Lifestyle

Europa: dica 33

26 Gennaio 2018

Vede finalmente la luce la ricognizione ufficiale che il Commissario Europeo per la Sanità Vytenis Andriukaitis ha di recente pubblicato (State of Health in the UE Report). Da questo Rapporto si evince che anche per la Sanità esistono differenze tra Paesi Membri che, in relazione alla domanda di salute, si comportano in modo difforme. Il Rapporto evoca due quesiti primari:

Prima domanda: a quanto ammontano le differenze?

Seconda domanda: tali differenze sono da imputare a semplici o comunque individuabili deficit di risorse economiche o alla base esistono scelte politiche differenziate e non uniformate dalla UE?

Il Rapporto identifica la condizione di 150 milioni di europei in difficoltà a curarsi di cui 15 mln in povertà assoluta che rinunciano a curarsi. Se accreditiamo a 12 quelli italiani, ossia uno su 5, o un quinto della popolazione, il panorama complessivo europeo sta decisamente peggio con un terzo dei suoi cittadini abbandonati ad un regime di non cura.

Secondo Andriukaitis, un ruolo decisivo è da attribuire alla crisi che ancora attanaglia l’Europa su occupazione, lavoro e soprattutto salute. Ciò si riferisce, anche secondo il Rapporto, ad una popolazione che sta invecchiando con un’aspettativa di vita media attestata sugli 81 anni. Secondo il Commissario, occorre agire sull’accessibilità alle cure innovative e modificare il prezzo dei farmaci.

Attualmente si riconoscono Paesi Ricchi e Paesi più poveri, che noi abbiamo inscritto in un’Europa a più velocità, almeno per il settore energetico. Ma verso i paesi più ricchi convergono medici, infermieri ossia le risorse umane europee più disponibili che trascinano anche risorse economiche. Ecco dunque la risposta al primo quesito: il Rapporto incide molto sul Fattore Economico quale principale campo di risoluzione delle problematiche dei Paesi dell’Est Europa, non in linea statistica con gli altri Paesi quanto a stili di vita e comportamenti. Infatti obesità, abitudine al fumo ed all’alcol, costituiscono valenze ancora da eradicare e contribuiscono fortemente ad incrementare la mortalità prematura. In termini puramente economici, ciò significa perdita di forza lavoro, non a caso in specie nei Paesi a minor reddito individuale e con incipiente povertà. Ne deriva una maggiore necessità di investire in prevenzione nei Paesi dell’Est e Sud Europa, penalizzati sotto questo profilo.

Secondo il Commissario, investimenti e risorse assumono un ruolo egemone nella conduzione e risoluzione del problema Salute Europea, attribuendo alla mortalità prematura della forza lavoro un ruolo largamente negativo sull’economia globale. A tal proposito va osservato che il principio può anche valere dal punto di vista economico ma non etico. Le morti premature vanno prevenute in quanto tali e non in funzione della presupposta perdita di forza lavoro.

Sul secondo quesito che poniamo, il Rapporto non appare esaustivo, in specie sulle conclusioni legate al principio della sostenibilità economica da devolvere alla Salute, quasi variabile dominante nella ottimizzazione del Rapporto domanda /offerta di salute.

Tuttavia finalmente la Commissione si occupa di salute, finora vera Cenerentola delle priorità europee e la inscrive tra le primarie problematiche, nel contesto dell’ incipiente povertà dell’Europa Meridionale e dell’ Est, sia pure con generiche indicazioni – non può fare diversamente dato il ruolo istituzionale della Commissione- di una terapia di investimenti e risorse.

Se dunque il Rapporto sembra comunque sottolineare la disparità incipiente tra paesi europei a diverse velocità, poco o nulla dedica ai fattori della corruzione in sanità, idonei a sottrarre risorse per una media calcolata approssimativamente sul 7% della somma che ciascun Paese dedica alla Salute e che non esiste solo l’incremento della domanda di salute (per patologie croniche e/o degenerative) ma soprattutto la reale riduzione dell’offerta sanitaria in termini quantitativi e qualitativi per difetto di organizzazione delle strutture e per deficit di strategia di prevenzione.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi diventare un brain?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.