Medicina

Pazienti o consumatori? Il business della salute e la questione etica

26 Novembre 2015

Recenti avvenimenti, anche con contorni scandalistici, hanno riportato prepotentemente al centro del dibattito il tema della salute. Pochi giorni fa, la ministra Beatrice Lorenzin ha preso la decisione non facile, ma estremamente importante, di aprire un tavolo tecnico dedicato alla somministrazione di psicofarmaci a minori. Nel frattempo è in preparazione il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2016/2018, con il suo codazzo di polemiche, ingerenze e decisioni al limite della legittimità costituzionale.

Tutto ciò però, non è che un insieme di sintomi di una patologia che sta colpendo l’intera cultura medica italiana e internazionale e che genera molti dubbi. Qual è l’approccio che il mondo degli operatori sanitari ha oggi nei confronti della malattia? I cittadini sono consapevoli delle cure a cui si sottopongono e dei costi per la comunità? Quanto influiscono gli interessi economici e politici?

A queste domande cerca di rispondere la Rete Sostenibilità e Salute, un network di associazioni che appartengono sia al mondo della sanità che a quelli dell’associazionismo, dell’informazione, dell’alimentazione e di altri settori collegati. Da Slow Food a Medicina Democratica, dall’Associazione Agopuntori ad AAM Terranuova, da Slow Medicine fino a Italia Che Cambia, sono circa trenta le realtà rappresentate.

L’obiettivo della rete è costruire un modello prima di tutto culturale – ma anche politico, economico e legislativo – che tuteli la salute con un approccio pluralistico. Oggi infatti, ci si affida principalmente alla medicina allopatica, che cura il sintomo senza prendere in considerazione tutti gli aspetti fisici, ma anche spirituali, dell’organismo. Spesso il paziente viene trattato come un cliente a cui “rifilare” i trattamenti più costosi, gli esami più complessi e il maggior numero possibile di farmaci e medicinali. Il benessere psico-fisico viene così messo in secondo piano.

Dietro a questo sistema ormai consolidato, si celano grandi interessi economici. Tornando ai due casi citati in apertura, per esempio, è di un paio di mesi fa l’inchiesta pubblicata dall’autorevole British Medical Journal che denuncia le pratiche illegali attuate dal colosso farmaceutico Glaxo per ostacolare le ricerche che criticavano la somministrazione della paroxetina, molecola la cui somministrazione in Italia è addirittura vietata ai minori.

 

glaxo

 

Ma anche il nuovo piano vaccini solleva non pochi dubbi. Il primo è di ordine legale ancora prima che medico e riguarda l’ipotesi che ai bambini non vaccinati possa addirittura essere preclusa la frequentazione delle scuole. Eventualità questa palesemente lesiva del diritto all’istruzione. Vanno inoltre citate le perplessità in merito all’introduzione di nuovi vaccini nel piano, che curiosamente ricalcano le proposte delle associazioni di produttori farmaceutici. Nuovi vaccini su cui sono stati peraltro sollevati dubbi in merito all’effettiva efficacia e necessità, come riporta anche la stessa Rete Sostenibilità e Salute in un suo recente comunicato.

La carne al fuoco è tanta e purtroppo il tema è ostico. Ma la sua complessità non è innata: certamente discutere di medicina, di microbiologia e di ricerca scientifica non è cosa da tutti, ma la semplificazione delle informazioni – che al tempo stesso devono essere esaustive e accessibili – che dovrebbe essere alla base di un corretto rapporto medico-paziente  è sempre più rara. Al centro deve essere rimesso il benessere del cittadino, quindi il paradigma va invertito: oggi, per il sistema sanitario, la malattia conviene dal punto di vista economico. Dobbiamo tornare a un modello in cui sia esattamente l’opposto, in modo che speculare sulla salute delle persone diventi impossibile e controproducente. Perché deplorevole dal punto di vista umano e deontologico lo è già.

 

 

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