settore privato, rispetto all’11,3% di crescita della spesa pubblica. Questo divario crescente tra spesa sanitaria pubblica e privata riflette le difficoltà del Sistema Sanitario a garantire un servizio sanitario equo e tempestivo per tutti.

Sistema Sanitario Nazionale: l’inadeguatezza delle risorse e la frustrazione dei professionisti

Una delle cause principali di questa crisi è la stagnazione delle retribuzioni dei medici. Tra il 2015 e il 2022, le retribuzioni mediche nel SSN hanno subito un taglio del 6,1% in termini reali, creando un senso di frustrazione tra i professionisti del settore. Non sorprende, quindi, che l’87,2% degli italiani consideri prioritario migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni del personale medico. La carenza di medici e infermieri, segnalata dal 92,5% degli italiani, è un altro aspetto cruciale della crisi. L’esperienza traumatica dell’emergenza Covid, che ha messo in evidenza la carenza di risorse e la difficoltà del sistema sanitario a rispondere alle richieste di prestazioni sanitarie, ha generato forti aspettative di cambiamento.

Le odissee sanitarie e il sovraffollamento degli ospedali

Negli ultimi due anni, il 44,5% degli italiani ha sperimentato personalmente o indirettamente il sovraffollamento nelle corsie degli ospedali o in altri servizi sanitari. La lunga attesa per ottenere prestazioni nel Sistema Sanitario Nazionale ha spinto molti cittadini a cercare soluzioni a pagamento, con il 34,9% che ha dovuto ricorrere alla sanità privata, intramoenia o al pagamento diretto. Il fenomeno non riguarda solo le classi sociali più abbienti, ma anche quelle a reddito medio-basso. Il 37,1% delle persone con redditi più alti e il 32,0% di quelle con redditi più bassi si rivolgono alla sanità privata per evitare le lunghe attese e l’incertezza delle cure pubbliche.

Questo squilibrio tra pubblico e privato ha portato a una crescente percezione di disuguaglianza nell’accesso alle cure. Il 84,2% degli italiani è convinto che i più benestanti possano curarsi prima e meglio, aumentando la frustrazione tra chi non può permettersi di pagare per prestazioni sanitarie.

Sistema Sanitario Nazionale: le implicazioni sociali e psicologiche

Il sistema sanitario pubblico sta vivendo una crisi di fiducia. Più della metà degli italiani (63,4%) dichiara di provare sfiducia nel SSN, temendo di non poter contare su soluzioni adeguate in caso di necessità. Solo il 27,9% si sente tranquillo riguardo alla possibilità di ricevere cure tempestive e appropriate. Questo abbassamento della fiducia nella sanità pubblica ha anche un impatto psicologico profondo, alimentando un senso di incertezza riguardo al futuro del welfare in Italia.

La povertà e il rischio di esclusione dal welfare

L’Italia sta vivendo anche un crescente rischio di esclusione dal welfare. La metà degli italiani (50,4%) ritiene che il Sistema Sanitario Nazionale e quindi di tutele pubbliche si limiti solo alle prestazioni essenziali, con il resto delle necessità coperte dai risparmi personali o da polizze assicurative. Il 61,9% degli italiani è convinto che il welfare pubblico debba essere utilizzato principalmente come protezione contro i rischi sociali come la sanità, la vecchiaia e l’inabilità, anziché per investimenti finanziari. Tuttavia, per molti cittadini, il welfare si sta trasformando da una risorsa a un costo che pesa sempre di più sulle famiglie.

Forme di povertà in aumento

La povertà in Italia sta assumendo forme sempre più diversificate. Oltre alla povertà economica tradizionale, si riscontrano forme di povertà alimentare, energetica e anche oculistica, che colpiscono milioni di italiani. Il 9,8% degli italiani vive in famiglie in cui il reddito non è sufficiente a coprire le spese mensili, mentre l’8,4% si trova in povertà alimentare e il 9,5% in povertà energetica. Questi fenomeni riflettono una crescente disuguaglianza sociale, in cui le famiglie più vulnerabili sono costrette a fare sacrifici enormi per far fronte alle spese sanitarie e alle necessità quotidiane.

Sistema Sanitario Nazionale: pensioni e sostenibilità del welfare

Sul fronte previdenziale, la percezione di un sistema sempre più insostenibile è diffusa. L’81,5% degli italiani ritiene che la pensione pubblica stia affrontando grandi difficoltà a causa dell’invecchiamento della popolazione e del calo demografico. I giovani, in particolare, sono consapevoli della necessità di risparmi personali e di previdenza complementare per garantire una vecchiaia serena. Il 81,2% dei giovani ritiene essenziale sviluppare forme di previdenza complementare per proteggersi dalle incertezze del futuro.

La crisi del Sistema Sanitario Nazionale italiano è il riflesso di una serie di sfide complesse che riguardano non solo l’economia, ma anche la struttura sociale del Paese. Il crescente divario tra sanità pubblica e privata, l’insoddisfazione tra i professionisti della salute, e la crescente disuguaglianza nell’accesso alle cure sono segnali chiari di una necessità urgente di riforme. La risposta a queste sfide potrebbe determinare il futuro della sanità e del welfare in Italia, e la sua capacità di garantire equità e sostenibilità per le generazioni future.

 

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