Salute mentale
Pensiero magico e credenze del nostro tempo
Quando qualcosa o qualcuno ci emoziona in modo particolare diciamo che è magico. Se una rappresentazione artistica o uno spettacolo ci ha coinvolto nel profondo, sottolineiamo che è stata magica. Parliamo di atmosfere magiche ascoltando musica, contemplando un paesaggio. Si tratta di un remoto e arcano retaggio di secoli addietro, in cui la magia era intessuta con la vita di tutti i giorni. Anzi come sottolineano storici e antropologi, era una modalità di vita, una lettura della natura e di tutto il mondo circostante. Modalità di lettura che non è scomparsa nel nostro mondo, non solo in culture di altre latitudini rispetto a quelle occidentali. Anche la nostra cultura, ritenuta positivista, razionale, convive con il pensiero magico, magari attualizzato e infarcito di pseudoscienze, di bufale di sottocultura complottista, ma sempre di pensiero magico si tratta. Vale a dire di soluzioni rapide, scorciatoie cognitive per problemi complessi. La dicotomia tra pensiero magico e pensiero logico, razionale e irrazionale, non ci consente di leggere la nostra mente nella giusta prospettiva. Spesso porta alla luce contraddizioni, assurdità scelte e ragionamenti illogici su cui continuiamo a stupirci e a interrogarci lungo tutto l’arco del fenomeno pandemico, ma pure delle recenti vicende belliche, per esempio. Ogni volta che a livello individuale o collettivo si manifestano fenomeni, accadimenti, circostanze che generano ansie e paure, il pensiero magico si ripresenta. Prima di bollarlo come una aberrazione della mente, bisognerebbe analizzarlo
All’inizio del Novecento, il sociologo tedesco Max Weber ha elaborato la celebre tesi del “disincantamento del mondo”. Weber sostiene che la modernità si caratterizza per una crescente razionalizzazione dei diversi ambiti della cultura: abituandoci a leggere la realtà con gli occhiali della scienza, abbiamo progressivamente abbandonato quel sentimento del mistero e del trascendente, cioè quelle sfere che sfuggono alla razionalità, relegando così la religione e la magia a uno spazio secondario della vita sociale.
Eppure la metà degli americani crede nel soprannaturale e in fenomeno misteriosi, come gli Ufo, le case infestate, la percezione extrasensoriale, la chiromanzia.
Forse non è così facile lasciarci il pensiero magico alle spalle, forse non è neppure così naturale o ecologico. Il pensiero magico è un processo che accompagna le prime fasi importanti dello sviluppo di ogni persona ed assume un ruolo importante sia dal punto di vista cognitivo che emotivo e comportamentale, è una forma primitiva di pensiero che non sparisce mai completamente, permane anche nella vita adulta. Una delle principali funzioni del pensiero magico sembra essere quello di proteggere dalle tensioni che derivano dalla iniziale scoperta del mondo. Esso, infatti, rassicura nel quotidiano confronto con ciò che è sconosciuto, nuovo e permette di dare un senso agli eventi.
Magia e pensiero magico sono differenti ma ovviamente interconnessi, semplice esempio di come le persone pensano magicamente sono le cospirazioni del 5G e della negazione del Covid 19. Queste persone stanno allontanando fatti e realtà a causa di ciò che desiderano leggere e credere. Mentre un tempo potevamo illuderci che il negazionismo fosse la manifestazione deviata di alcuni cosiddetti storici che scrivevano saggi neganti la realtà dell’Olocausto, con l’avvento del social media ci siamo drammaticamente resi conto che il negazionismo è una categoria della mente. Categoria psicologica che un giorno nega il Covid 19, un altro i benefici del vaccino e un altro ancora gli effetti devastanti della guerra dei nostri tempi. Restiamo basiti dinanzi a tesi deliranti espresse con livore sui social media e nei talk in tv. Ciò che scatta nella mente di coloro che negano la realtà dei fatti è qualcosa che ricorda molto da vicino la necessità di costruirsi da sé un mondo fatato dove tutto è facilmente interpretabile secondo il proprio punto di vista, negando i canali ufficiali della cosiddetta informazione mainstream. Il negazionista- riduzionista- complottista- novax denuncia non solo l’incontrollabilità, in questo caso sanitaria, di un disordine fortuito e destabilizzante, soprattutto in assenza di un leader rassicurante che parli all’unisono il medesimo codice (il medico, lo scienziato, il politico), ma anche il bisogno, del tutto umano, di ricostruire un’alternativa possibile di vita che neghi gli accadimenti e lo rivitalizzi individuando altre vie come la medicina empirica popolare. Si originano così la magia fondata sul rifiuto dei metodi ufficiali e sulla possibilità di spostare il dolore su agenti esterni e sulle spalle di altri, gli operatori magici.
Se è vero che la credenza in certe forme d conoscenza ritenute paranormali, quali la lettura del pensiero o la telepatia, oppure la comunicazione con gli spiriti dei defunti, sono ritenute segno di squilibrio mentale, di slittamento verso forme dissociative o destrutturate di personalità, è pur vero che la mente non è fatta per rimanere costantemente immersa nel reale, nel quotidiano, vedi il ricorso all’alcool, o alle sostanze psicoattive fin dalla più remota antichità.
Se la magia e il pensiero magico possono essere espresse patologicamente, o problematicamente in termini di estremismo politico, religioso e culturale, il pensiero magico come evasione personale, come arricchimento emotivo può essere un meccanismo di benessere generale se bilanciato col mondo esterno. Si pensi a tutte le manifestazioni artistiche, letterarie, cinematografiche, non soltanto si appellano al pensiero magico, ma addirittura si sentono ispirate dalla magia come percorso culturale. Per fare un esempio noto a tutti, un fenomeno come Harry Potter ha portato in auge una visione poeticamente magica della vita e del mondo che ci circonda. Pensiero razionale e magico coesistono nella vita quotidiana. Si pensi al cosiddetto realismo magico di Gabriel Garzia Marquez in “Cent’anni di solitudine”, a gesti scaramantici o più semplicemente a quando esprimiamo un desiderio nel vedere una stella cadente.
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