Medicina
Sanità: 6 milioni di italiani non possono pagarsi le cure. E i medici mancano
l’11% dei cittadini italiani non sarebbe in grado di accedere ad accertamenti diagnostici a causa delle difficoltà economiche e di un sistema sanitario fortemente indebolito per i tagli organici e strutturali. Questi i dati diffusi dall’Istat
La situazione del Sistema Sanitario Nazionale italiano, appare sempre più in emergenza, con 6 milioni di italiani costretti a rinunciare ad accertamenti diagnostici e cure mediche, a causa delle gravi difficoltà economiche in cui versano e con una carenza cronica ormai dei medici.
Solo nel 2021, secondo l’Istat, l’11% dei nostri concittadini, non ha potuto sottoporsi a screening e prestazioni specialistiche o di servizio pubblico.
Un dato così preoccupante, da spingere anche l’ Aiop, Associazione italiana di ospedalità privata, a chiedere al nuovo Governo in carica, di provvedere in maniera rapida ed efficace.
“Liste d’attesa lunghissime e carenza di medici sono tra le emergenze, non più procrastinabili, che il nuovo Governo dovrà affrontare con urgenza, per evitare che il Servizio Sanitario Nazionale imploda, considerando anche le inevitabili conseguenze in termini di prevenzione”, afferma Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop.
La carenza di medici
La stessa Aiop comunica che, la carenza di personale sanitario in Italia, ammonterebbe a circa 4 mila unità, rappresentando una questione assai pesante e grave da affrontare e risolvere, come la dottoressa Cittadini tiene a precisare, e invitando l’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ad adottare una “normativa di emergenza per assumere neo laureati e specializzandi. Chi necessita di visite e cure, infatti, in molti casi è costretto a rinunciarvi o ad attendere tempi lunghissimi, settimane o mesi, oppure cerca assistenza in altre regioni, generando il cosiddetto turismo sanitario. Occorre avviare una riforma del SSN, che valorizzi la sinergia tra le sue componenti di diritto pubblico e di diritto privato, garantendo a tutti il diritto alla salute costituzionalmente riconosciuto”.
Ad indignare e scuotere i vertici istituzionali preposti, dovrebbe essere proprio lo spartitraffico di protocolli in atto, che non permette a tutti di essere curati, e nel costatare che, la professione del medico, a cui spetta il delicatissimo compito di toccare la carne sofferente, non si presta ad essere svolta a chiamata, equiparandola al prenotare una pizza per telefono.
Alla base del collasso del sistema, c’è l’aver sottovalutato ed umiliato per decenni la vera finalità della sanità, indebolendo fino a farlo scomparire, il concetto di “pubblico”, e scaricando le gravissime lacune legislative e burocratiche sul settore privato, divenuto parafulmine e ritrovo elitario per coloro che possono tentare di continuare a vivere, pagandosi cure ed accertamenti, e lanciando giù dalla torre di Babele, gli sfortunati che non hanno denari a sufficienza o favoritismi degni di nota.
Ma, la veste di paziente, capita a tutti indistintamente di indossarla, e mentre ci ritroviamo con le nostre pene, ricevere assistenza e conforto adeguati, ci ricorda della nostra fragilità e della compassione ed azione che deve muovere ogni anello della catena sociale, senza il quale non ci si salva.
La sanità rappresenta un asse portante della nostra Nazione, da rifondare, per non fare il torto più grande alla Vita.
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