Medicina
Sanità: turni di notte strapagati al Perrino di Brindisi per i pediatri baresi
Stando ad un accordo firmato con il Policlinico di Bari dallo scorso maggio, i compensi dei pediatri inviati dalla città capoluogo per un servizio di 12 ore in Utin (Unità di terapia intensiva neonatale) presso l’ospedale salentino arriverebbero a sfiorare anche i 1600 euro. La Asl li definisce “necessari” per fronteggiare l’emergenza
Brindisi – All’ ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi, dallo scorso maggio, giungono dal Policlinico di Bari, medici pediatri per poter garantire il funzionamento dell’Unità di terapia intensiva neonatale (Utin), in grossissima difficoltà a causa di una carenza cronica di personale che rischierebbe di far chiudere il reparto.
Stando all’accordo siglato tra la Asl salentina ed il Policlinico di Bari, i costi per i turni di notte di 12 ore degli stessi pediatri inviati dalla città capoluogo di regione, sfiorerebbero addirittura i 1600 euro, generando l’ovvio malcontento tra i colleghi brindisini.
Si pensi che, il corrispettivo versato ad ora, al netto di Irap e oneri aggiuntivi, quindi la paga base, è di 100 euro, e che “il rimborso di ulteriori spese, a titolo di trasferta, sarà oggetto di accordo tra l’azienda ed i professionisti interessati”, è quanto si apprende leggendo il testo del contratto stipulato tra la Asl di Brindisi ed il Policlinico barese.
Sostanzialmente, un costo per 12 ore pari a 1.200 euro; con una quota Irap, 8% (96 euro); con fondo di perequazione, 5% (60 euro); rimborsi spese per trasferta (da definire per i circa 200 chilometri tra andata e ritorno sulla direttrice Bari/Brindisi); eventuale vitto (da definire), portando al risultato di un corrispettivo di 1.500/ 1.600 euro per un solo turno notturno.
Ancora, oltre ai tumulti che agitano le corsie del nosocomio brindisino per gli esborsi faraonici decisi dalla Asl di appartenenza, si aggiunge anche un clima di indignazione profonda ed incredulità per delle scelte manageriali ed amministrative davvero discutibili, come quella di non porre rimedio ad un così grave deficit di organico, attingendo dai 7 pediatri dell’ospedale “Camberlingo” di Francavilla Fontana, dove, da diverso tempo, il reparto di Ginecologia ha smesso di funzionare.
Le labili risposte della Asl competente, hanno evidenziato l’eccessiva portata della spesa in ossequio all’accordo con il Policlinico di Bari ma, di fatto, questa convenzione è stata definita come “l’unica condizione contrattuale che i medici del Policlinico erano disposti ad accettare“.
Un paradosso assai difficile da comprendere, considerato che le casse dell’Azienda sanitaria, attestano un esborso del valore di 145.000 euro per il 2023 e di altri 215.000 euro per il 2024, ossia un importo totale di 360.000 euro con il termine ultimo della suddetta intesa fissato per il 31 dicembre del prossimo anno.
Toccherà al Dipartimento Salute della Regione Puglia dirimere la spinosa questione sollevata dal corpo medico dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi”, valutando che vi sia stato il rispetto di tutta la normativa vigente riguardo i protocolli di intesa in casi come questo.
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