I trasferimenti ( alcuni) Stato-Regione Siciliana destinati alla sanità. Non è compreso il quantum biennale relativo all'art.38 del Fondo di Solidarietà Nazionale.

Sanità

sanità e politica: uno spaccato nostrano

La continua richiesta di aumento del Fondo Nazionale sulla sanità urta contro incontrovertibili denunce di sprechi, corruzione, cattedre autofinanziate con i fondi destinati ai malati e quant’altro sia rivolo di danaro eludendo le leggi di contenimento della spesa.

15 Marzo 2025

Ben prima di Tangentopoli, il socialista Rino Formica coniò una metafora: “il convento è povero ma i monaci sono ricchi”. Nel caso di oggi, il convento è la sanità e i monaci sono gli amministratori, una fonte di massima spesa quanto un centro di costo. Nel Libro Bianco sulla Sanità, Aracne, 2024, si afferma a pg. 164…”  Nel 2008 entra in vigore la legge Brunetta (legge 133/08 ora citata) che prevedeva un taglio del 20% alle loro retribuzioni. Secondo lo studio “Il Management strategico delle Aziende Sanitarie: primo rap porto sul trattamento economico in alcune Regioni italiane”realizzato da Vania Carignani, commissionato da Federsanità Anci, la legge è stata applicata a macchia di leopardo ma “Complessivamente il 47% delle 16 Regioni esaminate ha ridotto del 20% il compenso del direttore generale, il 18% ha ridotto di meno del 20%, il 29% non ha ridotto, il 6%, cioè una sola Regione, lo ha incrementato”. Lo stipendio annuo di un direttore generale di azienda sanitaria quindi varia da 113.621 euro a 182.023 euro e se prima della legge Brunetta la retribuzione media era di 151.159 euro all’anno, adesso è di 140.344 euro. In Molise è di 122.400 euro, in Piemonte varia da 123.949 e 119.818 euro, in Veneto 123.608 (sono le uniche tre regioni per cui lo studio fornisce i dati). Tra le Regioni che hanno applicato il taglio del 20%: Abruzzo, Lazio, Molise, Piemonte, Sardegna. Viceversa Lombardia e Toscana non hanno ridotto i compensi di direttore generale, sanitario e amministrativo. Ora, mantenendo una media di 140.344 €/anno per le tre posizioni apicali di Direttore Generale, Amministrativo e Sanitario, otteniamo la cifra, riposizionata su 275 Aziende, di 115.784.000, cifra considerevole decurtabile quindi con una proposta efficace di portarlo a quello del Direttore di Unità Ospedaliera Complessa (UOC) con una riduzione di circa il 25/30%.”[1]

Detti Funzionari apicali saranno certamente bravissimi e meritano di essere pagati a peso d’oro con un enorme però: come mai in alcune regioni riferite come Molise, Abruzzo, Sardegna e soprattutto nelle due principali a Statuto Speciale, dotate di trasferimenti extra come il Fondo di Solidarietà nazionale, c’è una fantasmagorica migrazione sanitaria che ci costa altri 3 miliardi?

Allora è dunque vero: nel comparto sanità i soldi ci sono ma non sono destinati ai malati.

Alle difficoltà economiche dei Direttori Generali, si può venire incontro moltiplicando gli incarichi, come avviene in Sicilia. In una recente intervista al Giornale di Sicilia, di Palermo, il deputato all’ARS Di Paola (M5S) ha fatto affermazioni inequivoche, citando due esempi: l’assessore regionale Daniela Faraoni,[2] quella che appena  nominata si dichiarò in favore di un rapporto stretto con la sanità privata- e il DG Ferdinando Croce, avvocato messinese, DG alla ASL di Trapani, assessore al Comune di Giardini Naxos. Nell’intervista Di Paola afferma «Che Croce possa essere contemporaneamente direttore generale dell’Asp di Trapani e titolare di ben dieci deleghe, anche pesanti, al Comune di Giardini Naxos è fuori da ogni logica. È vero che Giardini Naxos è un Comune di poco meno di 10.000 abitanti, ma è altrettanto vero, però, che i suoi abitanti in estate si moltiplicano, parallelamente alle risposte da dare ai cittadini che un assessore a mezzo servizio difficilmente può garantire o può garantire tempestivamente. Da quanto ci risulta, da quando Croce ha avuto l’incarico all’Asp di Trapani, le sue presenze fisiche nelle sedute di giunta al Comune sono state poco più di 40 su 214, a fronte di quasi 100 assenze e oltre 70 collegamenti da remoto.“

Per queste motivazioni il gruppo parlamentare del Di Paola ha presentato un DDL di appena 4 articoli, che disporrebbe l’inconferibilità di incarichi nelle amministrazioni regionali e locali a soggetti provenienti, nell’anno precedente, da incarichi di direzione nelle Asp o nelle Aziende ospedaliere. In particolare, gli incarichi che non possono essere conferiti a questi soggetti sono quelli di assessore regionale e comunale e quelli amministrativi di vertice nelle amministrazioni regionali e locali. Il testo prevede pure l’incompatibilità tra gli incarichi di direzione nelle Asp e aziende ospedaliere e le cariche politiche alla Regione e nei Comuni.

Come dire : mettiamo il dito nell’occhio dei Controllati al contempo Controllori. Vedremo che esito avrà il  DDL

 

 

[1] Ferrara A.-Caputo A. Libro Bianco su Sussistenza e Sanità. Aracne, 2024.

[2] l Direttore Sanitario Dr. Antonino Levita dal 21/01/2025 assume le funzioni di sostituto del Direttore Generale  ai sensi dell’art.3 c.6 del D.Lgs 502/92. La Dott.ssa Daniela Faraoni nominata con D.P. n. 314/Serv. 1°/S.G. del 21/06/2024 – Delibera di nomina ed insediamento n. 1 del 21/06/2024 – è stata il Direttore Generale dell’ASP di Palermo.

 

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