Salute mentale

I potenti e i famosi pensano come noi?

18 Luglio 2022

Il primo quesito che anche inconsapevolmente le persone normali (sottolineo “normali”) si chiedono nel considerare i personaggi potenti e famosi, se essi pensano come noi, se abbiano anche loro emozioni e sentimenti, ansie e depressioni. Poiché da un lato, in quanto questi personaggi sono umani (fino a prova contraria…), essi dovrebbero avere  gli stessi contenuti emotivi e razionali che, con ovvie difficoltà, ognuno porta dentro di sé. Però le riflessioni che fanno, le decisioni che prendono, i comportamenti che mettono in atto, sono a volte di tale portata (anche terribile) che ci costringono ad avere dei dubbi su queste somiglianze ed identificazioni. E’ vero che questi personaggi, soprattutto se legati ai consensi sociali, sanno che è importante  mostrare  qualche volta di  il proprio lato “umano”. Magari facendosi vedere con la gentile consorte (le femministe dovrebbero chiedersi su questo “le donne all’ombra dei grandi”…), oppure con i figlioletti in vacanza o magari davanti a tavolate mangerecce (in Italia, non so all’estero, il mangiar bene, è diventata la ritualità religiosa prevalente). Però ci si fanno anche delle domande: ma quali sentimenti provano nei riguardi delle persone care, mentre intanto prendono (o sono costretti a prendere) decisioni anche terribili che coinvolgono chissà quante persone, bambini compresi. E se prendono il raffreddore quanto si sentono oppressi per tutta la giornata? E per insinuare particolari un po’ osé, per chi di loro fa ancora attività sessuali, cosa mormoreranno o grideranno nel culmine della passionalità in atto? . Il problema non è da poco per le persone normali perché è in gioco l’attenzione e il consenso che direttamente o indirettamente  investono coloro che possono decidere, nel bene o nel male.

Ma cosa avviene dentro questi personaggi? Lasciamo stare i casi estremi di spietatezza o cinismo (tipo Putin, per noi occidentali). Qui addirittura si scomodano diagnosi psichiatriche e valutazioni psicopatiche. Ma parliamo di coloro che da noi, in Europa o negli Usa, hanno grandi poteri decisionali. Quando agiscono in un certo modo o in un altro, sono solo affidati  ad una modificazione ridotta di quello che noi analisti chiamiamo Io e che loro chiamano senso di responsabilità, oppure, ed è questo il dubbio , son diventati, sia pure in buona fede, non più umani ma “transumani”? Anche perché quando manifestano in dichiarazioni pubbliche  i loro stati d’animo, vi è il dubbio che facciano parte di una finzione. Anche di una finzione non consapevole, diciamo in buona fede… Quando la povera Fornero mostrò le lacrime mentre illustrava quei provvedimenti  che rimandavano di qualche anno la pensione magari a chi continuava a rompersi la schiena nel lavoro, siamo sicuri della sua utilizzazione dei buoni sentimenti? Ora in situazioni particolari, le guerre soprattutto, i comandanti devono essere spietati con i propri soldati per mantenere disciplina ed efficienza , altrimenti il nemico li fa a pezzi. Ma nella vita tranquilla, più o meno, nella quale viviamo qui in occidente, c’é il sospetto che chi prende le decisioni non utilizzi buoni sentimenti chiamiamoli umani. ma agisca con una malafede o di tipo  caratteriale o di origine ideologica (che è la più pericolosa). Una riprova di questo dubbio lo ritroviamo  anche nel livello di astensione nelle votazioni politiche.

Ma perché chiediamo che i potenti e i famosi (poiché non sembra ma anche costoro sono potenti nel proprio ambito che spesso ci sommerge) siano come noi? Forse, per fare un’ipotesi psicoanalitica, perché è sempre attiva dentro di noi, dall’infanzia, l’idealizzazione dei cosiddetti adulti. Questi, quando siamo bambini sono considerati onnipotenti e per questo amati ma anche odiati per quello che possono imporci. Infatti sarà nell’adolescenza, quando il prendere forma dell’essere “grandi” è in atto, che ci si ribella, a quegli adulti non più idealizzabili nella loro perfezione e che invece rivelano molti limiti e molte meschinerie.

Ma questa idealizzazione continua sempre e quando viene delusa il passaggio dall’amore all’odio è spesso travolgente. E siamo curiosi di sapere se dietro le loro belle doti, si nascondono quei  sentimenti, emozioni, difetti, ansie, aggressività, che costituiscono il nostro patrimonio psichico quotidiano. Poiché se sono come noi,  con emozioni e pensieri, regge  quella dipendenza idealizzante che rende il bambino (cioè noi..) sicuro della protettività dei genitori.

Ma, ultimo quesito, cosa avviene realmente dentro di loro? Non dubito che siano anche genitori affettuosi e amanti  coinvolti. Probabilmente si produce una notevole scissione del proprio Io: una parte resta “umana” e un’altra parte “transumana”. I meccanismi schizoidi sono sempre presenti e attivi dentro di noi.

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