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Lettera al Prof Galli. Le cravatte, il lume della scienza e la popolarità

28 Aprile 2020

Carissimo Professor Galli,

Lei è stato per noi un punto fermo in questa quarantena. Una voce affidabile, severa, competente, generosa, scientifica ed umana.

Lei non ha bisogno di esprimersi con il dito alzato, la sua autorevolezza le conferisce una naturale autorità.

In queste settimane, giustamente, le sono arrivati attestati di stima da tutte le parti.

Nella confusione generale, tra opinionisti, biologi, virologhi e tuttologhi, quando sullo schermo appariva lei, nelle case si udiva una sorta di “Ohhhh”, come a sottolineare una garanzia, la certezza che le sue parole avrebbero dato quel minimo di sicurezza che la nostra reclusione pretendeva.

Però Professore, lei poi ha esagerato. Ha iniziato a diventare un presenzialista degno di Stachanov, in ogni trasmissione. “Bisognava ristabilire l’ordine”, è vero ma la cosa le è sfuggita di mano. Non me ne voglia e accolga anche l’ironia perché il rischio di prendersi troppo sul serio porta ad un’adulazione celebrativa che uno scienziato dovrebbe sempre rifiutare.

Sono giorni che penso di scriverle una lettera irriverente perché credo lei ne abbia bisogno. Per restare umani è indispensabile porsi di fronte allo sfottò.

Ho deciso che era giunto il momento di prendere carta e penna una sera mentre facevo zapping. Io potrei giurare di averla vista contemporaneamente su due reti differenti. Manco padre Pio usava la televisione per sperimentare l’ubiquità!

Quella stessa sera l’ho sognata! È vero lei non è perseguibile per i sogni degli altri. Non ha responsabilità, ma santo Dio la si trovava ovunque. Va bè, nel mio sogno lei non diceva nulla, ma mi guardava diritto, severo e serio. E solo con un lieve cenno del capo, sentenziava il suo “no”. E pensare che mi ero addormentato fantasticando, ancora ad occhi aperti, di evadere. Sì, ho sognato di disobbedire alla quarantena, di uscire dalla regione dove sono confinato. Era solo un desiderio onirico. Un momento che non andrebbe mai rovinato, perché è lo spazio dell’immaginifico che non ha morale, giudizio, obblighi. E invece no, è arrivato lei a spezzarmi il sogno. Non si fa così, non è giusto Professore. Confesso di aver provato anche un sentimento sgradevole nei suoi confronti e data la sua “sacralità”, oramai manifesta, mi sono sentito anche in colpa.

Però la sera dopo l’ho vista da Mario Giordano che è arrivato addirittura a citare un articolo di Selvaggia Lucarelli – e tra i due non corre buon sangue – pubblicato sul Fatto Quotidiano, dal titolo inequivocabile: “Massimo Galli, il direttore ha ragione a prescindere”. E così il conduttore di Fuori dal Coro volendo superare in adorazione la collega, si è speso in uno sproloquio di complimenti che neppure Emilio Fede con il Cav. nei tempi più belli.

In quel surreale siparietto, lei è rimasto come sempre impassibile, attento, sino a quando ha perso, per qualche minuto, il lume della “scienza” e forse anche quello della ragione, e ha iniziato a disquisire sulla fattura delle sue cravatte nelle quali, diversamente da quanto scritto dalla Lucarelli, non vi sono stampati dei pallini a pois, bensì dei piccoli animaletti. Glielo giuro, io da quel momento non sono più riuscito a togliermi dalla mente l’immagine di lei che cercava, non senza una certa difficoltà, di inquadrare con la webcam i piccoli coniglietti.

Per carità, devo ammetterlo, subito dopo, come se qualcuno in casa si fosse messo disperatamente le mani nei capelli, lei ha esternato una di quelle tipiche domande retoriche: “forse mi sto sovraesponendo troppo?”. In quel momento, giuro ho visto un lampo nei suoi occhi. Diciamo così, un’espressione tipica del primo Galli. Giordano però è intervenuto prontamente. “Ma no! Quando mai! Lei è qui per rispondere ad un dovere morale: l’informazione sanitaria corretta”. Ma no, sottolineo io oggi a mente fredda. Cosa le è venuto in mente Professore? Che qualcuno non pensi che il vezzo narciso si sia impadronito anche di lei, che il demone della popolarità si sia insinuato anche nella mente di un serio scienziato, o che le sia sfuggita di mano la competizione e distanza con Burioni. Ma no Professore. No!!!

 

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