Sanità

L’Assessore non si presenta, i disabili possono aspettare

12 Febbraio 2020

È stato sconfessato già una volta in aula dalla sua stessa maggioranza. Contestato da una vasta platea di associazioni; e portato davanti alle telecamere delle TV private a rispondere del malcontento prodotto dal suo lavoro.

Eppure l’Assessore Stefano Bolognini, cui riconosciamo l’impegno e la più assoluta buonafede, non riesce tuttavia a venire a capo del problema disabili, e un po’ come certi allenatori di calcio, reitera alcuni comportamenti, producendo effetti collaterali e uno scollamento sostanziale tra lui e la squadra di cui fa parte. Certo: su di lui veglia la sacra mano del Capitano che costituisce oggi il miglior scudo politicamente auspicabile, e pur tuttavia va detto che il malcontento che riesce a generare ultimamente, qualunque scelta faccia, certamente fa riflettere. Abbiamo assistito al paradosso per cui a quasi due mesi dalla bocciatura in aula della sua delibera che tagliava l’assegno ai disabili, e dopo aver promesso di presentarsi in Commissione Sanità Lombardia per riferire all’aula delle nuove decisioni, lo stesso Bolognini ha deciso di non presentarsi di nuovo. Tanti saluti alle famiglie che senza questa delibera non sanno come aiutare i loro cari colpiti da disabilità, non sapendo dire l’Assessore se l’assegno lo aumenterà o lo lascerà com’è, sempre che non lo investa nuovamente l’idea di tagliarlo ancora. Stupisce la modalità comunicativa, con cui s’è bypassata per l’ennesima volta la commissione e chi ne fa parte; stupisce che una forza sovranista, quella per cui vengono prima gli italiani e le famiglie, proprio di loro si disinteressi direttamente. È questa la ragione per cui sia il consigliere PD Gian Antonio Girelli, sia quello Radicale, Michele Usuelli, in commissione, di fronte all’ennesima assenza ingiustificata hanno alzato la voce: “La commissione non serve a ratificare la decisione dell’assessore ma a discuterla dopo un adeguato confronto”.

L’Assessore in evidente difficoltà ha fatto arrivare una nota con cui fa sapere che l’assegno da 600 Euro sarà aumentato con nuove coperture: “Dopo aver incontrato e raccolto le istanze delle associazioni, in questa settimana abbiamo individuato, in collaborazione con l’assessorato al Welfare, ulteriori 12 milioni che ci permetteranno di garantire il contributo fisso di 600 euro, come l’anno scorso, e di implementarlo ulteriormente, anche attraverso voucher sanitari, fino ad arrivare a un importo massimo, in determinate situazioni, di 1.700 euro, con un incremento di ulteriori 100 euro rispetto al passato”.

Letto in italiano significa che il taglio di 400 euro sull’ originario tributo di 1000 euro sarà confermato e che solo in determinate condizioni sarà consentito di pagare di più, fino ad un massimo di 1700 Euro. Un racconto per cui converrà aspettare il testo per capire se le coperture ci sono tutte e per davvero. Stupisce poi che l’Assessore arrivi sempre dopo. Se decidi di non incontrare una persona cui hai dato appuntamento, l’avvisi prima e non dopo. Altrimenti è come la storia dei porti chiusi, che chiusi poi non lo sono mai stati davvero. La politica degli annunci non libera risorse alle famiglie. Il Bocia, capo Ultras dell’Atalanta, non apprezzerebbe uno che promettesse di esserci e poi si defilasse. Non è una cosa onorevole per un atalantino. Ma potrebbe sempre essere un gobbo, l’Assessore. Una volta era padano.

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