Salute mentale
Psicopolitica: gli avventurosi (avventurieri) al governo
A Carnevale vediamo molti simpatici bambini e ragazzini vestiti da Zorro, con la mascherina il mantello, la spada. Poi, ma è un po’ banale, nel corso del tempo, ci si maschera in vario modo, illudendosi di acquistare una nuova immagine e comportarsi come tali. Ma il problema sorge quando la mia identificazione con un personaggio va aldilà delle finzione più o meno esplicita, per tentare di fare quelle cose che questa immagine presuppone. La Storia è piena di personaggi che hanno come caratteristica fondamentale l’avventurosità. Dall’Ulisse dantesco che invece che godersi la pensione parte con i suoi vecchi e stanchi compagni a cercare qualcosa che neanche lui sa cosa sia, a un Colombo che con le sue navicelle attraversa l’Atlantico, fino ai giorni nostri con esploratori, guerriglieri, manager ecc. che cercano cose che forse non verranno mai raggiunte, è tutta una ridda che aspirazioni e comportamenti che spesso fanno proprio la fine di Don Chisciotte.
Ovviamente le noiose persone di buon senso (cioè paurose) scuotono la testa nei riguardi di questi cercatori di avventure. Il problema diventa più complicato se costoro coinvolgono altri nel loro grande sogno. Questa è la responsabilità di chi può esercitare un potere effettivo. In prima linea politici e imprenditori. Ma mentre questi ultimi hanno un certo regolatore della propria avventurosità basato sul calcolo (ovviamente cinico) dei guadagni e delle perdite, per i politici sorge la questione di quale peso abbia la cosiddetta buona fede. Anche questa può però essere pericolosa (e molto) quando è dettata da ideologie le quali non solo sono talmente coinvolgenti da deformare il giudizio sulle conseguenze, ma anche costringono a non badare a “spese”, cioè coinvolgimenti negativi (e spesso tragici) per altri. La forza delle ideologie affonda le radici da un lato nella dipendenza dal consenso sociale, dall’altro da elementi caratteriali dei singoli. Sia quelli che decidono, sia quelli che aderiscono.
L’attuale governo sembra molto intriso di questa avventurosità che rivelerebbe, secondo il mio parere di “psico”, una forma di maniacalità che, come tutte le forme di questo tipo, nega o minimizza le previsioni pessimistiche. Nella nostra dogmatica professionale, potremmo dire che sullo sfondo c’è l’immagine di un rapporto (vero o fantasticato) con una mamma straordinariamente buona, accogliente, totalmente protettiva.
Ovviamente qualche dubbio si può affacciare e quindi bisogna trovare dei nemici che servono a scaricarci sopra le proprie ansie per liberarsene. L’Unione Europea oppure lo spread o gli immigrati, o simili servono egregiamente lo scopo secondo lo schema paranoideo del nemico esterno.
Ma ultimo dubbio, ancora di più preoccupante: e se non si trattasse di avventurosi ma di avventurieri? Cioè di chi, condizionato da una logica delinquenziale, costruisce vantaggi personali con cinismo, senza badare alle conseguenze sociali. E magari, e siamo nella patologia, con la seduzione della distruzione di sé ed anche di altri: il “cupio dissolvi” dei Romani.
In questo caso, dietro non c’è la mamma buona e accogliente, ma una madre cattiva e, per questo, purtroppo, più seduttiva (se no, nei sogni infantili, non comparirebbero le streghe).
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