Salute mentale
Paolo Cognetti: “ho subito un Tso, le malattie psichiche non sono una vergogna”
L’autore de Le otto montagne racconta il ricovero in psichiatria: “siamo obbligati adapparire sani, forti e colmi di gioia. Le malattie nervose non sono una vergogna”
Lo scrittore Paolo Cognetti, Premio Strega per Le otto montagne, è stato recentemente dimesso dal reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, dove era stato ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) a causa di una grave depressione sfociata in sindrome bipolare. A 46 anni, l’autore ha vissuto un momento critico nonostante il successo professionale.
Cognetti ha scelto di raccontare la sua esperienza in un’intervista a Repubblica, sottolineando l’importanza di parlare apertamente di salute mentale. “Le malattie nervose non devono più essere una vergogna da nascondere” ha dichiarato al giornalista Giampaolo Visetti, spiegando che il percorso di risalita comincia con l’accettazione di sé.
“Depressione e disagio psichico sono un fiume carsico in piena, negato e ignorato per accreditare l’idillio di una società felice. Siamo obbligati adapparire sani, forti e colmi di gioia. Io però sono uno scrittore: per me è tempo di alzare il velo della colpa che nasconde il dolore. Voglio dire semplicemente la verità, a costo di essere sfrontato”.
Nell’intervista, lo scrittore ha ripercorso il difficile periodo vissuto: dalla fase maniacale, in cui ha perso il controllo delle proprie azioni, al ricovero forzato e alle cure mediche. “Nelle fasi maniacali si può perdere il senso del pudore o quello del denaro. Io ho inviato ad amici immagini di me nudo e ho regalato in giro un sacco di soldi. Si sono allarmati tutti: c’era il timore, per me infondato, che potessi compiere gesti estremi, o che diventassi pericoloso per gli altri”. Ha ammesso di aver sofferto per il peso della popolarità e per la sensazione di aver raggiunto il culmine del suo successo creativo con il romanzo Le otto montagne. “La popolarità ha un prezzo significativo,” ha osservato.
Nonostante le difficoltà, Cognetti guarda al futuro con nuovi progetti. Tra questi, un documentario in Nepal, un corso di scrittura a Marrakech e un nuovo romanzo che affronterà temi legati alla salute mentale con leggerezza e profondità.
Cognetti, che ha vissuto a lungo in montagna, ha riflettuto anche sulla natura e sul cambiamento climatico, invitando a reimmaginare il rapporto con l’ambiente senza nostalgia. Con una visione lucida e critica, ha toccato temi sociali e culturali, sottolineando la necessità di resistere ai rischi di autoritarismo e ignoranza.
Infine, lo scrittore ha condiviso il desiderio di trovare equilibrio e libertà, immaginando una vita più semplice e autentica: “La cura, per me, è riuscire a vivere davvero.”
Cognetti sarà al cinema con un film dedicato al monte Rosa, la sua montagna. Il film dal titolo Fiore mio, scritto, diretto e interpretato dallo stesso scrittore, ha debuttato al festival di Locarno quest’estate.
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