Sanità
Hai l’influenza? Ti cura Uber
Se hai l’influenza chiami Uber. Non per farti portare all’ospedale, ma perché il medico venga a casa tua.
In tempi di Decreto Sanità, tagli alla spesa e tentativi disperati di creare una assistenza domiciliare degna di questo nome può essere utile andare a guardare quel che accade negli Stati Uniti. Dove stanno nascendo una serie di società che offrono servizi medici a chiamata.
Pager è ad esempio una di queste. Basata sulla tecnologia di Uberi tratta di un startup, funzionante per ora solo a New York.
Cinquanta dollari la prima visita, 200 per tutta la famiglia, è una sorta di specialista a chiamata. Non devi andare in ospedale, non devi perdere tempo o giornate di lavoro. Oscar Salazar, chief technology officer di Pager dichiara al Wall Street Journal che l’inserimento in un programma di assicurazione medica, come funziona negli Usa è “solo questione di tempo”.
Medzed, invece, funziona ad Atlanta. Tecnologie avanzate, reclutamento di medici via mail, app per la chiamata. Una pagina Facebook.
E poi c’è True North che risponde alle chiamate che non sono considerate emergenze dal 911 (il 118 americano) con cifre che sono decisamente più alte dai 200 ai 300 dollari.
Retrace health a Minneapolis fornisce consulti infermieristici a distanza per 50 dollari, Heal promette di spedirti un medico a casa in un’ora.
Da noi la chiamano ancora Telemedicina, ed è tutta concentrata sull’assistenza a distanza. Negli USA è una piena espressione della sharing economy che sembra destinata a prendere piede sempre di più: sanità privata, certo, ma con prospettiva molto chiara: migliorare la vita delle persone fragili, renderla meno faticosa e piena di addentellati burocratici.
credits photo: da Flickr
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