Medicina
Lilt Tatangelo, se le campagne di prevenzione escono dal ghetto
Avevo deciso che no, sulla polemica Lilt – Tatangelo – gruppo di donne scandalizzate (Lucarelli compresa) non avrei scritto una riga. Ma la vicenda può essere colta come spunto per una riflessione piu’ ampia sul concetto di campagna di sensibilizzazione. E su quel maledetto vizio non solo di mettere i malati di cancro ancora nel ghetto, ma spesso e volentieri di vederli finire con le proprie mani.
Siamo epocalmente lontani dalla frivolezza tutta di stampo Usa di un best seller come “Ho il cancro e non so cosa mettermi”. Qualche tempo fa un amico mi ha raccontato che avrebbe voluto intitolare il libro di testimonianze sugli adolescenti malati “Dottore posso farmi una canna?” Ovviamente la casa editrice gliel’ ha bocciato.
Figuriamoci poi se da noi andrà mai di moda la sfrontatezza di una delle protagoniste di Sex and the city, che, se ricordate, passa alcune puntate divisa tra il lavoro, le chiacchiere con le amiche, l’amore del fidanzato toy boy (che si taglia pure i capelli per solidarietà con lei – gesto sfrontato anche questo di un maschio bello) e la chemioterapia.
Se si pensa che qui poi il tema non è la cura ma la prevenzione ci si chiede perché tanto rumore. Non ho difficoltà ad ammettere che non mi piace la Tatangelo. Non ascolto la sua musica. Ma se vuole prestarsi anche disinibita per una buona causa io non vedo perché non lo possa fare e non possano sceglierla per farlo. Il presidente della Lilt ha giustamente detto di lei che avendo tanti follower su twitter e tanti like su facebook è una “opinion leader”. E dunque? Chi sono io per dire che non è adatta?
Non è detto che la campagna di sensibilizzazione per la prevenzione e la lotta contro i tumori debbano farla solo le persone che ci sono passate. La lotta contro la discriminazione e l’esclusione sociale dei tantissimi ormai guariti dal cancro passa anche per l’accettazione che quella causa possa essere abbracciata da chi ci crede. Anche per non averla vissuta sulla propria pelle. O no?
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