Sanità
Decreto sanità, la “lista” che fa paura
La lista delle 208 prestazioni a rischio inappropriatezza fa paura. Non tanto per il contenuto in sé, che a un cittadino qualsiasi può non dire molto, o poco (ci sono esami, soprattutto quelli genetici, di difficile comprensione).
Ma perché come già avevamo detto nei mesi scorsi c’è un problema di fondo: chi lo difende il cittadino di fronte a un medico che si tira indietro nel prescrivergli un antigene in grado di rilevare lo sviluppo di un cancro e magari quel cancro lo ha? O che magari è a rischio recidiva o deve fare il monitoraggio? “Massì, facciamolo tra sei mesi, tanto ….”.
I medici sono sul piede di guerra. Hanno paura delle cause e stanno correndo ai ripari.
Ma, fatemi capire, i cittadini si devono stampare la “lista nera” delle prescrizioni? E dire di fronte a un medico di base pauroso (suvvia in certe regioni sono già partite operazioni di contenimento della spesa, proprio sui medici, come premi a chi prescrive di meno) “Guardi dottore che nella lista non c’é?”. Eppoi quello che fa, lo prescrive lo stesso?
Perché quello che più preoccupa in queste ore è proprio chi tutela il malato. E forse sarebbe ora di smettere di pensare che siamo tutti dei querelatori di medici a cuor leggero. I numeri ci dicono che è un fenomeno che esiste, ma non è il problema principale. Come sempre, si prende un aspetto di una vicenda e lo si fa diventare il principio per fare la riforma. Un po’ come lo sciopero del Colosseo.
Ma sedersi a un tavolo, ministero, medici e parti sociali, non sarebbe stato meglio?
Mi ero sbagliata, non è un Penthatlon, rischia di diventare un girone infernale.
credits photo: Flickr
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