Sanità
Covid in Campania
Siamo arrivati al punto che tutti scongiuravamo. La paura che aleggia da giorni e che ormai è sostanza quotidiana, la inaliamo nei telegiornali, nei talk, ha assunto la fisionomia di un nuovo lock down. La Lombardia e la Campania sono le regioni più in sofferenza. I casi si moltiplicano vertiginosamente, le terapie intensive sono nuovamente sature. Rispetto a Marzo, ne sappiamo di più del nostro nemico, lo abbiamo studiato, analizzato costantemente in laboratorio, abbiamo più posti letto, respiratori, si sono aperti nuovi ospedali di fortuna, ma ciò che manca è il personale umano. Quelli reclutati nella primavera scorsa erano statti assunti con un contratto a termine, oggi mancano infermieri, anestesisti, rianimatori. Sono stati definiti soldati che lavorano in prima linea, eroi. Non mi pronuncio, mi pare sia abbastanza superfluo cercare una terminologia adatta, sicuramente sono persone dotate di un grande senso di forza e umanità. Persone che hanno visto aumentare il loro carico di lavoro, svolgere la loro professione in mancanza, a volte, di spazi e mezzi necessari, e soprattutto, hanno dovuto e devono essere ponte tra i familiari a cui le visite sono inibite e il malato. Assistere e portare conforto.
In Campania, De Luca ha parlato di un totale lockdown dal prossimo lunedì. Ritiene che bisogna chiudere tutto tranne attività che producono beni e movimentazioni essenziali quali: industria, agricoltura, edilizia, agro – alimentare, trasporti.
Ovviamente la tanto nominata scuola, la Lourdes dei poveri, risolutrice di ogni male sociale, non producendo alcun bene a cui attribuire un valore, né tanto meno movimentazione, visto che i cervelli devono restare in pappa, è giusto che resti chiusa.
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