Sanità
Nell’anno del Covid trascurati 35 milioni di italiani con altre patologie
Sono 35 milioni gli italiani che hanno trascurato la loro salute nell’anno del Covid-19. È il quadro che emerge dalla ricerca della Fondazione Italia in Salute, e realizzata da Sociometrica, per quantificare su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario impegnato nelle patologie non-Covid. Il titolo dell’indagine è: “Gli italiani e il Covid-19. Impatto socio-sanitario, comportamenti e atteggiamenti della popolazione Italiana”.
Molti Italiani, anche al di là delle disposizioni di legge, hanno modificato spontaneamente alcuni comportamenti quotidiani. Il 63,3% evita di prendere mezzi pubblici, oltre la metà non frequenta più negozi, bar e ristoranti; circa 7 persone su 10 hanno scelto di non vedere più amici e conoscenti dentro casa.
La ricerca-sondaggio ha messo in luce un’Italia in grande sofferenza a causa di una pandemia che non salva nessuno e nessun aspetto della vita com’eravamo abituati a viverla. Lo studio illustra l’ampiezza e la profondità del male oscuro innescato dal Covid, in particolar modo in ambito sanitario: visite e servizi cancellati o rimandati per il 52% degli italiani. Circa il 64% della popolazione, infatti, ha timore degli ospedali.
In un anno di pandemia 35 milioni di Italiani hanno avuto problemi a utilizzare servizi e prestazioni sanitarie per patologie non-Covid. In particolare, le cancellazioni e rinunce hanno coinvolto circa 10 milioni di persone. Di queste, circa 400 mila hanno rinunciato o visto cancellare interventi di ricovero; 600 mila non hanno potuto fare interventi chirurgici e circa un milione di persone non ha avuto le prestazioni di day hospital. Il servizio a cui hanno dovuto rinunciare maggiormente i pazienti sono le visite specialistiche, cancellate o a cui hanno dovuto rinunciare in circa 7 milioni. Da segnalare che la cancellazione o rinuncia delle visite specialistiche ha riguardato in specifico l’83,9% degli over 65.
Altre modifiche comportamentali e d’impatto sullo status psicologico messe in rilievo dalla ricerca che sono il 49,1% della popolazione avverte una crescita dello stress; il 43,9% ha smesso, o fortemente ridotto, l’attività fisica; il 28,8%ha difficoltà del sonno; il 27,1% ha malesseri psicologici di tipo generale; il 25,7% mangia di più o ha smesso di controllare la propria dieta; il 16,5% che accusa sintomi di depressione.
Inoltre, le conseguenze dell’epidemia sui minori sono rilevanti e allarmanti. Quasi il 60% dei genitori intervistati ritiene che la pandemia abbia avuto un impatto psicologico sui figli minorenni. Per un genitore su quattro, i minori sono stati “colpiti molto pesantemente”, soprattutto nel caso di famiglie poco istruite. La ricerca rivela, al proposito, una “legge di proporzionalità” tra livello di istruzione dei genitori e impatto sui minori: più basso è il titolo di studio dei genitori e più grave è l’effetto dell’epidemia sui minori.
Discorso tutto particolare per i vaccini. Gli italiani mostrano un atteggiamento molto differenziato. Le persone che hanno patologie di vario tipo vogliono tutte essere vaccinate, e anche dal punto di vista sociale ci sono significative differenziazioni, perché sono le persone più istruite a essere più favorevoli ai vaccini.
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